domenica 30 novembre 2014

I Gesti e le pagliacciate

di
Francesco Zanotti


C’è un differenza. Cominciamo dai Gesti. Francesco che chiede a Bartolomeo di benedire lui e la Chiesa di Roma, inchinandosi. Bartolomeo che non ha il coraggio di tracciare il segno della croce sul Vescovo di Roma, ma lo bacia sulla testa e lo abbraccia. Sono gesti che, contemporaneamente, cambiano la storia, ma possono farlo proprio perché partono da Storie millenarie.
E le pagliacciate: sono tutti i gesti sguaiati di tutti coloro che non hanno storia. Neanche una piccola, piccola, con la “s” minuscola.

I nostri gesti quotidiani e personali: che tutti noi si compiano gesti che siano carichi della nostra ricchezza che vogliamo donare agli altri. Altrimenti stiamo sobriamente fermi. Magari con le mani impegnate a sfogliare un libro, a compiere un gesto di tenerezza sublime e ben nascosto.

venerdì 28 novembre 2014

Prevedevo di Grillo quello che sta accadendo

di
Francesco Zanotti


Non è vanagloria. Il mio obiettivo è dimostrare che è possibile a tutti.
Cosa? Fare previsioni sull’evoluzione dei sistemi umani. E prendere provvedimenti se l’evoluzione prevista non ci piace.

Il 5 marzo 2013, dopo il successo alle elezioni, scrivevo di Grillo e del suo movimento:

“Di storie come quella di Bebbe Grillo ne sono nate tante. E tutte hanno avuto o stanno avendo la stessa fine. O delusione e disillusione o il conflitto. Oppure tutte e tre.
Le ragioni sono “sistemiche”. Sono movimenti che nascono da un grande slancio ideale. Ma questo slancio ideale non è nutrito da sufficienti risorse di conoscenza. Ed allora quando si tratta, inevitabilmente, di passare dalla protesta alla proposta, si frantumano in progetti parziali che generano conflitti e delusioni. Oppure cercano un consenso istituzionale che non può che essere “peloso”. E il movimento finisce quando gli appoggi istituzionali vengono meno.
Non occorrerà attendere molto per vedere queste stesse dinamiche scatenarsi nel Movimento cinque stelle. Grillo contro Casaleggio, i gruppi parlamentari spezzarsi in sottogruppi. Ed alla fine il movimento perdere di consenso
Il fatto che ci sia di mezzo Internet non fa che ampliare ed accelerare i processi. Ma non li cambia nella sostanza.”

L’unica previsione non ancora realizzata è quella del conflitto tra Grillo e Casaleggio. Ma vedrete che non tarderà a realizzarsi.
Conclusione: non sono un mago. Sto solo dimostrando che nei sistemi umani è facile fare previsioni. Se un certo sistema umano non cambia il suo sistema cognitivo, state certi che perderà di senso all’esterno e si generanno conflitti al suo interno. Il tempo nel quale questo processo si sviluppa dipende dalla ricchezza del sistema cognitivo di partenza …
Volete un’altra previsione? Il Governo Renzi seguirà una fine analoga, anche se il ruolo istituzionale (non è solo un attore sociale) del Governo renderà questo processo più complesso.
Perderà consenso, genererà un aumento di conflittualità sia all’interno del partito che lo esprime e all’esterno. Ovviamente senza generare alcun fenomeno di sviluppo. Il tempo in questo caso sarà breve perché il sistema cognitivo di partenza su cui si fonda il Governo è banale.
Posso provare a spingermi più in là … Renzi finirà per essere la macchietta di se stesso.


mercoledì 26 novembre 2014

Renzi: senza conoscenza … due anni fa

di
Francesco Zanotti


Scrivevamo il 14 Febbraio del 2013, quasi due anni fa una previsione a proposito dell’azione del nostro Presidente del Consiglio: “ Tutte le riforme che si cerca di attuare o si progettano non avranno alcun effetto sulla crisi che stiamo vivendo. La crisi procederà sempre più speditamente verso il baratro fino a che non si avvierà una nuova stagione di progettualità economica e sociale grazie alla diffusione di nuove risorse cognitive ... Ma e Renzi? Da quello che si è visto finora è giovane di età, ma usa risorse di conoscenza tipiche del mondo che vuole cambiare. Non si può cambiare un mondo usando le stesse risorse cognitive che l’hanno generato. Deve usare nuove risorse cognitive (ad esempio, ma non solo, la teoria dei sistemi autopoietici) che mi hanno permesso di fare le previsioni di cui sopra. Se non vuole usare la potenza della conoscenza non cambierà nulla. Proverà solo (senza riuscirci) a celebrare se stesso.”.
Previsione azzeccata, purtroppo.


