giovedì 10 novembre 2011

Non basta la persona. Servono visione, metodo, conoscenza … diversi

di
Francesco Zanotti


Oramai sembra chiaro che a provare a guidare il prossimo Governo sarà Mario Monti. Nessuna riserva sulla sua qualità umana, ci mancherebbe. Ma una persona colta, equilibrata con alto senso dello Stato e del bene comune, come è il Prof. Monti, non basta.
E se poi anche lui immagina che il televisore sia il tradizionale teatrino delle marionette e prova ad aggiustarlo a martellate? Le martellate sono martellate chiunque le meni …

Fuori di metafora, alla persona occorre aggiungere visione, conoscenza e metodo.
Io non propongo certo di fare l’esame al Prof.Monti. ma qualche domanda me la permetto: sulla visione, sul metodo e sulla conoscenza.

Sulla visione e sulla conoscenza.
Crede il prof Monti che esistano soluzioni, strategie inevitabili per fare uscire tutti noi dalla crisi e il problema sia solo quello di convincere litigiose forze politiche con scarso senso dello Stato a piantarla con le baruffe chiozzotte e adottare queste soluzioni, queste strategie?
Oppure pensa che non esistano soluzioni già individuate, ma sia necessario attivare un intenso processo di creazione sociale per individuarle?
La differenza tra queste due prospettive non è banale. A me sembra che tutta la conoscenza attualmente disponibile sui processi di evoluzione e sviluppo dei sistemi umani porti a credere che le soluzioni, le strategie immaginate da qualunque classe dirigente, non possano essere altro che manifestazione di autoreferenzialità. Non possono essere comprese e realizzate da chi non fa parte della classe dirigente che le ha prodotte. E se anche fossero realizzate non sarebbero efficaci.

Sul metodo.
Oggi, nella discussione politica, per metodo si intende qualcosa di molto generale. Tanto è vero che si descrive il metodo attraverso valori o slogan generali: equilibrio, senso dello Stato, partecipazione o concertazione. E via dicendo.
Credo che occorra essere più specifici.
Se si pensa che esistano le soluzioni, ma bisogna convincere i poco saggi a metterle in pratica, allora si usa la metodologia della persuasione, della negoziazione, del richiamo ai valori. Si butta in campo la propria autorevolezza personale, si chiede aiuto a qualche potere superiore. L’Europa, ad esempio. Come se l’Europa fosse un vecchio saggio che dispensa consigli ai nipoti e non un sistema complesso di visioni e di interessi autoreferenzialmente chiuso che ha come unico obiettivo (ma ogni sistema autoreferenziale può avere solo questo obiettivo) affermare la propria identità.
Se si pensa, invece, che occorra progettare socialmente soluzioni allora occorre usare metodologie di progettazione sociale. Quali pensa di usare il Prof.Monti?

Ancora sulla conoscenza.
Il credere che esistano soluzioni e strategie inevitabili e che basti convincere tutti ad applicarle è frutto di una visione della società che ha come modello ideale di conoscenza la meccanica classica.
Purtroppo (o per fortuna) una società non è classica, ma quantistica. Soprattutto quella italiana. E’ fatta di mille luoghi (modellizzabili attraverso il vuoto quantistico) che continuamente producono potenziali novità. E’ fatta di attori imprenditoriali che catturano alcune di questa potenzialità e, realizzandole, costruiscono imprese, gruppi etc.
In una società, proprio perché è quantistica, si attivano processi emergenti che, soli, possono costruire disegni di futuro condivisi e realizzabili.
Il governare, quindi, non può significare cercare di semplificare per legge questa complessità e incanalarla il soluzioni etero progettate. Si scatenano solo conflitti.
Da quale visione “sistemica” (classica o quantistica) della società parte il Prof.Monti?

Se egli pensa che la società sia classica, che le strategie e le soluzioni esistano e basti applicarle, allora ci avviamo allegramente a costruire ulteriori e più gravi guai.
Se attiverà un grande processo di progettazione sociale (usando le metodologie disponibili di cui abbiamo a lungo parlato in questo blog) per costruire un nuovo ed emozionante Piano di Sviluppo del nostro paese, allora riusciremo a costruire un nuovo Rinascimento per noi e per il mondo.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.