Trasformare conoscenza in cultura
Gianfranco Minati
Associazione Italiana per la Ricerca sui Sistemi www.AIRS.it
La sfida che la discontinuità tra la società industriale e quella post-industriale, in cui la conoscenza è la risorsa principale, ha posto è ancora da capire, affrontare e accettare.
La cultura che si continua ad usare è quella ontologicamente corrispondente alla scienza dell’epoca industriale basata, ad esempio, su concetti quali:
Automatizzare
Calcolare
Completezza
Decidere razionalmente (ricerca dell’ottimo unico)
Deduzione e induzione
Dinamica come variazione della stessa struttura nel tempo
Distinguere
Equilibrio
Eguaglianza
Esistenza
Misurabilità
Obiettivi
Ottimizzare
Precisione
Prevedere (= anticipare)
Proporzionalità
Regolare
Reversibilità
Ricerca dell’unico migliore tra quelli dati
Ripetibilità
Risolvere
Sommatività.
Le novità concettuali introdotte successivamente nella scienza e permeate in tecnologie, prodotti, servizi con loro problematiche, non sono diventate cultura. Esse sono state intese come eventi, affari interni della scienza e non come un processo culturale. Le nuove problematiche sono interpretate e affrontate con la cultura precedente.
Esempi sono:
La relatività (ristretta e generale)
Il principio di indeterminazione di Heisenberg
I teoremi di Gödel
La Teoria Quantistica dei campi
Sistemica
Teorie Astronomiche
DNA, RNA e sintesi proteica
Risonanza magnetica (tecnica di studio della materia -organica e non- basata sulla misura della precessione dello spin di elementi -come protoni- dotati di momento magnetico quando sono sottoposti ad un campo magnetico)
Emergenza
Superconduttività
Superfluidità
Costruttivismo
Operatori invece di proprietà puntuali nei campi
Gestalt
Scienza cognitiva.
Nuove categorie concettuali introdotte dalla scienza sono rimaste curiosità senza mai diventare patrimonio culturale, senza mai essere usate. Esempi sono:
Molteplicità
Coerenza tra dinamiche
Modelli cognitivi
Creazione cognitiva di realtà
Rottura di simmetria
Prendiamo l’esempio delle equazioni di Maxwell espresse in forma differenziale nel vuoto. Sono nulle le correnti di conduzione e carica elettrica e rappresentano perfetta simmetria tra campo magnetico e campo elettrico. Infatti sono entrambi costituiti da linee chiuse e la loro dipendenza dal tempo fa sì che le une siano l'origine delle altre in una spirale generatrice infinita in ogni punto e per tutti i punti dello spazio, che sta all'origine delle onde elettromagnetiche. Si ha rottura di simmetria quando le soluzioni non sono più simmetriche ad esempio nel tempo (per istanti, per periodi, ecc.).
Utilizzo dinamico di modelli
Generare continuamente proprietà invece di possederle
Proprietà dell’irreversibilità
Dissipatività
Apprendimento come calcolo
Decisione come creazione di possibilità
Apertura logica
Decisione non come azione solo razionale, ma cognitiva
Capacità di ipotizzare scenari
Abduzione.
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L’incapacità di trasformare la nuova conoscenza in cultura è sostituita da usi della vecchia. Tale incapacità è coniugata con il fatto che la nuova conoscenza deve convivere comunque con la precedente e che occorrono strategie ed approcci metodologici per riconoscere dove e quando sono efficaci.
Sono esempi di tale incapacità ipocrisie cognitive e valoriali, quali:
Confondere crescita e sviluppo
Democrazie nell’era della manipolazione ove è confusa con libertà di scelta e ridotta a tale
Bilanci in attivo basati sulla complicità di non chiedere restituzioni di debito
Esportare pace come nuovo imperialismo
Rispetto riduzionista della vita incapace di assumersi responsabilità sulla qualità e volontà del singolo
Confondere crisi di creatività con problemi gestionali, di ottimizzazione
Incapacità di rendere fruibili le informazioni senza commerciarle.
E per finire una produzione di conoscenza basata su reti di complicità, carriere e potere: a partire da come si valutano i lavori per le riviste scientifiche, si assegnano borse e finanziamenti, come funzionano i concorsi.
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Finiamo notando come la capacità di trasformare scienza in cultura è un processo essenziale, segnale di vitalità di una società. Esso inoltre è, almeno in parte, un progetto imprenditoriale, generante profitti e valore di ruolo.
Non c’entra la divulgazione, ma la capacità di rendere fruibile la conoscenza con progetti d’uso nei vari contesti sociali.
Si tratta di introdurre un linguaggio adeguato per fare trasformazioni come traduzioni, frasi di futuro che non possono essere formulate con il linguaggio precedente avente la potenza di dire frasi equivalenti, forse nuove, ma sempre equivalenti alla cultura e conoscenza precedente. Certo bisogna studiare, cosa non banale in un mondo dove si millanta scientificità di prodotti e metodi e scorciatoie, tipo parlare una lingua straniera e saper suonare strumenti musicali in qualche ora.
Nella società della conoscenza occorre un'attitudine costante allo studio, non più confinata ai giovani che, dopo la scuola, avrebbero bisogno al più di aggiornamenti (!).
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Viene in mente la tesi di Sapir-Whorf che nella sua formulazione originaria, poi sofisticata, esprime che è il linguaggio che crea il pensiero e non viceversa.
“to imagine a language means to imagine a form of life”
(L. Wittgenstein, Philosophical Investigations, 1953)
E il linguaggio rappresenta la società e la società rappresenta, è il suo linguaggio.
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