martedì 31 gennaio 2012

Meno male che c’è un Governo non eletto????


di
Francesco Zanotti


Sto sentendo su La7 Concita De Gregorio che dialoga con il Ministro Fornero. Meglio: ho sentito un pezzo del ragionare della Signora De Gregorio e mi sono precipitato a scrivere …Ecco il ragionare (riporto a memoria): Signor Ministro, lei rappresenta un Governo che non è nato da una elezione. Quindi è un Governo che non deve rendere conto ad elettori che non ha. Questo significa che si tratta di un governo che può permettersi di pensare non ai prossimi tre mesi, ma ai prossimi trent’anni …”.Signori, di qualunque parte politica, vi rendete conto che questa Signora ha detto che la democrazia parlamentare è una iattura ed è necessario un governo di tecnici che non risponde al popolo? E’ un attacco alla sovranità popolare…Io sono convinto che la democrazia rappresentativa non funzioni in una società complessa. Ma non propongo di sostituirla con un Governo tecnico che si fonda su una tecnicalità che non esiste. Propongo, invece, di sostituire la democrazia rappresentativa con una democrazia totale, resa disponibile dalle tecnologie e dalle metodologie di creazione sociale di conoscenza … E il Ministro? Beh … annuiva! Come la monaca di Monza. Dice il Manzoni (cito a memoria): e la sciagurata rispose …

4 commenti:

  1. sono d'accordo con Te: è una pericolosa deriva in corso già da qualche tempo (dalle prime difficoltà...!) e non solo in Italia: qualche mese fa su Financial Times ci si chiedeva se non dovessimo anche noi adottare il modello cinese...
    Cesare Sacerdoti

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  2. Sono d'accordo con lei. Ma cos'è e come può essere realizzata la democrazia totale?
    R.

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  3. In questo blog abbiamo parlato spesso di una metodologia che abbiamo definito "Sorgente Aperta".Essa è descritta, per sommi capi, nel libro (ancora in bozza, presto ne sarà pronta una edizione più completa ed editorialmente curata): Expo della conoscenza per fare emergere una nuova società. Il libro è scaricabile da questo blog.Credo che della nuova edizione del libro pubblicheremo i singoli capitoli a mano a mano che saranno pronti. Uno sarà dedicato alle modalità di governo dello sviluppo dei "sistemi umani". Sorgente Aperta, appunto. Non provo a fare una sintesi in queste righe perché risulterebbe poco comprensibile. Grazie per i contributi.
    FZ

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  4. A me sembra evidente che la De Gregorio abbia fatto riferimento - seppur in modo implicito e non certo solare - non già a qualsiasi governo o alla forma di governo di una democrazia parlamentare, (se così fosse quel che dice sarebbe inaccettabile!) ma ai governi di "questa" democrazia, quella italiana degli ultimi tempi. Un governo "democratico" dominato dall'esercizio autoreferenziale del potere con azioni di corto respiro, calibrate per lo più su interessi propri e sui "desiderata" delle masse di riferimento: da un lato plasmate mediante l'utilizzo spregiudicato dei media e dall'altro adulate e quasi "tastate" giorno per giorno per regolare primariamente gli interventi possibili sui feedback dei sondaggi. In altre parole un governo incapace di qualsiasi progettualità politica veramente innovante ed efficace a lungo termine, proprio perchè ha cancellato dal suo orizzonte la responsabilità verso i cittadini, verso l'intera società politica che avrebbe dovuto governare nelle sue varie articolazioni conducendole a sintesi verso un futuro possibile, e della quale invece ha coltivato ed usato tutte le mire e gli interessi particolaristici allo scopo esclusivo di mantenimento del proprio potere.
    Per quanto riguarda l'esigenza di sostituire la democrazia rappresentativa con quella "totale" (credo di aver capito di cosa si tratta avendo letto parecchio su questo tema nel blog e altrove) condivido pienamente, compresa tutta la prospettiva culturale di un secondo rinascimento, che faccia perno su una profonda ristrutturazione delle conoscenze, e si riverberi su tutte le dimensioni di vita degli individui, della società e dell'economia.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.