mercoledì 29 agosto 2012

Tra il dire ed il fare …

di
Francesco Zanotti


… davvero ci sta il mare. E’ quello che denuncia oggi sul Sole 24 Ore il suo Direttore. E promette un impegno di monitoraggio di come vengono applicate le diverse riforme che via via vara il Governo e di quale impatto avranno.
Io direi che basta usare qualche banale “legge” sistemica per rispondere che le riforme verranno attuate poco e l’impatto sarà limitato.
Innanzitutto, in una società complessa (non calcolabile) non hanno senso ristrutturazioni (le riforme sono ristrutturazioni), sono necessari progetti di sviluppo complessivi. Se si fanno ristrutturazioni, gli Attori Sociali rispondono a queste ristrutturazioni in modi imprevedibili. Spesso vanificandole.
Poi, non esistono progetti di sviluppo ottimi. Ne esistono teoricamente infiniti con uguali prospettive di successo.
Da ultimo: quali progetti di sviluppo sono realizzabili? Quelli che hanno il massimo di consenso. E come si costruisce consenso? Coinvolgendo chi deve realizzare un progetto nell’immaginarlo.
In sintesi, noi usciremo dalla crisi quando un qualunque Governo avvierà la creazione sociale di un Progetto di Sviluppo complessivo del Sistema Paese.
Non è possibile farlo? Non è vero: esistono tecnologie e metodologie per riuscirci.
Seguirà questo Governo questa strada? Inevitabilmente no perché la sua epistemologia di fondo è strutturalmente riduzionista: immagina che il mondo sia un sistema “semplice”, cioè “calcolabile” da qualche mente eccelsa.

sabato 25 agosto 2012

Praterie e cosmologia …

di
Francesco Zanotti


Leggo sul Corriere della Sera di oggi la seguente dichiarazione del Ministro Moavero: “Noi non dobbiamo pensare di muoverci come se fossimo in una prateria libera e sconfinata”.
Io non solo penso che siamo di fronte ad una prateria sconfinata di segni del Tempo Futuro (mille potenzialità di nuovi prodotti, sistemi produttivi, servizi, infrastrutture, scienza e tecnologia), ma addirittura, che dobbiamo addirittura costruire praterie più ampie … basta aumentare la nostra capacità di visione e di progettualità …

Per dare un’immagine della dinamica evolutiva che propongo, mi rifaccio alla cosmologia … Dicono i cosmologi che circa 5 miliardi di anni fa (giusto quando si stava formando il sistema solare) nel nostro universo è apparsa sempre più evidente una forza espansiva che sta continuando a crescere: la così detta energia oscura (oscura perché non interagisce con i fotoni). Da dove viene questa forza? Una ipotesi è che sia creata dalla espansione stessa. Creandosi spazio, si crea una forza che crea ulteriore spazio. …
Creando praterie … si creano ulteriori praterie. Se ci vincoliamo ai fili d’erba che ci stanno sotto i piedi, ci sembrerà che stiano ingiallendo … E si ingialliranno davvero perché calpestiamo sempre lo stesso presente.


mercoledì 22 agosto 2012

Insensatezza scientifica del rating

di
Francesco Zanotti

Ovviamente nessuno osa dire che la scienza è una stupidaggine. Tanto meno che lo sia la matematica. Anzi, la scienza sta diventando quasi mitica …
Bene, ma allora perché non la usiamo questa scienza? In particolare la matematica? Se lo facessimo la smetteremmo immediatamente di assegnare, nel modo in cui stiamo facendo i rating, perché ci accorgeremmo della auto contraddittorietà del processo!
Brevemente, chi assegna il rating sostiene di fare dei calcoli affidabili, diciamo “oggettivi”. Questo è possibile solo se usa un algoritmo “corretto”. E che è questo algoritmo? Dovrebbe essere una funzione suriettiva (non è iniettiva perché non ci sono valori del rating non usabili) esplicita (sono specificate le operazioni che contiene) che permette di passare da un insieme di dati, tendenzialmente molto complesso per rappresentare la realtà, ad esempio di un Paese, ad un sottoinsieme di una ventina di numeri naturali. Detto diversamente, si pretende che esista un insieme di calcoli da fare per collegare, indiscutibilmente, la realtà di un Paese ad un numero naturale scelto all’interno un insieme del tutto indefinito di una ventina numeri naturali: va bene qualunque insieme di numeri, l’importante è che siano esattamente tanti quanti i livelli di rating. Un algoritmo esplicito non può che fare questa cosa: può finire solo con un numero (razionale). Che, poi, questi numeri naturali vengano etichettati con insiemi di lettere dell’alfabeto rende ancora più ridicola la cosa. Forse fumosa …
Ovviamente caratteristica fondamentale di un algoritmo è che è indifferente a chi lo usa …
Bene, un algoritmo di questo tipo non esiste! Punto e basta!
Esistono giudizi soggettivi che, a questo punto, è stupido cercare di ridurre ad un insieme di una ventina di simboli. Allora è il caso di cominciare a discutere della qualità di questi giudizi soggettivi. Ad esempio chiedendoci: ma da quale immagine di Paese partono? Dovrebbe essere una immagine completa e coerente … ma questo tipo di immagine non può esistere …
Mi fermo qui, perché il discorso potrebbe essere lungo. Ma mi sembra più che sufficiente per piantarla con questi rating … 

