lunedì 30 maggio 2016

Che vergogna battute e slogan

di
Francesco Zanotti

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Vergogna a tutti i politici che giocano a chi fa la battuta più ficcante, a che trova lo slogan più efficace, almeno nelle intenzioni, per acquisire voti.
Oggi abbiamo bisogno di progetti alti e forti. E i progetti alti e forti non sono mai in conflitto tra di loro: si cercano e si fondano in progetti più ampi.
Non votate slogan e battute … una grande pernacchia a tutti i politici battutisti… come il grande Edoardo ha insegnato

venerdì 27 maggio 2016

Populismi: occorrerà un grande disastro

di
Francesco Zanotti

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Le classi dirigenti combattono il populismo. Obama denuncia l’ignoranza dei populisti. Ma né le classi dirigenti, né Obama, che ne sembra rappresentare il volto migliore, possono vantare conoscenze o capacità progettuali molto migliori. E non c’è nessuna speranza che vogliamo fare un salto di qualità nella conoscenza e nella progettualità.
Che fare allora per frenare i populismi che sono solo banali illusioni semplificatrici? Se le classi dirigenti non faranno un grande salto di qualità in conoscenze e progettualità saremo costretti, purtroppo, ad attendere che qualche populista in qualche parte del mondo si imponga. Così saranno gli strazianti danni che creerà a convincere della insensatezza del populismo.

Purtroppo … Ecco, care classi dirigenti, non c’è proprio nessuna possibilità che cominciate a risollevarvi dall’ignoranza che non è davvero molto diversa dai populisti ed evitarci strazianti guai, vero?

martedì 24 maggio 2016

Wikipedia e Esino Lario

di
Francesco Zanotti

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Dal Corriere della Sera di oggi: il Congresso mondiale di Wikipedia avverrà nel Paesino di Esino Lario sul lago di Como. Mi si conceda un parallelo: Barbiana anni ’50, paesino “sfigato” della Toscana che diventa la capitale educativa di quegli anni.
La lezione? Non sono necessarie risorse fisiche, ma risorse cognitive per cambiare il mondo.
Sia Esino che Barbiana non hanno nulla di quello che oggi viene giudicato indispensabile: infrastrutture (strade reali e virtuali, strutture alberghiere etc.) e risorse finanziarie. Hanno e hanno avuto conoscenza e passione.

Oggi sono possibili grandi progetti di imprenditorialità sostanziale, sia essa economica che sociale politica e culturale. Una imprenditorialità che comincia ad agire e non si guarda continuamente intorno per capire se raccoglie consenso o meno.

venerdì 20 maggio 2016

Pannella: non immiserite l’uomo

di
Francesco Zanotti


Chi vuole celebrare Marco Pannella usa parole come battaglie, conflitti, lotte …
E’ la depravazione della società industriale. E la depravazione della mia generazione.
Io credo che Pannella sia stato molto più di un combattente. Sia stato un uomo dalla mente, dal cuore e dalle esperienze intense. Non giuste e sante: nessuno di noi è giusto e santo. Ma non banali, in mezzo ad una classe politica che della banalità di mente, cuore ed esperienze ha fatto un credo esistenziale.

Forse ha interpretato a modo suo, con tutti le incertezze dell’epoca in cui è vissuto, l’ideale del “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

mercoledì 18 maggio 2016

Istituzioni (Regioni, Aree metropolitane etc.) fantasma?

di
Francesco Zanotti

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Ferruccio De Bortoli oggi sul Corriere della Sera denuncia a mancanza di progettualità strategica delle diverse istituzioni: dai comuni alle regioni. Denuncia condivisibile, ma occorre capire da dove viene questa rinuncia alla progettualità strategica e come porvi rimedio.
Non è frutto di incapacità delle classi dirigenti, ma della loro ignoranza. Ed è molto meno grave perché all’ignorare si pone facilmente rimedio, alla incapacità, no!
Ignoranza di cosa? Beh il fare progetti strategici è una attività che, come tutte le altre, deve essere fondata su di uno specifico insieme di conoscenze. Nessuno si mette a fare il medico non conoscendo nulla di medicina. Anzi si riconosce l’essenzialità dell’aggiornamento continuo.
Allora per fare progetti strategici occorre disporre delle conoscenze e delle metodologie che servono: sono le conoscenze e le metodologie di una disciplina del tutto sconosciuta (anche dai manager) che si chiama strategia d’impresa. A dimostrazione di quanto sia sconosciuta: dott. De Bortoli, ha mai letto un libro sulla strategia d’impresa?
Se il problema è così, non si pensi che basti sostituire una classe dirigente con un’altra. O i vecchi con i giovani. Per rilanciare la progettualità strategica occorre scegliere classi dirigenti non ignoranti.

