giovedì 30 gennaio 2014

Ci si mette anche Obama …

di
Francesco Zanotti


Chissà se quel radiocronista (Mario Ferretti) di tanti anni fa, alla fine del tappone dello Stelvio, si è accorto di aver pronunziato una frase storica … “Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco celeste, il suo nome è Fausto Coppi”.
Più che storica, una analisi spietata, ante-litteram, della ideologia politica che ci sta portando alla rovina: quella dell’uomo solo al comando. Quello che ... lui sì che sa quale è il bene delle persone e del paese. E se qualche cosa o qualcuno cerca di realizzarlo, lo spazza via.
Ora ci si mette anche Obama. Nel discorso alla nazione: “Tutte le volte che potrò agirò senza legiferare per portare avanti l’interesse delle famiglie americane”.

Ora se si tratta di una corsa in bici scalda il cuore l’impresa eccezionale. Se si tratta del costruire il futuro, richiama troppo alla memoria l’ideologia dell’Uomo della Provvidenza.

lunedì 27 gennaio 2014

Davos: ad un passo … indietro … dalla consapevolezza

di
Francesco Zanotti


Leggo su Affari e Finanza un articolo su Davos a firma Marco Panara.
Sostiene che finalmente hanno capito! Invece di parlare di finanza si parla di problemi reali. Di nuovi trend emergenti. Significativo (e io concordo) il trend sul “desiderio” di auto (che non c’è) nelle nuove generazioni. Mentre i costruttori sostengono che se non arrivi a produrre quattro milioni di auto, non sei nessuno. Non chiedendosi a chi le vendono, sperando che ci sia sempre qualche angolo del mondo che desidera auto.

Parla della necessità di trovare un nuovo modello di sviluppo. Ma non arriva a dire che per trovare un modello di società diversa da quella industriale (che non sta più in piedi per motivi più profondi del fatto, pur rilevante che non si desiderano più auto) è necessario cambiare le risorse cognitive su cui si basa la società industriale. Soprattutto occorre relativizzare la visione del mondo tipica della società industriale: quella della fisica classica. E farsi ispirare dalla visione “quantistica” del mondo. Che è tipica dell’imprenditore.
Ma che ne sanno a Davos di visione quantistica del mondo? Proviamo a chiedere ... che ne so .. ad uno a caso ... Ecco: Saccomanni che dovrebbe essere il nume tutelare di una nuova imprenditorialità ... Che ne sa di visione quantistica del mondo?

venerdì 24 gennaio 2014

Complessità irriducibile

di
Francesco Zanotti


E l’Italia ha una grande complessità sociale e culturale: la sua ricchezza.
Leggo oggi sul Corriere un pezzo di Pierluigi Battista dal titolo “Se l’ideologia della discussione blocca le decisioni” che riassume, in una efficacissima sintesi “negativa”, perché non riusciamo a costruire sviluppo. Intendo dire: non riusciamo a costruire sviluppo perché pensiamo sia costruibile accentrando le decisioni.
Mi spiego: innanzitutto perché parliamo di decisioni? Vogliamo recuperare il senso delle parole? Il decidere è scegliere tra opzioni precostituite. Per quanto riguarda la legge elettorale occorre progettarla.
Smettendola di parlare di decisioni si comincia a capire. Facciamo il passo decisivo. E arriva in ballo la grande complessità sociale e culturale dell’Italia. 
Noi siamo un Paese “complesso”, articolato, ad esempio, in una grande diversità di attori sociali e politici. Ognuno di essi deve (ed ha il dovere) affermare la sua identità. Ed ha il diritto di farlo perché deve affermare la sua diversità è aggiungere complessità, quindi ricchezza. Allora, in occasione di qualunque processo progettuale (in politica siamo raramente di fronte a processi decisionali), vi sono solo due alternative. La prima è che tutti gli attori politico-sociali vengano coinvolti nella progettazione fino al risultato finale che tutti devono approvare senza riserve. La seconda è che … ci si infila nel pantano delle opposizioni, dei divieti, dei boicottaggi. Perché si costringe chi non ha partecipato alla progettazione (o non ne condivide il risultato) ad affermare la propria identità contestando il risultato della progettazione che li ha visti esclusi.
Se, poi, si volesse con qualche legge elettorale eliminare questa complessità dal Parlamento ce la ritroveremo, energeticamente (anche violentemente) protestante nelle piazze. Dobbiamo accettare il fatto che “Un uomo solo al comando… “ vale solo se la conclusione è quella ciclistica “…la sua maglia è azzurra e il suo nome è Fausto Coppi”. Non vale per nessun Berlusconi o Renzi.
Obiezione: ma come si fa a coinvolgere tutti nella progettazione? Ecco questa domanda nasce semplicemente perché non si conosce nulla di sistemica, scienze cognitive, perché nessuno ha letto Luhmann, perché non si segue il nostro blog. Altrimenti si saprebbe che esiste una modalità di governo della progettualità sociale che si chiama Sorgente Aperta. E lo si userebbe, invece di reclamare perché tutti vogliono dire la loro. E non si allineano buoni buoni dietro a qualche leader.