lunedì 24 novembre 2014

La vittoria uccide le visioni e le speranze dell’avversario

di
Francesco Zanotti


Dov’è la vittoria ... si chiede il nostro inno nazionale.
In una società umana è triste parlare di vittoria di una parte sull'altra.
Innanzitutto, perché, quando è necessario progettare una nuova società, è scioccherello fare contrapposizione tra visioni e speranze. Per progettare e costruire una nuova società ce ne vogliono tantissime di tutte e due. Più sono, meglio è! E non bisogna costringere le persone a scegliere: occorre costruire una speranza più grande che contenga tutte le speranze che i cuori degli esseri umani riescono ad immaginare.
Se si costringe gli elettori a scegliere, si mortificano visioni e speranze che, per definizione, non si contrappongono: si chiamano le une le altre.
Per vincere si è costretti addirittura a demonizzandone la parte rappresentata dall’avversario. Che è il modo migliore per far sì che le speranze visioni e le speranze perdenti siano ... perse per sempre. Meglio: fino alla fine della celebrazione della vittoria. Perché subito dopo le visioni e le speranze perdenti cercheranno la rivincita. E si ricomincia la nuova campagna elettorale che sarà ancora più radicalmente contrappositiva.
E, poi, diciamocelo, questa volta la vittoria è proprio la classica vittoria di Pirro. Chi vince ha il 40% dei voti. Cioè il 40% del 40% che ha votato. Fa il 16%. Le visioni e le speranze dell’altro 84 % saranno costrette non a diventare più grandi, ma a cercare una rivincita.


giovedì 20 novembre 2014

Moral suasion????

di
Francesco Zanotti


Il Ministro Madia ha dichiarato che contro l’uso di linguaggi troppo astrusi da parte dei burocrati l’unica arma possibile è la moral suasion.

Certo è l’unica possibile per coloro che non ne hanno altre. Per coloro che non hanno idea di quali sono le dinamiche che fanno emergere in un gruppo organizzativo  un proprio sistema di risorse cognitive e, quindi, propri linguaggi. Per coloro che non hanno idea di come sia possibile fare emergere nuovi sistemi di risorse cognitive. Per coloro che non hanno una autorevolezza personale di dottrina o di storia per poter essere da esempio. Per coloro che non sanno neanche fornire esempi specifici: perché il Ministro non si è messa scrivere lei personalmente qualcosa come esempio di come dovrebbe essere fatta una legge?

martedì 18 novembre 2014

Ma che stabilità del piffero!

di
Francesco Zanotti


Credo che sarebbe meglio di piantarla con il valore della stabilità. Per cominciare, in un sistema biologico ed umano la stabilità è praticamente insensata. I sistemi biologici ed umani si costruiscono ogni istante la loro evoluzione. Cercare di mantenerli stabili è una sciocca illusione.
Poi … ma cosa abbiamo di così prezioso da stabilizzare? Vi sembra che abbia senso cercare di stabilizzare l’attuale modello socio-economico che ha esaurito la sua funziona storica?
Lo sforzo di stabilizzazione ottiene l’effetto contrario: costruisce disequilibri devastanti.
Noi non possiamo e non dobbiamo stabilizzare, ma costruire un nuovo e continuo sviluppo etico ed estetico.




sabato 15 novembre 2014

Un G-Tutti della conoscenza e … AIRS

di
Francesco Zanotti


Putin vuole fare un G7 alternativo: I 4 BRIC più Turchia, Messico e Indonesia.. in contrapposizione col G7 di Europa e Stati Uniti. Al di là della preoccupazione per una situazione internazionale che vede ancora in primo piano navi ed aerei da guerra insisto nel dire che il problema è che non riusiamo a staccarci dalla società “delle cose e basta” (la società industriale) e iniziare a costruire una società della conoscenza che non è certamente solo la società del software …
Beh ... qualcuno inizia a darsi da fare, oltre all’APEC
Voglio anche informare di un Evento che si svolgerà senza clamore mediatico, ma che è l’episodio della storia di una Società che ha prodotto e continua a produrre una conoscenza rilevante e misconosciuta.
Si tratta del Sesto Congresso Nazionale di Sistemica che si terrà a Roma (21 e 22 novembre), organizzato dalla AIRS (Associazione Italiana per la Ricerca sui Sistemi) e dal titolo “Verso una sistemica post-Bertalanffy”. Il Chairman del Congresso sarà il prof. Gianfranco Minati
Andrò a questo Congresso e proverò a raccontare quale conoscenza rilevante è stata presentata e che potrebbe essere utile per la comprensione dei processi di evoluzione e di governo dei sistemi umani.
Un altro episodio di un nascente G-Tutti della conoscenza.