Il problema è che forse le persone colte non si buttano in nessuna delle competizioni elettorali attuali.

sabato 14 maggio 2016

Buone nuove da Harvard

di
Francesco Zanotti

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Oggi il Corriere della Sera riporta di una ricerca condotta dall’Università di Harvard che evidenzia le tendenze prevalenti tra i giovani. I così detti millenials. E si respira.
Riporto alcuni risultati evidenziati dall’autore dell’articolo Mauro Magatti.
“Cercano un equilibrio più avanzato tra l’Io e il Noi.”
“hanno un atteggiamento critico tanto verso il liberalismo sfrenato quanto verso lo statalismo aggressivo”.
Sono sensibili verso la crisi dell’ambiente naturale perché ne pagheranno in prima persona le conseguenze.
“Fanno della tolleranza un valore fondamentale”.
“I migranti visti più come risorse che come minaccia”.
E molte altre cose …
Conclusione dell’Autore: “Così, con forme, parole e modalità nuove, siamo forse all’inizio di un nuovo cambio di generazione. Che, possiamo tutti augurarci, potrebbero trasformarsi presto anche in cambio di paradigma sociale.”.
Domanda mia: quale leader saprà immaginare progetti di futuro che contengano questi valori?
Non so chi, ma so chi non. So chi non ci riuscirà.
Non ci riuscirà la vecchia generazioni di sessantottini che sono arrivate ad occupare la società con un cinismo senza pari.
Ma neanche le vecchissime generazioni di quasi quarantenni e quarantenni che o scodinzolano dietro sessantottini imbolsiti o si fanno le scarpe gli uni con gli altri con povertà culturale, paura esistenziale e protervia esteriore impressionanti.



mercoledì 11 maggio 2016

Giudici e politici: non si possono dividere esattamente i ruoli

di
Francesco Zanotti

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Dirò una cosa banale per tutti coloro che si occupano di teoria dei sistemi, ma che forse sembrerà eretica a giudici e politici.
In generale in un sistema complesso non si possono distinguere esattamente le parti. Questo è vero soprattutto nei sistemi umani dove l’uomo sta in mille scarpe, interpreta mille ruoli.
Allora non si può chiedere ad un uomo di essere solo giudice o politico. Sarà sempre ambedue e mille altre cose contemporaneamente. Non potete chiedere a un magistrato di non emettere sentenze politiche: non può fisiologicamente farlo. Non potete chiedere ad un politico di non impiccarsi dei comportamenti dei magistrati. Altrettanto fisiologicamente non può farlo.
La suddivisione dei poteri ha alla base la visione del mondo della fisica classica che, invece, cerca di vedere ogni sistema come composto di parte ben distinte e giudica disordinato un sistema dove non si possono mettere linee di demarcazione precise. Il Barone di Montesquieu ha cercato di applicare l’ideale della fisica classica alla società: che si dividano esattamente i poteri! Ma non è possibile. Si generano solo conflitti sul dove mettere linee di demarcazione perché ognuno vedrà la proposta dell’altro come sbagliata. Così sbagliata che chi le propone ci deve avere il suo bravo interesse. Non può essere in buona fede.


sabato 7 maggio 2016

Invece di Trump e dei Trump de noatri

di
Francesco Zanotti

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Tutti i benpensanti sostengono che Donald Trump sia di una ignoranza insondabile. Bene, è certamente vero, ma …
Ma prima di tutto, ha grande successo. E, poi, se guardiamo alla nostra attuale classe dirigente, beh forse i nostri leader non arrivano all’ignoranza di Trump, ma non sono neanche quel gran che …
Cosa sta succedendo? Che quello che sta andando in crisi è il modello della società industriale.
Ogni persona, però, vede e soffre un pezzo di questa crisi. Quando arriva un leader che coltiva le ragioni dei diversi disagi molecolari, anche se intensissimi, allora tutti dietro. Se, poi, è un leader sfrontato, spaccone, un po’ mascalzone e con qualche belloccia al seguito, è il massimo.
Cosa servirebbe? Qualche leader della progettualità alta e forte e gratuita. Alta e forte perché deve riuscire a raccontarvi il romanzo della società. E lo deve fare con la capacità di costruire trame complesse, ma con una forza narrativa degna dei migliori romanzieri russi.
E, poi, la sua progettualità deve essere gratuita. Cercate un leader che rende disponibile la sua visione del mondo futuro ma non vi chiede in cambio un voto.


...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.