lunedì 13 febbraio 2012

Grecia e sviluppo … snobbato

di
Francesco Zanotti

Credo sia banale dirlo. La Grecia ha bisogno di un Progetto di Sviluppo. Il tagliare non costruisce sviluppo. Lo stesso vale per l’Italia.
Invece di sviluppo, però, si parla di crescita e la si cerca di raggiungere attraverso produttività e competitività.
Ma questi sono obiettivi dannosi che distolgono dallo sviluppo. Non si può diventare competitivi una volta per tutte, ma ci si incammina verso un strada che, all’inizio sembra nutrita di innovazione tecnologica e qualità, ma poi porta ad una esacerbata competizione di prezzo che non ammette alcun vincitore. Si è costretti a rincorrere l’ideale di una fabbrica a produttività infinita, a costi zero e senza persone. Ancora: se si cerca di diventare più competitivi si ha in mente di migliorare il sistema economico attuale e si leggono anche i progressi della scienza in quest’ottica. Infatti, si parla solo di tecnologia e non di scienza. E’ necessario, invece, parlare di progettualità strategica perché il sistema economico attuale non sta più in piedi: è entrato in conflitto con gli uomini e con la Natura.
In qualche modo la si sottintende parlando di sviluppo sostenibile, ma anche questo obiettivo non basta. Innanzitutto rischia di essere proposto come modo per combattere il capitalismo. Ma soprattutto è necessario immaginare uno sviluppo entusiasmante di tuti gli uomini e della Natura insieme.
Si può obiettare che il Governo italiano sta costruendo le condizioni per la crescita (e si usa sempre e solo la parola crescita). Ma le liberalizzazioni dei taxi non sono un granché utili per avviare una nuova progettualità strategica. Le liberalizzazioni non creano le condizioni per costruire un  Piano di Sviluppo del nostro Paese. Per costruire le condizioni per avviare un processo di elaborazione di un Progetto per un nuovo sviluppo etico ed estetico, occorre diffondere conoscenze e metodologie di valutazione e progettualità strategica. E, prima, la conoscenza delle nuove scienze che forniscono i modelli e le metafore che stanno alla base di queste conoscenze e metodologie.

Purtroppo vince la retorica di una classe dirigente che non sa neppure cosa sia un Progetto di Sviluppo. Noi, anche con le nostre povere forze, ci mobiliteremo perché l’Italia abbia un suo Progetto di Sviluppo che parta dal basso … Chiunque abbia voglia di progettare, non di denunciare, è il benvenuto.

2 commenti:

  1. tutto tristemente e terribilmente vero!Gli uomini al potere non hanno ricette, lo sanno e cercano di tirare avanti a vista, ma credo che stiano soltando accelerando i processi che porteranno al crollo del sistema capitalista; spingono verso la riduzione dei consumi e chiedono un aumento di produttività...come fa a funzionare un mercato così!? forse mi sfugge qualcosa

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    1. Io credo che quello che crollerò non è il sistema capitalistico, ma la società industriale. Il comunismo è considerato l'opposto del capitalismo, ma entrambi tendono a governare, sia pure con priorità opposte, lo stesso tipo di società.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.