mercoledì 22 gennaio 2014

E’ ovvio che …

di
Francesco Zanotti



Il 29 novembre scorso avevo fatto previsioni. Le ho riprese il giorno 5 gennaio dopo che la prima si è avverata: l’avvento di Renzi alla segreteria del PD.
Facile previsione mi direte. Sì, ma non per tutti viste le fatiche dei suo antagonisti.
Ora ne ripropongo altre due che hanno già cominciato ad avverarsi.
E’ ovvio che il governo Letta non durerà.
E’ ovvio che il livello di conflittualità politica crescerà.
Ma perché faccio questo gioco? Non per dimostrare facoltà divinatorie, ma per illustrare il fatto che lo stato del sistema politico è arrivato ad un punto tale di involuzione che è possibile fare previsioni. Tutti potrebbero farle.

Ripropongo, sempre sullo sfondo, la previsione fondamentale: “Tutte le riforme che si cerca di attuare o si progettano o non avranno alcun effetto sulla crisi che stiamo vivendo. La crisi procederà sempre più speditamente verso il baratro fino a che non si avvierà una nuova stagione di progettualità economica e sociale grazie alla diffusione di nuove risorse cognitive.

domenica 19 gennaio 2014

Quale teoria scientifica può andare in pensione?

di
Francesco Zanotti


L’annual question di Edge è: quale teoria scientifica può andare in pensione?
L’inserto NOVA del Sole 24 Ore ha scelto nove risposte.
A me sembra che la questione sia posta in modo sbagliato. Troppo giornalistico.
Mi rifaccio alla opinione del fondatore di TED Conferences: Richard Saul Wurman. Egli propone di mandare in pensione non un teoria, ma tre espressioni: Verità assoluta, certezza, esattezza.

Io credo che queste parole non siano da mandare in pensione, ma da relativizzare. Qualche ambito di certezza permane: limitato ad alcune situazione speciali. Nello stesso modo, credo, che nessuna teoria meriti la pensione: sono tutte espressione di umanità profonda. Il problema è quello di determinarne lo spettro di validità, l’ambito di senso. Come per ogni manifestazione umana.

venerdì 17 gennaio 2014

Gioia Tauro … ancora una volta la “non conoscenza” dei politici

di
Francesco Zanotti


Veramente non conoscono. Gli attori sociali hanno come obiettivo quello di affermare la loro identità. Se non li si coinvolge nel decidere se Gioia Tauro deve ospitare o meno il trasferimento dalla nave di trasferimento a quella di smaltimento delle armi chimiche della Siria, si opporranno proprio perché non sono stati coinvolti. Se li si mette di fronte al fatto compiuto, li si costringe ad autorealizzarsi per negazione. Non si può pretendere che la razionalità di terzi (il porto è sicuro, è una eccellenza etc.), che nessuno può spacciare per assoluta, possa convincerli ad affermare la loro esistenza. Anzi, gli attori sociali percepiscono subito che il pretendere che la propria razionalità sia assoluta è solo e soltanto una affermazione di identità di chi la fa. Alla quale gli attori sociali rispondono con una contro affermazione. Ovviamente i nostri politici non sono in grado di fare queste semplici considerazioni sistemiche. Veramente non conoscono.

martedì 14 gennaio 2014

Motivazioni della sentenza

di
Francesco Zanotti


Si, ovviamente parlo delle motivazioni con le quali la Corte Costituzionale ha bocciato l’attuale sistema elettorale.
Un commento lapidario: è proprio sciocco pensare ad un bipolarismo salvifico.
La Consulta ha chiaramente detto che il rispetto del principio di rappresentatività supera ogni esigenza di governabilità.
Ora noi viviamo in una società che diventa sempre più complessa. Così deve diventare la rappresentanza. Ma così non si governerà mai! Ed è qui la sciocchezza. E' proprio il cercare di semplificare che non permette di governare. Si riesce a semplificare giusto nel momento elettorale, ma subito dopo la complessità ricompare. E se non si sa come gestire la complessità sociale e culturale e si cerca di tacitarla dicendo “Io ho la maggioranza”, allora si crea la situazione di blocco in cui siamo.

