mercoledì 7 marzo 2012

Martin Wolf, il ”Ci risiamo” e i progetti di futuro

di
Francesco Zanotti

Su Il Sole 24 Ore di oggi, un articolo di Martin Wolf.
La conclusione del suo articolo è che la BCE, fino ad ora è riuscita a far guadagnare tempo alle classi dirigenti Europee. Aggiungo io: non solo alle classi dirigenti politiche, ma anche alle finanziarie, imprenditoriali, sindacali e sociali in genere, culturali.
Ma si sta perdendo questo tempo perché la strada del rigore non porterà “al necessario riequilibrio della sua (europea) economia”. E, soprattutto non porterà a “realizzare l’auspicata combinazione di riforme, aggiustamento e pronto ritorno alla crescita” piuttosto “la strada prescelta sembra annunciare … anni di lacrime e sangue”. Si chiede Wolf  “Funzionerà?”. E si risponde “Ne dubito fortemente. Nella migliore delle ipotesi, possiamo aspettarci un percorso molto accidentato”.
Al di là della rilevanza economica, sociale e politica delle opinioni di Martin Wolf, è interessante leggere l’articolo perché racconta l’Affair del concetto di “disavanzo di bilancio strutturale di uno Stato” sul  quale è fondata la nuova intesa tra i partner Europei. Bene Wolf sostiene che il vero disavanzo strutturale è inconoscibile. Cioè: la nuova intesa che dovrà salvare l’Europa è fondata sul nulla …
E il “ci risiamo” e i “progetti di sviluppo”? Beh ... appuntamento a domani mattina per tutti gli uomini di buona volontà ansiosi di ricominciare a costruire sviluppo.

2 commenti:

  1. Pubblichiamo con piacere un commento di Leonardo che ringraziamo. In particolare, il commento - diviso in due tranche per motivi di spazio -, riprende passi dell’articolo di Martin Wolf e del post di Francesco Zanotti ed è riportato in forma di dialogo per meglio comprendere gli interventi dell’autore.

    Patti di Stabilità (di M. Wolf, Chief Economics Commentator, Financial Times. An authority on globalization, and financial crises).
    Wolf: Una follia è fare più volte la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.
    Leonardo:Ok

    Wolf: La determinazione della Germania a imporre una camicia di forza finanziaria ai suoi partner non funzionò ai tempi del "Patto di crescita e stabilità". Potrà funzionare con il "Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance", su cui è stato raggiunto un accordo la settimana scorsa? Ne dubito.
    Leonardo: Intanto noto che Wolf lavora per una testata britannica e che la UK è contraria, per motivi di natura finanziaria, a questa politica comune di bilancio.
    Non totalmente indipendente dunque, il commentatore!
    A meno che non faccia anche lui il " doppio gioco..." (per tener buono il popolo tedesco)... se continui capirai quello che intendo.

    Wolf: Il trattato è il prodotto di una convinzione che la crisi sia stata causata dalla mancanza di disciplina di bilancio, e che la soluzione potrà venire da una maggiore disciplina. Ma la disciplina di bilancio non è tutta la verità, neanche lontanamente . E l'applicazione rigorosa di un'idea così infondata è pericolosa .
    Leonardo: Come potrà mai essere un'applicazione rigorosa se per definizione non si può stabilire con certezza cosa sia un disavanzo strutturale? (Poi ,se la verità è tutt’altra perché non ce la dice?).

    Wolf:[...]Da un punto di vista economico è logico prendere come riferimento non il disavanzo effettivo , ma il disavanzo corretto in base alla congiuntura. (Leonardo = disavanzo strutturale?). Ma quello che per la scienza economica è un miglioramento comporta una minor precisione: nessuno sa che cos'è un disavanzo strutturale.
    Leonardo: Ma non c’era bisogno che Wolf ce lo dicesse! Lo sappiamo bene che tutto questo rigore non ha senso! Quello che non capisco allora è perché si lamenta dell’inapplicabilità del parametro prescelto (cioè: che il disavanzo di bilancio strutturale di uno Stato membro non deve eccedere lo 0,5% del prodotto interno lordo). E’ proprio questo il trucco: i Tedeschi paghino (e restituiscano i grandi vantaggi che l’Euro ha dato alla loro economia, e il popolo(Tedesco, Olandese, ..ecc Nordico) si accontenti del pareggio di bilancio strutturale..! Così non perdono la faccia! La Merkel, gran doppiogiochista, prima ha voluto Draghi e le sue politiche a Francoforte, ora deve dare un contentino (ma solo formale ai suoi elettori). Altrimenti oltre al presidente della Germania fanno saltare anche lei.

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  2. [Seconda parte del commento di Leonardo]

    Zanotti: La conclusione del suo articolo è che la BCE, fino ad ora è riuscita a far guadagnare tempo alle classi dirigenti Europee.
    Leonardo: Mi sembra già un bel risultato.

    Zanotti: Aggiungo io: non solo alle classi dirigenti politiche, ma anche alle finanziarie, imprenditoriali, sindacali e sociali in genere, culturali.
    Leonardo: Ottimo.

    Zanotti: Ma si sta perdendo questo tempo perché la strada del rigore non porterà “al necessario riequilibrio della sua (europea) economia”.
    Leonardo: Infatti, secondo me, è proprio questo il trucco: questo accordo ha reso impraticabile (per mancanza di definizione precisa) il pareggio di Bilancio . Dunque nessun rigore ma solo buon senso (speriamo!!) Speriamo invece che il tempo venga sfruttato a dovere! E siccome la solidità dell'Euro e dell' EUROPA è attualmente NELL'INTERESSE degli USA, qualche possibilità ce l'abbiamo.

    Zanotti: E, soprattutto non porterà a “realizzare l’auspicata combinazione di riforme, aggiustamento e pronto ritorno alla crescita” piuttosto “la strada prescelta sembra annunciare…anni di lacrime e sangue”.
    Leonardo: Sono più ottimista sempre che al governo ci siano persone con piedi per terra e con tasche non avide.. ma soprattutto che gli elettori siano consci di quali sono i loro diritti e i loro interessi. E che si facciano rispettare dai politici.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.