lunedì 18 luglio 2011

Una Via allo Sviluppo che parta dal basso

di
Francesco Zanotti

Il Sole 24 Ore, sabato, ha proposto una sua ricetta allo sviluppo. Si tratta di una ricetta dall’alto. Che deve attivare chi governa, mentre noi tutti possiamo solo stimolare o contestare chi governa. E poi aspettare.

In questo blog, a più riprese, abbiamo iniziato a tratteggiare un strategia dal basso che ci vedrebbe tutti attori protagonisti, non solo contestatori o piagnoni. A proposito: facciamo l’associazione di tutti quelli che si sono stufati delle denunce? E che diamine, è evidente che tutta una società è al collasso: non sarebbe meglio proporre, invece di contemplare con masochistico piacere questo collasso in ogni suo anfratto? Davvero, piantiamola: la denuncia è un ottimo alibi per non fare proposte.

In questo spirito, torniamo alla nostra proposta.

Immaginate che tutti noi ci impegniamo ad aumentare gli schemi mentali (gli occhiali con cui guardiamo il mondo) di cui disponiamo. La “potenza” progettuale complessiva  della nostra società farebbe un enorme salto di qualità. Cominceremmo ad intravedere ampi spazi di futuro che prima non vedevamo a causa di occhiali appannatissimi da passato e privilegi (anche meschini) da conservare. Immaginate che vi sia una classe dirigente capace di trasformare questa potenzialità progettuale in atto. Stimolando le persone ad usarla, sintetizzando le loro proposte. In poco tempo, noi avremmo trasformato la nostra economia, la nostra finanza, la nostra socialità. Poi, verranno le riforme ad istituzionalizzare la nuova società che è, però, già vita concreta.

Troppo astratto? Allora facciamo degli esempi.



Marchionne potrebbe iniziare a considerare le sue persone attori progettuali, capaci di inventare un nuovo senso dell’auto. Oltre ad un enorme vantaggio strategico (nessuno dei suoi concorrenti cerca di costruire nuovi significati dell’auto) costringerebbe i sindacati a cambiare radicalmente: potrebbero diventare i gestori di questa progettualità sociale.

Una banca potrebbe iniziare a fornire a tutte le nostre imprese (grandi e piccole) nuovi linguaggi per valutare la loro situazione strategica attuale e progettare cambiamenti radicali e non solo funzionali. Nei nostri post ci sono mille riferimenti a questi “linguaggi”. In questo caso si porterebbero a sintesi due visioni del fare banca che oggi si contrappongono nelle grandi banche italiane: fare business o fare banca di sistema. Si riuscirebbe a fare banca di sistema aggiungendo un nuovo business: la fornitura di nuova conoscenza.

La politica potrebbe apprendere le dinamiche che regolano i sistemi complessi ed acquisire metodologie per romperne l’autoreferenzialità inevitabile se la politica è conflitto o competizione.

La ricerca potrebbe staccarsi da uno specialismo sempre più esasperato che genera autoreferenza ideologica.

E si potrebbe continuare …

1 commento:

  1. Interessante, quella del nuovo significato di auto. Però, al momento non lo immagino (e ci mancherebbe, per me l'auto ha ben poco senso in generale).

    Sulle banche, forse invece si può pensare a creare la domanda di quello che dici, prima che attendere l'offerta che, credo, farà fatica ad arrivare da loro.
    Fabrizio

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.