Un conclusione lapidaria come il commento: i politici attuali sono ignoranti. Nel senso che non conoscono. Esistono tutte le conoscenze per comprendere la complessità sociale e governarla. Il problema è che i nostri politici non ne dispongono.

lunedì 13 gennaio 2014

Graph search: che è?

di
Francesco Zanotti


Ma è l’applicazione per trovare sul data base di Facebook, ad esempio, il ristorante che piace agli amici.
Secondo Mashable (il terzo blog più popolare al mondo secondo Technorati) potrebbe diventare la novità più interessante del 2014 (CorriereEconomia di oggi).
Ecco … ma se poi le persone non hanno più soldi per andare al ristorante?
Meno banalmente: se le principali novità di quest’anno ... lascio a voi la conclusione.

La mia è: oggi l’innovazione finisce per concentrarsi su piccoli miglioramenti di modelli di vita del passato. Nessuno sembra esercitarsi a immaginare lo stile di vita della società prossima ventura. Ovvio che così banalizzando non si esce da una crisi che è, soprattutto, una crisi di significato …

sabato 11 gennaio 2014

Investimenti, va bene. Ma … dove?

di
Francesco Zanotti


Leggo stamattina suo Sole 24 Ore un articolo di Pier Giorgio Gawronski e Giorgo La Malfa … Ma siamo quasi alle mitiche Brioches di Maria Antonietta.
Il loro ragionamento: aumentiamo gli obiettivi di PIL. Per realizzarli occorre aumentare gli investimenti (lasciamo stare come hanno fatto a calcolare quanto investimenti servono, perché scopriremmo perversione nella perversione). Sforeremo il rapporto deficit-PIL, ma tornerà subito dopo a scendere grazie alla ripresa che si sarà generata.
Dove sta la perversione? Che nessuno si chiede in cosa investire. Sembra che sia evidente in cosa si debba investire, basta decidere di farlo.
Si tratta di un ragionamento almeno strabico perchè funziona se solo noi investiamo e gli altri stanno fermi. Se anche gli altri investono, non riusciamo a spostare gli equilibri dei flussi commerciali.
Ma il peggio è che questo ragionamento vale solo in una società statica dove si sa quali sono gli investimenti necessari. Ma noi siano in una società che dobbiamo cambiare radicalmente. E la prima domanda da farsi è: investire nel creare quale nuova economia e quale nuova società? Altrimenti si finisce per investire nell'illusione di riuscire far sopravvivere la società attuale.


mercoledì 8 gennaio 2014

Perché non si può che andare alle elezioni?

di
Francesco Zanotti


Il buon Renzi certamente non vuole le lezioni, ma sarà costretto a cercarle come ultima spiaggia. Si è presentato come il leader che “fa le cose”. Ma non riuscirà a farle perché usa un processo sbagliato. Non si tratta di essere brillanti, decisi o giovani. In una società complessa si “fanno le cose” se si riescono ad attivare e gestire processi di progettualità sociale. Le cose da fare non le deve definire il leader. Ma devono nascere da questa progettualità sociale. Solo così si realizzeranno. Poiché Renzi parte da sue proposte, e proprio per questo, non riuscirà a realizzare nulla. Tralasciando il fatto che le sue proposte non hanno alcuna probabilità di incidere sullo sviluppo economico, sociale e culturale.
Non riuscendo a realizzare e non riuscendo a concepire che il non riuscirci è frutto dell’usare un processo di governo sbagliato, dovrà concludere che con questo Parlamento non si possono fare le cose. Occorre che il PD, cioè, lui abbia maggiore potere, riesca a superare le mille obiezioni.  
Allora si troverà sulla stessa linea cognitiva di Grillo e Berlusconi: solo se esiste un Comandante forte (poi se volete aggiungete, nel suo caso: giovane etc.) è possibile fare le cose.
Si tratta di una sciocchezza sistemica, ma tant'è.
Si formerà una alleanza informale tra Renzi, Grillo e Berlusconi uniti dalla stessa ideologia dell’uomo solo al comando. E per cercare di diventare l’uomo solo al comando non ci possono essere che le elezioni.
Ovviamente in una società complessa le elezioni, forse, porteranno un uomo solo al comando. Ma non elimineranno la complessità sociale che tornerà ad esprimersi subito dopo le elezioni combattendo l’uomo solo comando con tanta più energia quanto più l’uomo al comando si sentirà forte. E renderà evidente che in realtà è al comando di nulla. E’ soltanto solo. E’ non si tratta della solitudine dell’eroe e del genio, ma solo quella dell’ottuso.