lunedì 20 agosto 2012

Monti e gli Altri … Con la lettera maiuscola

di
Francesco Zanotti


Forse esiste anche un’altra ragione della crisi e del perchè non riusciamo a superarla …
Ieri, a Rimini (secondo quanto riportano i media), in un meeting che aveva come obiettivo il rapporto tra l’Uomo e l’Infinito, il Presidente del Consiglio ha dichiarato il suo obiettivo: Stiamo mettendo i semi per rendere la società italiana più normale, più guardabile in faccia e più ispiratrice di fiducia.

Per giudicare la qualità del suo obiettivo occorre guardare gli Altri …

John Fitzgerald Kennedy, 12 settembre 1962

« Gli occhi del mondo, guardano ormai verso lo spazio, verso la luna e i pianeti che vi sono oltre ad essa, e noi ci siamo impegnati a far sì che tutto ciò non sia governato da una bandiera ostile di conquista, ma da un vessillo di libertà e di pace ».
« Abbiamo iniziato questo viaggio verso nuovi orizzonti perché vi sono nuove conoscenze da conquistare e nuovi diritti da ottenere, perché vengano ottenuti e possano servire per il progresso di tutti ».

 Suo Fratello Robert, 18 marzo 1968

sabato 18 agosto 2012

Risorse cognitive e crisi

di
Francesco Zanotti


Noi siamo le nostre risorse cognitive.
Siamo i linguaggi che sappiamo comprendere e che usiamo per esprimerci.
Siamo le tecnologie alle quali sappiamo dare significato.
Siamo le teorie che possediamo e che ci servono come filtro razionale nei confronti degli altri. Ci guidano a scegliere cosa considerare vero, verosimile o errato.
Siamo i modi di ragionare (i modelli con i quali abbiamo costruito le nostre teorie) con quali assembliamo i nostri ragionamenti.
Siamo le storie che ci emozionano: che ci mobilitano e che ci fanno esprimere giudizi etici, estetici, empatici.
Siamo la nostra visione del mondo che ispira e che da’ significato a linguaggi, tecnologie, teorie, modelli e storie.

Questo insieme di risorse cognitive emerge in noi attraverso il nostro relazionarci con il mondo: con lo sperimentare e l’imparare.
Se non attiviamo un costante sforzo di rinnovamento (attraverso esperienze ed apprendimento) del nostro patrimonio cognitivo esso tende a sclerotizzarsi sul passato

Ed ora arriviamo alla crisi che stiamo vivendo e che sta peggiorando ogni giorno. La ipotesi che propongo all’attenzione è la seguente.

