domenica 2 agosto 2015

Inutilità del Post-moderno? E la Grecia?

di
Francesco Zanotti
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Che c’entra la Grecia col post-moderno? Lo vedrete.
Cominciano dal postmoderno. Il riferimento è ad un pezzo di Carlo Bordoni su “La lettura”, supplemento domenicale del Corriere, di questa settimana dal titolo “L’inutilità del post-moderno”. Egli sostiene, appunto che si è trattato di frivolezze inutili. Mi scuso innanzitutto con l’autore se il mio tono apparirà un po’ polemico. Ma sono i limiti della mia generazione, formatasi nel contestare. Speriamo che i giovani sappiano superare questi limiti. D’altra parte anche Carlo Bordoni usa la strategia retorica della polemica (anche forte) giudicando inutile un movimento culturale a cui molti e degni hanno dedicato la vita.
Dunque il post moderno. Non nasce come l’Autore sostiene con il manifesto di Lyotard della fine degli anni settanta.
Nasce con la pubblicazione di una serie di articoli di un oscuro funzionario dell’ufficio brevetti di Berna: tale Albert Einstein. Quegli articoli (uno addirittura gli fruttò il Nobel) diedero vita alla teoria della relatività ed alla fisica quantistica (meccanica quantistica, prima, e teoria quantistica dei campi, dopo). Forse si potrebbe addirittura risalire alla scoperta delle geometrie non euclidee nel 1800.
Non è certo questa la sede per fare una sintesi di fisica quantistica e relatività. Ma è possibile, almeno, citare tre concetti che hanno rivoluzionato (questo sì per sempre) il moderno. Il primo è il ruolo costruttivo dell’osservatore. Non soggettivo, interpretativo come diranno i filosofi post-moderni. II secondo è quello di vuoto quantistico come ontologia di fondo del mondo. Il terzo è la scoperta che non solo un osservatore costruisce il mondo, ma lo fa in un modo suo specifico (tecnicamente, mi riferisco alle rappresentazioni non equivalenti).
Poi è venuto il post moderno di cui parla Bordoni. Ma molto dopo. E non con questa profondità. Perché Derrida e soci si sono fermati a metà strada nella contestazione del moderno. Ed è accaduto proprio perché non hanno guardato ai veri fondamenti del post-moderno.
Oggi il nostro compito è quello di completare il superamento del moderno in una nuova visione del rapporto tra uomo e mondo.
I tre concetti che hanno rivoluzionato il moderno non sono solo filosoficamente decisivi, ma ce li portiamo in tasca e li usiamo ogni giorno. Tutt’altro che superati, quindi. E’ possibile usare sistemi Gps solo perché esiste la teoria generale della relatività. Siamo riusciti a costruire computer, telefonini e quant’ altro perché abbiamo “scoperto” la fisica quantistica.
Naturalmente non c’è solo la fisica, c’è la biologia con Maturana e Varela, c’è la sociologia con Luhmann nell’ambito del post-moderno.
E la Grecia? Il problema della Grecia e, più in generale dello sviluppo, è che il pensiero economico che guida le scelte della politica è rimasto al “moderno”.
Poi, l’autore mi scuserà, per l’accento polemico: ma che c’entra Berlusconi e il “drive in” col postmoderno? Lasciamolo stare Berlusconi e parliamo di cose più serie E, poi, perché demonizzare il “Drive in”, attribuendogli una profondità che non voleva avere e che tutti quelli della mia generazione hanno guardato con piacere?


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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.