di
Francesco Zanotti
Oramai sembra chiaro che a provare a guidare il prossimo Governo sarà Mario Monti. Nessuna riserva sulla sua qualità umana, ci mancherebbe. Ma una persona colta, equilibrata con alto senso dello Stato e del bene comune, come è il Prof. Monti, non basta.
E se poi anche lui immagina che il televisore sia il tradizionale teatrino delle marionette e prova ad aggiustarlo a martellate? Le martellate sono martellate chiunque le meni …
Fuori di metafora, alla persona occorre aggiungere visione, conoscenza e metodo.
Io non propongo certo di fare l’esame al Prof.Monti. ma qualche domanda me la permetto: sulla visione, sul metodo e sulla conoscenza.
Crede il prof Monti che esistano soluzioni, strategie inevitabili per fare uscire tutti noi dalla crisi e il problema sia solo quello di convincere litigiose forze politiche con scarso senso dello Stato a piantarla con le baruffe chiozzotte e adottare queste soluzioni, queste strategie?
Oppure pensa che non esistano soluzioni già individuate, ma sia necessario attivare un intenso processo di creazione sociale per individuarle?
La differenza tra queste due prospettive non è banale. A me sembra che tutta la conoscenza attualmente disponibile sui processi di evoluzione e sviluppo dei sistemi umani porti a credere che le soluzioni, le strategie immaginate da qualunque classe dirigente, non possano essere altro che manifestazione di autoreferenzialità. Non possono essere comprese e realizzate da chi non fa parte della classe dirigente che le ha prodotte. E se anche fossero realizzate non sarebbero efficaci.
Sul metodo.
Oggi, nella discussione politica, per metodo si intende qualcosa di molto generale. Tanto è vero che si descrive il metodo attraverso valori o slogan generali: equilibrio, senso dello Stato, partecipazione o concertazione. E via dicendo.
Credo che occorra essere più specifici.
Se si pensa che esistano le soluzioni, ma bisogna convincere i poco saggi a metterle in pratica, allora si usa la metodologia della persuasione, della negoziazione, del richiamo ai valori. Si butta in campo la propria autorevolezza personale, si chiede aiuto a qualche potere superiore. L’Europa, ad esempio. Come se l’Europa fosse un vecchio saggio che dispensa consigli ai nipoti e non un sistema complesso di visioni e di interessi autoreferenzialmente chiuso che ha come unico obiettivo (ma ogni sistema autoreferenziale può avere solo questo obiettivo) affermare la propria identità.
Se si pensa, invece, che occorra progettare socialmente soluzioni allora occorre usare metodologie di progettazione sociale. Quali pensa di usare il Prof.Monti?
Ancora sulla conoscenza.
Il credere che esistano soluzioni e strategie inevitabili e che basti convincere tutti ad applicarle è frutto di una visione della società che ha come modello ideale di conoscenza la meccanica classica.
Purtroppo (o per fortuna) una società non è classica, ma quantistica. Soprattutto quella italiana. E’ fatta di mille luoghi (modellizzabili attraverso il vuoto quantistico) che continuamente producono potenziali novità. E’ fatta di attori imprenditoriali che catturano alcune di questa potenzialità e, realizzandole, costruiscono imprese, gruppi etc.
In una società, proprio perché è quantistica, si attivano processi emergenti che, soli, possono costruire disegni di futuro condivisi e realizzabili.
Il governare, quindi, non può significare cercare di semplificare per legge questa complessità e incanalarla il soluzioni etero progettate. Si scatenano solo conflitti.
Da quale visione “sistemica” (classica o quantistica) della società parte il Prof.Monti?
Se egli pensa che la società sia classica, che le strategie e le soluzioni esistano e basti applicarle, allora ci avviamo allegramente a costruire ulteriori e più gravi guai.
Se attiverà un grande processo di progettazione sociale (usando le metodologie disponibili di cui abbiamo a lungo parlato in questo blog) per costruire un nuovo ed emozionante Piano di Sviluppo del nostro paese, allora riusciremo a costruire un nuovo Rinascimento per noi e per il mondo.
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