domenica 5 gennaio 2014

Repetita iuvant

di
Francesco Zanotti


Un po’ stanco e influenzato. Una pioggia che non cade su tamerici, pini e ginestre. Ma su di una tettoia di lamiera che la trasforma in un risuonare metallico ed arrugginito.
I giornali che raccontano quello che raccontano e che non è certo capace di illuminare un piovere grigio.
Rileggo i post di balbettanti. E ne ritrovo uno scritto alla fine di novembre che contiene previsioni. Secche e falsificabili. Ve le ripropongo. La prima si è già avverata, anche se era semplice. La terza ha cominciato ad avverarsi con le dimissioni di Fassina. Anche le altre possono sembrare probabilissime. Tranne, però, all’establishment politico mediatico: tutti operano come se, invece, non si realizzeranno.
Provate a ridare una occhiata a queste previsioni. Le rivedremo ancora tra un paio di mesi: che ne dite? Tenete bene a mente l’ultima.
Ecco le previsioni di fine novembre 2013:
E’ ovvio che Matteo Renzi diverrà segretario del Pd.
E’ ovvio che Berlusconi verrà sottoposto (in carcere o no) a misure cautelari.
E’ ovvio che il governo Letta non durerà.
E’ ovvio che il livello di conflittualità politica crescerà.
E’ ovvio che Napolitano si dimetterà.

E’ ovvio che nessuna di queste cose avrà alcun effetto sulla crisi che stiamo vivendo. Come non vi sarebbe nessun effetto se tutte queste cose non accadessero. La crisi procederà sempre più speditamente verso il baratro fino a che non si avvierà una nuova stagione di progettualità economica e sociale grazie alla diffusione di nuove risorse cognitive.

mercoledì 1 gennaio 2014

Cari amici …

di
Francesco Zanotti


L’evento che conclude l’anno politico, sociale e istituzionale è il discorso del Presidente della Repubblica …
E’ stato un discorso scoraggiante …
Sig. Presidente, i problemi, i drammi di questi tempi nelle nostre contrade li conoscevamo già. Forse l’aver citato lettere di cittadini ha aggiunto pathos, come quando le tragedie hanno un nome che conosciamo. Ma quel pathos è già nei nostri cuori: i drammi e le tragedie hanno anche il nostro nome, il nome di qualche amico, il volto di chi troviamo a elemosinare per strada, il volto dello straniero che bussa alle nostre porte …

Ci aspettavamo una proposta alta e forte, come deve fare il padre della nazione quando si rivolge i propri figli. Questa proposta non può riguardare le riforme istituzionali. Non può nemmeno riguardare i costi della politica. Questa proposta non l’abbiamo sentita. Abbiamo sentito esortazioni, nobili. Ma le esortazioni senza proposta sono retorica.

Quest’anno la politica ci ha regalato un “contro discorso”. Al di là di un incipit inquietante (Buon Anno a tutte le italiane e a tutti gli italiani in ascolto ovunque voi siate. Vi guardo, vi vedo attraverso la Rete. So tutto di voi. Vi controllo), poi è solo protesta, protesta ed ancora protesta. Con una conclusione da venditore: votate per noi che si salveremo. Velata di minaccia: se non farete e non scaccerete la classe politica attuale, non avrete più il diritto di lamentarvi.

Cari amici che, a diverso titolo seguite questo blog, sapete che noi abbiamo una proposta. Alta, forte, complessiva.

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.