martedì 20 marzo 2012

Per onorare Marco Biagi …



… “scatenare” la progettualità dei lavoratori

di
Francesco Zanotti


Dieci anni fa, era un altro mondo. Soprattutto non erano disponibili conoscenze che oggi, invece, è possibile usare.
Grazie a queste conoscenze, è possibile impostare la sfida del lavoro in termini completamente diversi.
Se qualcuno volesse veramente onorare la memoria di Marco Biagi, non dovrebbe rifiutarsi di usare le nuove conoscenze disponibili per andare oltre quello che egli ha pensato e proposto.

Le nuove conoscenze riguardano la sistemica.
Essa ci porta a ritenere che, in termini generali, non è vero che per perseguire l’interesse generale occorre sacrificare quelli particolari.
Specularmente, non è vero che esiste un interesse generale unico possibile (quasi un archetipo platonico) che sia evidente, chiaro e precostituito.
Esiste una società da costruire che può diventare come vogliamo. Dobbiamo immaginare e costruire l’interesse generale che più desideriamo. Tutti insieme.

Queste convinzioni, declinate per quel particolare sistema che è l’impresa, permettono di impostare il problema del lavoro in modo diverso dall’attuale che sta creando un conflitto latente che esploderà o perché non si trova un accordo tra Governo e parti sociali. O perché il proseguire della crisi rivelerà l’inconsistenza di un accordo fondato su un concetto di lavoro e di impresa che non ci sono più!

L’impresa non è una macchina della quale le persone sono ingranaggi. Una macchina che deve svolgere una funzione specifica nella società. E’ molto più simile ad un essere vivente che costruisce la propria ecologia e contribuisce alla evoluzione complessiva della Natura. E’ un sistema umano che costruisce un proprio mercato come ologramma di una società.

Il lavoratore è certamente un esecutore, ma è anche un Progettatore. Costruisce una parte importante dell’organizzazione: l’organizzazione informale che è come la semantica dell’organizzazione formale. E’ l’antenna dell’impresa nella società attraverso la quale l’impresa può immaginare nuovi prodotti e nuovi servizi, nuovi significati di prodotti e servizi.
Se questo è vero, allora all’impresa non servono solo le mani, ma anche la mente ed il cuore delle persone. L’impresa si svilupperà se riuscirà a sviluppare e coinvolgere la mente ed il cuore delle persone (persone e non risorse umane) che in essa lavorano.

Se questo è vero, allora sono il conflitto e la contrapposizione tra impresa e lavoratori che impediscono di costruire sviluppo.

Il salario? Se l’impresa coinvolge progettualmente le persone che in essa operano sarà capace di aumentare la sua capacità di produrre cassa. E, così, vi sarà finalmente qualcosa in più da dividere. Vi sarà una coperta che diventa sempre più grande. Invece delle coperte che vengono rese sempre più piccole dai mille conflitti che vengono giudicati - erroneamente - inevitabili in una impresa.
Ah … non inquinate tutto con il concetto di profitto. E’ un termine ideologico che contribuisce solo ad aumentare il conflitto. Se lo si guarda da vicino, si scopre che può avere tanti significati anche dalle implicazioni opposte. Può essere l’utile, ma l’utile non è spendibile se, ad esempio, è infarcito di tanti crediti. Può essere il dividendo, oppure il ROE o l’EVA. Tutte accezioni che comportano politiche radicalmente diverse …

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Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.