lunedì 10 settembre 2012

A zonzo sul web una domenica pomeriggio...

Considerazioni irrtuali e gratuite in libertà...


Da un'agenzia di stampa si apprendono i dati sull'erogazione di energia elettrica in Italia dall'inizio dell'anno ad agosto. Terna, proprietaria della rete di distribuzione dell'energia elettrica,  sistema venoso del nostro paese, annuncia una diminuzione di consumi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dell' 1,4% . L'Italia si sta spegnendo? Chissà, forse c'è una spiegazione tecnica, ma con le mille e più Alcoa che chiudono (il Corsera del 9 agosto citava 141 vertenze al vaglio del Ministero dello Sviluppo Economico per un totale di 168.462 lavoratori) questa energia elettrica chi la dovrebbe consumare?
Quali progetti, quali capacità per rilanciare lo sviluppo per questo nostro affannato Paese?
Abbiamo un professore (dalla "bibliografia sottile", come ci ricorda un acuto osservatore come il professor Sapelli), tecnico a capo di tecnici (ma esistono le "tecniche" per governare un Paese? Il gotha degli economisti inglesi, non più tardi del 22 luglio 2009, in una missiva alla regina Elisabetta ammisero le loro incapacità.), abbiamo i partiti pronti a governare, abbiamo anche i leader con le ricette pronte in tasca che non aspettano altro di metterle in pratica, perchè loro sì che hanno capito come funziona! Ma un Paese di 60 milioni di persone, acculturate, evolute, con una lunga tradizione storica può mai "funzionare", come se fosse una macchina? Può essere in attesa di un qualcuno che la "guidi", come un automobile?

"Rilanciare lo sviluppo", dicevo, ma altri dicono "crescita", "attirare investimenti stranieri". Di cosa?
Facciamo un salto in Europa, in un piccolo paese in "via di sviluppo": La Slovacchia.
Samsung, azienda elettronica coreana, ha presso Galanta, un paesino a meno di 50 chilometri ad est di Bratislava, una fabbrica dove impiega 3000 persone, nella maggioranza donne in quanto preferite per lavori di precisione quali l'elettronica richiede. La produzione è prevalentemente di schermi LCD e l'azienda, attiva in Slovacchia fin dal 2002, ha ricevuto da allora incentivi per 110 milioni di euro ai quali, in vista delle difficoltà del mercato, se ne sono aggiunti altri 28.
Un mio conoscente, manager di un'azienda che ha anch'essa nell'area un sito produttivo, proprio qualche giorno fa mi raccontava del fenomeno di "ritorno" delle operaie dalla Samsung.
"Perdiamo spesso operaie che preferiscono gli stipendi leggermente più alti offerti dai coreani"- mi raccontava- "ma dopo un po' ritornano da noi. I ritmi di lavoro sono forsennati; pensa che le donne, quando hanno le loro 'cose' mensili, sono costrette a indossare una fascia rossa al braccio per consentire ai capi di misurare le pause per andare in bagno."
Dunque 138 milioni di euro in 10 anni per allevare delle schiave!
E' questo l'unico sviluppo consentito dalla competizione globale.
E' questo ciò che stanno pensando i nostri governanti?
E se noi, tutti noi, potessimo avere idee migliori?
Saprebbero come consentire di realizzarle? O pensano davvero che per qualche misterioso dono divino solo loro siano nel "giusto"?
Ci sono sempre più segni che vi è un problema di "sistema", oltre che di uomini. Immaginare il "nuovo", radicalmente nuovo, non può esser fatto con le risorse cognitive attuali, che appaiono le uniche disponibili leggendo i giornali, le interviste, parlando con le persone.
Prima di parlare di soluzioni, bisogna arricchirsi "cognitivamente". Altrimenti le domeniche a zonzo sul web saranno sempre più deprimenti.

Luciano Martinoli
l.martinoli@cse-crescendo.com

Luciano Martinoli

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.