lunedì 13 agosto 2012

ILVA di Taranto: che tristezza la durezza …

di
Francesco Zanotti

Leggo sul Corriere della Sera di oggi una descrizione del carattere del Giudice Anna Patrizia Todisco. Leggo dal Corriere … quindi i miei commenti si riferiranno ai giudizi del Corriere. Non partono da un mio giudizio sull’operato della dott.ssa Todisco che non ho competenza ad esprimere.
Riporto alcune frasi del Corriere della Sera “Patrizia va alla guerra. Sola. Gli articoli del Codice Penale sono i suoi soldati.”. Il Corriere poi riporta i giudizi (ammirati) dei Colleghi: “Rigore giuridico perfetto”. E quello di tanti avvocati: “Una dura oltremisura, rigida che più non si può”.
E’ inutile che continui: il lettore avrà certamente colto il giudizio complessivo dell’articolista (Giusi Fasano) sulla dott.ssa Todisco.
Bene, se il Corriere ha ragione, allora il mio commento è semplicissimo: che tristezza!
Non abbiamo bisogno di eroi duri e puri o meglio: l’essere duri e puri non ha alcun senso scientifico.
Più in dettaglio. Non sto proponendo di sostituire la durezza e la purezza del pensare con compromessi vigliacchi. Sto sostenendo, invece, che la durezza e la purezza giuridiche sono un'illusione scientificamente ingiustificata. Se poi porta anche a conflitti invece che a progresso, la tristezza è davvero infinita.
Sono un’illusione scientificamente ingiustificata per le seguenti ragioni.

mercoledì 8 agosto 2012

Vacanza di studio… almeno!

di
Francesco Zanotti


Capisco che le vacanze siano sacre. Anche per il Parlamento … Ecco, no! In realtà non capisco. Io credo che chi Governa non abbia diritto ad un respiro di riposo fino a che anche l’ultimo dei cittadini potrà permettersi di andare in vacanza … Di più: stiamo parlando ancora il linguaggio dei privilegiati. Io credo che un Governo degno di questo nome non possa andare in vacanza fino a che nessuno dei cittadini, in nome dei quali governa, vive o può temere di vivere l’incubo di una povertà senza speranza.
Ma tant’è …  Se ne va in vacanza tutto il Parlamento.

Allora, visto che questo rito irresponsabile non si può evitare, almeno mi si lasci invitare i nostri governanti a studiare durante le vacanze. Alcune cose che non conoscono e che sarebbero loro (e, quindi, a tutti noi) così utili …

Mi permetto di suggerire tre aree di studio a tre membri del Governo.

martedì 7 agosto 2012

Mettete dei fiori nei vostri cannoni …

di
Francesco Zanotti


Era l’ingenua canzone di una generazione che ha vissuto la giovinezza sotto l’incubo della Bomba che il 6 agosto di 67 anni fa ha distrutto Hiroshima. Tutti sapevano che da un momento all’altro ne potevano esplodere mille. Definitive. Tutti i sogni di tutte le notti di mezza estate, anche i più dolci, erano intrisi di uno sfondo di crudele paura.
Da almeno vent’anni l’incubo di una pioggia di Bombe è scomparso. L’abbiamo esorcizzato, almeno a livello globale (dico così perché nessuno escluda che qualche folle usi la Bomba in qualche conflitto regionale).
Abbiamo, però, lasciato la nostra missione a metà: non abbiamo coltivato e distribuito per il mondo fiori … Voglio dire che siamo responsabili di un mondo che si sta crogiolando in una crisi economica, sociale, ambientale, culturale senza precedenti. Allora noi tutti che volevamo mettere i fiori nei cannoni dobbiamo uscire dalla burocratica prosopopea con la quale difendiamo identità banali. Quei fiori dobbiamo riuscire a piantarli e a farli crescere...
E’ l’unico modo di onorare quei morti che mi sembra degno di noi che cantavamo speranze che, poi, non siamo riusciti  a realizzare.

giovedì 2 agosto 2012

Semplicemente: Marchionne ignora …

di
Francesco Zanotti


Marchionne ignora il ruolo, il funzionamento ed i processi di evoluzione spontanea della organizzazione informale. 

Ignora i processi di sviluppo di un mercato. 
In sintesi, ha una visione del fare impresa che non ha più alcuna legittimità scientifica.
Per una illustrazione di queste tesi, basta navigare nei nostri blog

Il risultato di questo ignorare è che, contemporaneamente, si mette in conflitto con questa organizzazione informale, con il sociale che ne è la manifestazione esterna e con gli azionisti, perché deprime la capacità di produrre valore dell’impresa FIAT.

La soluzione migliore è che colmasse il suo non sapere, ma come potrà mai ammettere di non sapere? E noi tutti paghiamo lo scotto di questa incapacità di riconoscere di non sapere. Eppure il Nostro mi sembra sia laureato in filosofia. Quindi il nome “Socrate” dovrebbe dirgli qualcosa …

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.