Una Associazione globalmente e continuativamente poietica per superare la crisi economica, sociale, politica, istituzionale, esistenziale che ci sta sovrastando, costruendo una nuova cultura ed una nuova società partendo da un intero universo di nuove conoscenze “trasgressive”.
Parte seconda
Solo nuove conoscenze diventano nuove culture e nuove società
Da dove partire?
Per rispondere a questa domanda basta evidenziare quali sono state le dinamiche di sviluppo della nostra società attuale: la risorsa poietica fondamentale è stata una conoscenza per quei tempi, profondamente trasgressiva.
Infatti, l’attuale società industriale è nata da una nuova visione del rapporto tra l’uomo ed il mondo che Galileo ha suggerito nelle sue linee essenziali. Partendo da questa nuova conoscenza (di una trasgressività letteralmente “cosmica”), attraverso un processo emergente (cioè non prescritto, ma dato da un numero limitato e variabile di regole) e spontaneo, si sono generati, contemporaneamente e sinergicamente, un grande sistema di pensieri (la scienza “classica”, ontologica e specialistica), e un modello di società culturalmente coerente (la società industriale, assimilata ad una macchina).
Parallelamente si è venuto formando un ideale di Governo di tipo dirigistico-specialistico (il Governo come calcolo ottimizzante che si è concretizzato nel management prometeico e in quella particolare forma di democrazia che è la democrazia rappresentativa).
L’obiettivo perseguito (e indiscutibilmente raggiunto) dai protagonisti spontanei (scienziati ed imprenditori) di questo processo emergente è stato quello di aumentare la qualità della vita (intesa come soddisfacimento sempre più esaustivo dei bisogni “igienici”) dell’uomo cercando, coerentemente con la visione suggerita da Galileo e progressivamente arricchitasi, un dominio sempre più completo sulla Natura attraverso la costruzione (con la tecnologia resa possibile dalla scienza) di una natura artificiale che fosse più accogliente di quella naturale.
Ma tutte le nuove culture e nuove società poi si spengono
Ma, poi, è accaduto che proprio il rilevante successo della società industriale e della cultura scientifica classica che ne è contemporaneamente ispiratrice e figlia, ne abbiano decretato la progressiva perdita di significato.
Infatti, da un lato, la società industriale non soltanto ha soddisfatto i bisogni igienici dell’uomo, ma ha creato un uomo nuovo che, risolto il problema del vivere, ha cominciato a desiderare di filosofare, come suggeriva il “maestro di coloro che sanno”.
Dall’altro, nel cuore della stessa scienza classica, sono nati, in ogni singola scienza naturale o umana, modelli, metafore e linguaggi che hanno mostrato i limiti di senso e di applicabilità della stessa scienza classica.
Indipendentemente da tutto questo, la società industriale si è scontrata, e si sta scontrando sempre di più, contro i limiti fisici della natura che non può sostenere una crescita continua del tipo di produzione e consumo propri della società industriale.
Purtroppo, non si è riusciti a riconoscere questa esigenza di superamento come necessaria e, ovviamente, non si sta cercando di soddisfarla. Anzi, sembra che l’unico spazio progettuale pensabile e praticabile sia il riparare.
E’ vero che stanno aumentando i luoghi e le occasioni di dialogo progettuale, ma non si sono, finora, trovate ispirazione, parole, visione profondamente nuove a cui fare riferimento. Si sono moltiplicati i luoghi ed i mezzi di discussione, ma non le parole con cui discutere.
Ripartiamo da una nuova conoscenza
Le dinamiche di sviluppo della società industriale ci suggeriscono la strada per avviare l’emergere di una nuova società e di una nuova cultura: innanzitutto è necessario buttare nell’agone sociale una nuova visione del rapporto tra uomo e mondo.
Si tratta di un passaggio fondamentale. Infatti, se non cambiamo i modelli, i linguaggi che usiamo, non possiamo immaginare mondi diversi. Possiamo solo rimescolare i mondi che conosciamo. Possiamo solo riparare e in nessun modo “rivoluzionare” nel senso che abbiamo precisato.
Le stesse dinamiche di sviluppo della società industriale, però, indicano una sfida ancora “misteriosa”: cosa fare per impedire che questa nuova società imbocchi una sua nuova via di spegnimento?
Per intraprendere la strada nota (ma non ancora percorsa) ed affrontare una sfida ancora misteriosa, abbiamo progettato quel cammino di costruzione collettiva che abbiamo denominato l’Expo della conoscenza.
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