di
Francesco Zanotti
Ai miei tempi, quando un giovane chiedeva al papà il motorino si sentiva rispondere: guadagna i soldi per comprarlo. Se il papà era ammalato o in crisi, il figlio si dava da fare (ma lo fa anche ora) per procurarsi le risorse che il papà non gli può garantire.
Generalizzando: l’obiettivo è sempre stato quello di darsi da fare per produrre valore.
Quando siamo usciti dalla distruzione della guerra, l’obiettivo che ci siamo dati è: produrre di più per avere più ricchezza.
Oggi, quando un' impresa o un Paese è in crisi, la ricetta è: tagliare i costi. Del tipo: altro che motorino, comincia a mangiare meno! Oppure: non fare sogni di una nuova società,diminuisci i tuoi bisogni ed adattati a vivere tra le macerie. Oppure: fai efficienza e butta fuori le persone.
Insomma: ieri costruivamo mondi, oggi dobbiamo accontentarci di vivacchiare in quei mondi che sono tutta una crepa!
Ovvio che poi in Grecia si scatena la violenza …
Ma non c’è alternativa al rigore, mi si può obiettare che chi protesta è un incosciente... non è vero! E’ incosciente non aver voglia di pensare a quella alternativa al rigore che è il fare subito ed intensamente qualcosa per produrre più ricchezza. Tanta ricchezza da pagare i debiti, avere un stato sociale eccellente ed una qualità della vita da sogno. Ho usato apposta parole forti per marcare la differenza tra la strategia dello sviluppo e la strategia del rigore.
Mi si potrà obiettare che è necessario prima il rigore e poi lo sviluppo, che si deve cercare di coniugare rigore e sviluppo. Ecco, non è vero! Ogni riflessione (neanche azione, basta il pensarci) sul rigore interrompe qualunque pensiero ed azione sullo sviluppo.
Vorrei cercare di illustrare questa mia affermazione. E parto da un'osservazione etica: la grande maggioranza di coloro che predicano il rigore non saranno toccati da questo rigore. Continueranno a godersi i loro pingui stipendi fissi. Predicare il rigore agli altri che stanno peggio di noi non è etico. Ma questi signori pensano che davvero il rigore sia indispensabile. Ed allora arriviamo alla conoscenza. Si pensa che il rigore sia indispensabile, perché non si usano due corpi di conoscenze che, se usati, rivelano immediatamente che anche solo ogni pensiero di rigore uccide lo sviluppo. Solo le conoscenze, i modelli e le metodologie di strategia d’impresa e la moderna teoria dei sistemi.
Usando queste conoscenze, si scoprono dinamiche che sarebbe molto interessante discutere: che la competizione che tanto ci angoscia sta nella testa e non nel mercato. Che il nostro problema è allora cognitivo e non finanziario. Che esistono strumenti per misurare quanto questa sindrome da competizione sia “grave” (cioè un imprenditore ci crede davvero) e metodologie per aiutarlo a superare questa sindrome …
E’ un post di un blog … non posso dettagliare ulteriormente. Ma mi sembra davvero grave che un futuro di sacrifici sia apoditticamente giudicato inevitabile da chi quei sacrifici non li farà e non vuole usare conoscenze che porterebbero a costruire una grande alleanza per lo sviluppo. Io non vorrei rincorrere questo futuro. Può sembrare qualunquista il prendersela con i pingui stipendi fissi di banchieri, economisti, politici e compagnia cantando. Ma, se aggiungete il rifiuto della conoscenza, smette di essere qualunquista e diventa davvero etico.
Fatemi solo tornare alla Grecia (come prolegomeno all’Italia). Tutto quello che ho detto dimostra che la cosa importante è far ripartire una nuova e grande stagione imprenditoriale. Che tradotto e concretizzato significa: la Grecia deve dotarsi di un nuovo, intenso, immaginifico, mobilitante Progetto Strategico di Sviluppo del Paese (che è possibile fare solo usando le conoscenze di strategia d’impresa e di teoria dei sistemi). Ma chi deve scriverlo e realizzarlo? Beh proprio quei cittadini che oggi stanno combattendo contro il rigore e che nessuno mobilita per la costruzione di questo nuovo e grande Progetto Strategico ...
Pubblico con piacere il commento del Prof. Gianfranco Minati:
RispondiElimina"Condivido assolutamente.
Questo fatto è anche leggibile con l'assunzione formale o anche degenerazione di concetti quali 'ottimizzare' come strategia ottimale.
Inoltre è la lettura ormai insopportabile del concetto di 'sostenibilità' che parte dal concetto di avere risorse finite, o a riproducibilità a tasso fisso, e non trasformabilità, invenzione di nuovi processi di uso non solo delle stesse risorse.
Siamo tornati in pieno alla cibernetica del primo ordine, alle inferenze indurre-dedurre senza considerare l'abduzione, ..., e quindi senza concepire la possibilità di far nascere qualcosa di nuovo con proprietà emergenti, DISCONTINUE rispetto al precedente e cioé incommensurabili come del resto si sa da anno dalle transizioni di fase con il cambiamento strutturale
L'acqua si sta trasformando in ghiaccio e nell'acqua che ancora si deve traformare continuiamo a parlare di rubinetti, tubature, cisterne, perdite, miscelare, ...
Vorrei organizzare un incontro AIRS sull'aspetto generale, sistemico, della problematica."