venerdì 14 novembre 2014

ApEC … novembre 2014

di
Francesco Zanotti


Lo scorso martedì 11 novembre, abbiamo fatto il primo incontro dell’ApEC, aperto ad una partecipazione ampia.
Abbiamo riassunto e confermato gli obiettivi dell’Associazione: partecipare allo sviluppo e rendere disponibile una nuova conoscenza perché sia possibile generare l’emergere di una nuova società etica ed estetica.
Abbiamo raccolto un primo contributo scritto del dott. Giovanni Rizzi che (che potete scaricare qui).
Abbiamo iniziato un percorso di ricerca su di un tema che sembra tecnico, ma è un ologramma “forte” dei cambiamenti prossimi venturi: la stampa 3D. Qui si può scaricare la presentazione del dott. Riccardo Profumo.
L’ing. Cesare Sacerdoti ha proposto di iniziare un percorso di ricerca di “adesioni autorevoli” al manifesto dell’ApEC che si può scaricare qui.
Abbiamo immaginato un percorso di confronto con la conoscenza già sviluppata dall’ApEC di cui daremo notizia.
Il dott. Luciano Martinoli ha presentato lo Statuto dell’ApEC. Tutti coloro che sono interessati, possono scaricarlo qui.
Il prossimo incontro avverrà il 16 dicembre, sempre in Via Aurispa, 7 Milano.


martedì 11 novembre 2014

Potere … de che?

di
Francesco Zanotti


In prima pagina sul Corriere di oggi appare una foto di Obama e Putin ed il titolo è: il dialogo difficile tra i potenti.
Mi sono chiesto in cosa consista il potere di questi signori. 
La riposta che mi sono dato è: hanno solo il potere di distruggere. 
Hanno solo un potere di morte. Anche globale, se continuano a fregarsene dell’ambiente e ricominciano a giochicchiare con caccia e bombardieri.
Non hanno il potere di costruire un futuro etico ed estetico.

Il potere di costruire un futuro etico ed estetico è nelle mai di noi, pellegrini del quotidiano. E’ la nostra arma principale, infallibile e irrefrenabile, è la conoscenza.

domenica 9 novembre 2014

Big Data e … utilizzo travisato

di
Francesco Zanotti


I Big Data sono un argomento di moda, forse non solo tra gli specialisti.
Ma rischiano di riprodurre l’eterna illusione che esista il punto di vista di dio.
La fiducia nei Big Data riproduce l’illusione di Laplace: se conoscessi posizione momento di tutte le particelle dell’Universo …
Oggi sulla Domenica del Sole 24 Ore leggo la presentazione di un libro di Dario Antiseri e di Adriano Soi dal titolo Intelligence e metodo scientifico che rappresenta l’ennesima versione di questa illusione. Premetto, per correttezza, che non ho letto il libro: ne ho conosciuto l’esistenza solo stamattina. Quindi le mie osservazioni riguardano la presentazione di Angelo Maria Petroni.
Credo che tutto si concentri nella sintesi del pensiero degli autori che fa Petroni e che cito: “… sottolineano come il metodo scientifico sia unico e si applica tanto alla ricerca nel mondo della natura quanto all'interpretazione (ermeneutica) del mondo umano.”. La tesi insomma è che esiste una ermeneutica oggettiva. Ed è la stessa tesi di coloro che parlano di Big Data.
Questa sintesi, viene poi spiegato, e cito uno degli obiettivi che si affida ad una interpretazione “oggettiva”: controllare l’esattezza di una traduzione, generare una traduzione esatta.
Credo che queste tesi rappresentino l’asintoto di non sense a cui giunge la presunzione che esista il punto di vista di dio. Si arriva al paradosso. Che è, appunto, rappresentato dalla ermeneutica oggettiva.
Che la ermeneutica sia per definizione soggettiva, credo sia oramai accettato. Ma se proprio si volesse cercare nei metodi della scienza il supporto per cercare, invece, una interpretazione oggettiva, occorrerebbe buttare a mare, almeno, tutta la fisica quantistica. E la matematica post-godeliana. La visione di un metodo scientifico che porta univocamente alla verità e che esista un ragionare assoluto comporta pensare solo come un fisico classico o un matematico hilbertiano. Cioè come uno scienziato a cavallo dell’‘800 e del ‘900.
Secondo voi come si spiega queste esagerazioni vetero riduzionistiche?
Che, poi hanno anche un impatto politico rilevante. Perché gli Autori del libro, come cita Petroni, sostengono che “quale è mai l’operatore di intelligence (l’ermeneuta oggettiva) se non quello di offrire conoscenze al decisione politico?”. E questo rivela una visione troppo banale della politica. Una sola osservazione: il compito del politico non è decidere, ma progettare un futuro che ancora non c’è.


