martedì 30 agosto 2016

Zuckerberg il Corriere e le sciocchezze

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per zuckerberg in italia

La frase è tra virgolette, quindi l’ipotesi è che l’abbiamo pronunciata proprio Mr. Facebook. Sta parando di un sistema di intelligenza artificiale che lo aita a governar la sua casa e tra le altre cose dice “ … le realtà virtuale è programmata per funzionare esattamente come il cervello”.
Ora si tratta di una frase che dal punto di vista scientifico è una solenne sciocchezza. Primo perché non sappiamo come funziona il cervello. Non sappiamo neppure se il verbo “funzionare” è corretto. Secondo perché i computer che usa per costruire realtà virtuali sono macchine di Turing il cui funzionamento non ha nulla a che vedere con il cervello.
Ovviamente non sono solo io che sostengo che questa frase sia una sciocchezza. Al contrario, non esiste nessuno scienziato cognitivo, nessun matematico, nessuno filosofo che sostenga sia corretta.
Allora la domanda è: perché il più importante giornale italiano si lascia andare a pubblicare sciocchezze scientifiche come se fossero verità indiscutibili? Giornalista impreparato? Desiderio agiografico (gli eroi devo essere senza macchia e senza paura). Scarso controllo?
Io compro il Corriere tutti i giorni e intendo continuare a comprarlo, ma mi piacerebbe non leggere sciocchezze scientifiche raccontare con fatua leggerezza.


domenica 28 agosto 2016

La ricostruzione: perché i soldi non ce li mette la BCE?

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per BCE

La soluzione è semplicissima: la BCE stampa tutta la moneta che serve per un gigantesco piano di ristrutturazione delle aree terremotate e la fornisce come dono. Ne faremo una costellazione di borghi da suscitare meraviglia nel mondo.
Mi immagino le razioni alla mia proposta: a è una assurdità economica.
E, invece non lo è!
Non vi è nessuna legge economica che la vieti. Innanzitutto per il semplice motivo che non esistono leggi economiche in generale. In particolare, perché non esistono algoritmi in grado di dimostrare che regalando soldi per costruire un grande progetto accada qualcosa di indesiderabile. Neanche si riesce a fare una lista delle accadimenti indesiderabili che si potrebbero verificare. Mentre la lista dei benefici è lunghissima.
Il rifiuto ad, almeno, discutere la mia proposta sarebbe solo frutto di pregiudizi: di tutti quelli che cercano di immaginare una teoria economica modellata sul modello della fisica classica. Purtroppo senza esserne consapevoli. Detto tecnicamente: pensano che esista una densità di lagrangiana da integrare su tutto il sistema economico e poi usare il principio di minima azione per cercare la posizione di equilibrio complessivo (la stabilità) da perseguire. Questo fantomatico punto di equilibrio complessivo non esiste. Se esistesse non sarebbe calcolabile. E la Natura, la Storia e tutti i diseredati che in quell’equilibrio soffrono lo distruggerebbero.

Io sto facendo tutto il possibile perché la mia proposta sia almeno discussa ... datemi una mano. Che razza di pase è quello che costringe la gente a immani sofferenze solo per pregiudizi teorici?

venerdì 26 agosto 2016

Ricostruire non solo muri, ma comunità

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per terremoto

Un paese, un quartiere dove è piacevole vivere è una comunità. Che è fatta dei sorrisi, le storie, il saluto quando ci si incontra per strada, la festa tutti insieme, le sonnacchiose domeniche la bar ..
Un paese ed un quartiere non sono solo i muri.
Quando si parla ricostruzione si parla sempre e solo di muri. E così si fanno quartieri funzionalissimi dove, però, nessuno riconosce storia ed umanità. E rimangono fantasmi di paesi.

Il terremoto ha distrutto i muri, ma anche le comunità che vi vivevano.
Esse hanno perso la materialità che ne connetteva vite, storie. E necessario ricostruire vite e storie intorno ad un’altra materialità. Ma come fare? La ricetta è tanto semplice quanto di difficile applicazione: coinvolgete le popolazioni nel disegnare il loro futuro borgo. Sarà il riprogettare insieme che permetterà di vedere i nuovi muri come la materialità della nuova comunità. Che sa piangere i morti, ma anche iniziare una nuova vita.

Cercansi ingegneri che sanno guidare processi di autoprogettazione sociale. E politici che capiscono che serve questa tipologia di ingegneri. 

mercoledì 24 agosto 2016

Il manifesto di Ventotene: ma l’avete letto?

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per manifesto di Ventotene

Io ho il forte sospetto che moltissimi tra coloro che inneggiano al manifesto di Ventotene non l’abbiano letto. E, quindi, ne abbiamo solo una immagine mitica. Al massimo hanno letto la seconda parte (due pagine e mezza su quattordici) che è dedicata esplicitamente al tema dell’Europa.
E’ vero che quelle pagine parlano dell’esigenza di una Europa unita e federale, ma è vero che propone la necessità di una Europa federale. Anche se lo fa per eliminare gli Stati nazionali dai suoi firmatari indicati come lo strumento delle classi dominanti per sottomettere i popoli. E’ vero che il documento contiene pagine alte e nobili e che è ispirato da coraggio e contiene lungimiranza.

