venerdì 20 gennaio 2012

Turbolenza progettuale per costruire un nuovo sviluppo


di
Francesco Zanotti

Stamattina su Finanza e Mercati del Sole 24 Ore leggo del settore High Tech negli Usa. Settore in turbolenza progettuale e redditivo.
Guardo all’Italia e vedo il settore High Tech assolutamente marginale perché non ha mai avuto turbolenza progettuale. Anzi, vedo pochissimi settori in turbolenza progettuale. Ah … senza turbolenza progettuale (aggiungo: diffusa) nessun settore economico decolla. La turbolenza progettuale è inutile solo per le burocrazie.
Guardo all’Italia e vedo che stiamo cercando di liberalizzare. Ma, al massimo, questa è una precondizione (forse necessaria, ma non sufficiente) per generare turbolenza progettuale nei settori dei servizi tradizionali. Non è neanche una precondizione per ridare turbolenza progettuale all’industria. Al massimo è un aiuto per le strategie di prezzo, ma con le strategie di prezzo non si va lontani. Nel caso di un sistema industriale di una qualunque nazione occidentale, con le strategie di prezzo non si parte neanche.
Guardo al mondo e vedo pochi settori in cui vi è una forte turbolenza progettuale: rimane nascosta in piccole nicchie tecnologicamente e sociologicamente specialistiche che rischiano di spegnersi velocemente.
Guardando all’Italia ed al mondo mi vien qualche idea per rilanciare una straordinaria turbolenza progettuale in Italia ed far diventare l’Italia leader in un meta settore economico che serve come motore di sviluppo di tutti gli altri.

L’Expo della Conoscenza di cui tanto parliamo è una strategia ed una azione (e già qui è una novità: un strategia che indica anche cose da fare molto precise). Esso vuole creare un luogo di raccolta e sviluppo della nuova conoscenza che si è sviluppata negli ultimi due secoli e che rimane nascosta in specialismi che la distruggono. Esso vuole essere un momento di confronto dei Protagonisti dello sviluppo di questa nuova conoscenza. Esso vuole coinvolgere tutti i cittadini del mondo di ogni età nello sviluppare la conoscenze del tempo prossimo venturo. Nel creare una vera e propria High Knowledge.
E’ un evento che può essere progettato ed avviato in Italia. Se ne può fare la prima edizione in Italia, ma poi si può diffondere in mille luoghi del mondo. Non ne illustro le caratteristiche perché ne ho parlato ad abundantiam in questo blog. In ogni caso, il lettore può trovarne dettagli nei documenti pubblicati sul blog, nel volumetto “Un Expo della Conoscenza per creare una nuova società”.
Ne illustro gli effetti: innanzitutto, genero una nuova alleanza di sviluppo costruita intorno alla conoscenza che coinvolge tutti i cittadini del mondo. Questo significa diffondere consapevolezza, smontare estremismi, costruire una nuova classe dirigente orientata alla conoscenza e non ad un profitto che non sa neanche più bene cosa sia.
Ma, poi, posso generare una nuova categoria di servizi: i servizi per generare turbolenza progettuale. Servizi capaci di allargare la nuova alleanza sulla conoscenza da un nuovo impegno solidale per progettare una nuova economia ed una nuova società.
In sintesi: l’Expo della Conoscenza è l’Evento/strumento capace di attivare la nascita di nuovi Rinascimenti in ogni angolo e presso ogni popolo della terra. Altro che cercare di diffondere un modello oramai semplicistico di democrazia con le armi.

Se l’Italia diventa il Motore mobilissimo del processo di avvio di un Expo della Conoscenza permanente ed itinerante nel mondo, diventa immediatamente un polo di attrazione mondiale unico. Questo valorizzerà le nostre risorse storiche ed artistiche. Ma di più, l’Italia avrà la possibilità di diventare leader nel mondo in un nuovo settore economico (un settore economico veramente rinascimentale) che sarà, davvero, il settore economico che avvierà, (rinascimentalmente) in Italia e nel mondo la nuova società della conoscenza, dell’etica e della bellezza.

1 commento:

  1. ...e alla mancanza di turbolenza progettuale, rispondiamo con messaggi non certo coerenti...

    Da una parte pubblicizziamo le auto, come non mai, ma dall’altra ne ostacoliamo l’utilizzo

    Da una parte si lamenta una contrazione del risparmio delle famiglie, dall’altra incentiviamo i consumi suggerendo aperture prolungate di negozi
    Da una parte siamo preoccupati della spesa sanitaria in farmaci, dall’altra forziamo per legge l’apertura di 7000 (!! +50%) farmacie
    eccetera
    Cesare Sacerdoti

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.