giovedì 6 novembre 2014

Il CERN e il significato del fare scienza

di
Francesco Zanotti


Il 25 ottobre scorso avevo pubblicato un post a commento di improvvide dichiarazioni di Edoardo Boncinelli sul senso del fare scienza. Da allora ho ricevuto un contributo molto interessante di Franco Soldani, Scienza e Antiscienza, che rendiamo disponile in questo blog.
Oggi la cronaca, mi dà un altro stimolo per arricchire il dibattito sul fare scienza. L’occasione è la nomina di Fabiola Giannotti a Direttore Generale del CERN. Ovviamente complimenti ed auguri alle neoeletta. Ma …
Beh innanzitutto spero che non sia un ulteriore episodio del vecchio errore di nominare capo il più bravo degli operai. In questo caso: capo degli scienziati, il più bravo degli scienziati. Che Fabiola Giannotti sia uno degli scienziati più bravi è fuori di dubbio. Ma chi l’ha eletta avrà certamente anche riconosciuto e valorizzato le sue capacità manageriali.
Ma questo è solo lo spunto di cronaca. Il tema che volevo trattare è il senso di una macchina come il grande acceleratore del CERN. Butto lì una ipotesi: rappresenta una visione troppo limitata e datata della scienza. Quella che sostiene che esiste una natura la fuori (di noi) con leggi che noi dobbiamo scoprire. Per poi trasformare il mondo.
Credo che oggi siano palesi due fenomeni. Il primo è la complessità della ermeneutica dei risultati di esperimenti complessissimi. Le operazioni che servono a costruire il senso complessivo dei dati (ad esempio: quella particella scoperta è davvero il bosone che Higgs e altri avevano ipotizzato?) sono così complessi che è durissimo sostenere che quella scelta che viene poi scelta è l’unica interpretazione possibile. La seconda osservazione, ancora più importante, è che non si può dimenticare che esperimenti come quelli del CERN non tanto esplorano una Natura assoluta ed oggettiva, ma cerano una loro realtà con le proprie leggi. Detto forse troppo brutalmente: scoprono quello che costruiscono.

Con questi due fenomeni davanti agli occhi, che senso hanno macchine così complesse come quelle del CERN? Non sono “cannocchiali” (o microscopi) potentissimi, sono macchine che costruiscono realtà artificiali che, poi, noi chiamiamo “Natura”. 

martedì 4 novembre 2014

E siamo ai complotti

di
Francesco Zanotti


Finalmente i due contendenti hanno scoperto la “verità”. Susanna Camusso: Renzi è stato messo al Governo dai poteri forti. E Renzi: esiste un complotto per rovesciare il governo.
Quando si è arrivati a scoprire che l’avversario è proprio un cattivone che agisce a servizio di interessi innominabili, siamo alla frutta.
Per riconoscere che, in generale, le teorie del complotto siano, almeno, problematiche basta Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_complotto.
Se poi guardiamo ai due complottini nostrani, scappa da ridere e da piangere. Da ridere perché di poteri forti non c’è neanche l’ombra. C’è una classe dirigente che si accorge che non dirige nulla e cerca di darsi un tono. Soprattutto in campo economico. Tanto meno vi sono disegni complessivi: non vi è nessuno in grado, cognitivamente di elaborarli.

Da piangere perché si sposta nel tempo, in un tempo indefinito, la possibilità di costruzione sociale del futuro.

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.