mercoledì 4 aprile 2012

Ci sono o ci fanno?

di
Francesco Zanotti


Speriamo ci facciano… Speriamo che siano parte di qualche segretissimo complotto internazionale contro i lavoratori… 
Perché se ci sono, cioè sono così “non sapenti”, allora le cose stanno molto peggio.
Sto parlando del nostro attuale Governo. Appena l’ho detto e mi vengono in mente i volti e le storie dei ministri, escludo categoricamente che facciano parte di qualche complotto. Anzi, credo che non possa esistere alcun complotto così complessivo da porsi come obiettivo il Governo del mondo.
Allora non ci rimane che l’opzione “Non sapenti”.
E l’opzione “ Non sapenti” trova conferma ogni giorno, anche solo sfogliando i giornali.

Solo quale accenno al lettore. Sarà più che convincente.

La Professoressa Fornero. Degnissima persona, ovviamente. Per lei e per tutti coloro che citerò, altrettanto ovviamente, absit injuria verbis. Degnissima persona, ma come fa a non sapere …
Pensa che il raccogliere consenso passi dal dimostrare di aver ragione. Ma non è così.
Primo perché non esistono ragioni definitive. Esistono soluzioni ottimali all’interno di un certo modello sociale. E poiché il modello della Fornero si muove all’interno della società industriale non può essere una verità assoluta.
Secondo perché la sua riforma non si giustifica neanche rimanendo all’interno del modello della società industriale perché considera il dipendente come attore esecutivo e non progettuale. E questo è. Ma oggi proprio il modello della società industriale è da abbandonare.
Terzo perché sembra dimenticare il problema del significato. E’ vero che l’articolo 18 fisicamente è una piccola parte del testo della riforma. Ma ha una grande valenza simbolica. Per tanti gruppi sociali è un simbolo della loro visione della società.

Il Presidente del Consiglio Mario Monti. Sta andando in giro a sostenere che la crisi è quasi superata almost over.
Ma basta che legga i giornali e scopra che sono piene di fatti che contraddicono questa affermazione. Meglio (e peggio): si riferisce alla crisi finanziaria (ma neanche questa è finita) e dimentica tutte le altre dimensioni di quella che è una vera e propria ecologia di crisi.
Solo per citare qualche fonte.
Sole 24 Ore di venerdì 30 marzo, prima pagina: “Europa, torna l’allarme sul debito”.
Sole 24 Ore di martedì 3 aprile: “Eurozona: per l’industriaprospettive più incerte” di Riccardo Sorrentino.
Corriere Economia: “Crisi in America tornano i timori” di Maria Teresa Cometto.
Fabio Fubini sul Corriere (non ricordo il giorno esatto): "L’economia sta diventando illiquida".
Suo Sole 24 Ore (non ricordo il giorno esatto): "Stop sul credito a medio termine".
I dati sulle banche. Le prime quattro banche italiane hanno generato perdite per circa 40 miliardi di Euro. I dati sulla vendita di auto: di male in peggio. I dati sulla occupazione, i dati sui fallimenti …
Soprattutto la mancanza di un mater plan per lo sviluppo del paese.
Certamente ci sono. E questo è pericolosissimo.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.