Ma la visione del processo di formazione dell’Europa che propone è esattamente all’opposto di quello che stando alle dichiarazioni, Francia, Germania e Italia vogliono perseguire: la costruzione democratica dell’Europa dal basso.

Il manifesto di Ventotene propone, invece, una via rivoluzionaria, esplicitamente antidemocratica e definitivamente elitaria: guidata da intellettuali che usano il popolo come arma rivoluzionaria.
Vado citando, il documento è stato scaricato dal sito dell’ANPI di Novara.
Da pag. 11 a pag. 14, ultimo capitolo. La situazione rivoluzionaria.

Nelle epoche rivoluzionarie, in cui le istituzioni non debbono già essere amministrate, ma create, la prassi democratica fallisce clamorosamente.

Nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia, i democratici si sentono smarrirti
La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria.

Un vero movimento rivoluzionario dovrà sorgere da coloro che hanno saputo criticare le vecchie impostazioni politiche; dovrà sapere collaborare con le forze democratiche, ma senza lasciarsi irretire dalla loro prassi politica.

Esso (il movimento rivoluzionario) attinge la visione e la sicurezza di quel che va fatto, non da una preventiva consacrazione da parte della ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna. Dà in tal modo le prime direttive del nuovo ordine, la prima disciplina sociale alle nuove masse. Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo stato e attorno ad esso la nuova democrazia.

Io non voglio intaccare il mito Spinelli, ma mi sembra assolutamente sconveniente arruolarlo in battaglie per la democrazia dal basso che giudicava perdenti.
Per concludere, stamattina ho visto riportata una foto su di un libro sul terrorismo degli anni ’70 Riportava una scritta su di un muro: democrazia è il fucile in mano alla classe operaia.
Risonanze lugubri.


lunedì 22 agosto 2016

Un Modello "Dissipativo" del Cervello (Lettura Estiva 4)

di
Luciano Martinoli


Tra i meriti di questo articolo del Prof. Vitiello, oltre quelli specifici dell'ambito di indagine, ve ne sono due di particolare interesse generale.
Il primo è la dimostrazione pratica di come una conoscenza, in questo caso la teoria dei campi quantistici, possa fornire un approccio di tipo sistemico al manifestarsi della complessità funzionale di un sistema trattato in un altro ambito di conoscenze, la neurofisiologia e la psicologia.
Il secondo dimostra la necessità, in molti ambiti particolarmente "complessi" (quali senz'altro quelli umani: economia, sociologia, politica, ecc.) di superare la «visione ingenua del mondo» secondo la quale la realtà è scomponibile in singoli elementi che «esistono di per sé», indipendentemente l'uno dall'altro; visione che l'autore qualifica come una gratuita assunzione ed etichetta «pregiudizio ontologico».
Buona lettura

sabato 20 agosto 2016

Un buon uomo, le sue banalità e la sua responsabilità

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per mattarella al meeting di Cl

Come riporta Il Sole 24 Ore il nostro Presidente all’apertura del Meeting di Cl ha proposto il suo pensiero. Riporto nello stesso ordine proposto dal giornale:
“All’Italia impaurita dall’immigrazione rimarca l’importanza del “noi” contro l’ “io”, della solidarietà conto l’egoismo, dei ponti contro i muri.” Poi ancora: “senza rinunciare alla nostra civiltà sconfiggeremo il terrorismo”.
E via declamando, aggiungendo banalità e togliendo senso: “Dobbiamo lavorare con impegno per ricomporre le ferite e rendere l’Italia più robusta più solidale, più competitiva, più importante per la costruzione Europea.”.
Banalità assoluta “lavorare con impegno”. Non sense: Più competitiva. Cosa vuol dire diventare più competitivi di qualcuno? Essere più bravo di lui ad accaparrarsi risorse scarse. E la solidarietà fa a farsi benedire. Non sense del non sense: ogni battaglia competitiva ha solo sconfitti, come ogni guerra. Cioè: dobbiamo intraprendere una battaglia che distrugge la solidarietà e che non ha nessuna probabilità di essere vinta.
Conclusione: non voglio certo dare un giudizio negativo su di un uomo dalla vita integerrima e anche drammatica. Anche se occorre riconoscere che il fare una vita integerrima per chi ha garantita la pancia piena qualunque cosa accada è più facile che non per i diseredati.
Non giudico l’uomo, ma il suo accettare la più alta carica dello Stato, sì! Per essere all’altezza della sua responsabilità deve almeno studiare di più per costruire analisi più profonde ed avanzare proposte più praticabili. Esiste un patrimonio ricchissimo di conoscenze di cui sembra non disporre e che Gli sarebbero utilissime per il bene Suo e di noi tutti. Se ne impadronisca almeno per il discorso di fine anno.



...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.