martedì 23 novembre 2010

Imprenditoria aumentata, l'unica cosa di cui abbiamo bisogno..ci stiamo arrivando (un post che inizia negativo..ma poi fa una svolta!)

Ho sentito recriminare importanti persone del nostro sistema imprenditoriale sul fatto che non ci sarebbe la crisi se non avessimo avuto così tanti anni di pace. La guerra, infatti, è il miglior rigeneratore dell'economia e , tra l'altro, favorisce la circolazione ed il ricambio delle elites....a parte il cinismo di questa osservazione - che implica di potersi rallegrare di terremoti ed alluvioni perché aumentano il PIL- , rattrista capire come queste persone abbiano perso (se mai l'hanno avuto) ogni briciolo di imprenditorialità.
Nelle università si ripete il rito dell'occupazione autunnale, a seguito dell'ennesima riduzione dei fondi pubblici (e con la situazione di bilancio che c'è tutto si riduce); passeggiando in uno dei campus vedo tabelloni e richieste che auspicano servizi e disponibilità dell'università verso gli studenti che, 15 anni fa in Inghilterra erano abitudine consolidata e scontata. Studenti e professori (a volte) si lamentano e cercano risorse laddove non ce ne sono, e non riescono ad immaginare nuove vie.
I creativi, i designers, i pubblicitari, i ricercatori, i consulenti, gli avvocati e tante altre professioni intellettuali (mi vengono in mente anche gli architetti e psicologi) oltre a tutti gli operatori del sociale e del pubblico impiego, versano in condizioni sempre peggiori da anni, ma dalla “miseria” non esce proposta, a volte manco la protesta.
La parola che descrive tutto questo non è decrescita ma spegnimento.

Se aggiungiamo il clima sociale negativo, di sfiducia ed insoddisfazione, vediamo come una parte importante del paese è in stato di agonia...chi può e vuole se ne va , forse un po’ indispettito, ma sorridente all'estero, gli altri si crogiolano in rendite e posizioni privilegiate..nel mezzo una piccola fascia di innovatori, sperimentatori, piccoli imprenditori, mobilitatori di energie e risorse, che non riescono a far girar la ruota – quella grande – in una nuova direzione.
Una via rimane aperta – forse anche altre se qualcuno ha da indicarne si faccia avanti-, dirci, tutti, e praticare, un percorso di profonda innovazione...ma per immaginare nuove vie dobbiamo aggiungere possibilità visive a quelle che abbiamo, dobbiamo contaminarci con altra conoscenza (non solo altre informazioni). Ma non voglio solo ribadire un concetto tane volte espresso in questo blog..ma darvi qualche testimonianza.
Tanto più questo piccolo progetto dell'expo della conoscenza si diffonde, tanto più ci rendiamo conto - dalle risposte e dalle segnalazioni- che sta aprendo la mente a tante persone, non perché siano diventati tutti improvvisamente scienziati o esperti di una qualche disciplina, ma perché sta facendo rendere conto che è possibile guardare le cose (la realtà economica, politica e sociale, la propria impresa, associazione, sindacato o organizzazione) con uno sguardo completamente diverso e quindi meno coinvolto nelle diatribe stantie ...abbiamo poi incontrato praticanti delle nuove conoscenze che non ne avevano la piena consapevolezza oppure altri che ne stavano maturando una diversa dalla nostra, ma ad ogni modo..che stavano e stanno, percorrendo vie simili.
Per questo c'e ancora speranza perché questo è l'inizio di un nuovo processo emergente, rigenerativo, a presto dunque, per vedere gli effetti più densi dell'imprenditorialità aumentata.
Ora che avete preso questa pillola e vi siete ridestati dal sonno, non potete più tornare a dormire.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.