lunedì 14 marzo 2011

Expo: noi abbiamo iniziato.

di
Francesco Zanotti


Le vicende dell’Expo 2015 sono impantanate nella mancanza di soldi (non li hanno neanche gli azionisti) e nelle diatribe sulle aree che sembravano risolte.

Che fare?
Noi abbiamo deciso di iniziare per conto nostro, a nostro modo, ovviamente.

La nostra tesi è nota: un Expo che voglia proporre una “soluzione” al problema dell’alimentazione non può ragionare all’interno degli schemi della società industriale. Ma deve considerare le sue proposte come ologrammi d una nuova società. L’Expo deve essere, insomma, un episodio del cammino di progettazione e costruzione di una nuova società. Allora l’Expo 2015  ha bisogno di un contesto nel quale si progetti e si costruisca una nuova società.

Come deve essere questo contesto? Secondo noi deve essere costituito da un Expo della Conoscenza che renda disponibile una nuova visione del mondo come linguaggio per progettare una nuova società. E, partendo da questo linguaggio, avvii concretamente il processo di progettazione di una nuova società.
Sarà con questo nuovo linguaggio, all’interno di un nuovo progetto di società che si potrà parlare di soluzione al problema dell’alimentazione e, più in generale, del rapporto tra Uomo e Natura.

Il  nostro lettore ci potrà obiettare che così complichiamo le cose. Già siamo nei guai a realizzare l’Expo, figurarsi se partiamo dal costruirne un contesto. La nostra risposta è seguente:  è proprio partendo dal costruire questo contesto che si faciliterà il processo di realizzazione dell’Expo 2015.
E, poi, questo contesto è davvero indispensabile perché il messaggio dell’Expo sia alto e forte e possa rendere l’Expo 2015 un Evento senza soluzione di continuità. Il nostro lettore troverà i dettagli di questa nostra tesi nei nostri post passati che riguardano l’Expo.

Ma l’obiettivo del post non è quello di riassumere la nostra tesi (forse anche un riassumere non è così inutile), ma di annunciare che siamo partiti nella realizzazione di un Expo della Conoscenza 1.0 che consideriamo un primo passo concreto (un ologramma) nella realizzazione di un Expo della Conoscenza complessivo e, quindi, un primo passo verso lo sblocco del processo di realizzazione dell’Expo 2015. Non foss’altro, perché iniziamo a parlare di contenuti.

Descriviamo sinteticamente le caratteristiche dell’Expo 1.0 e ci dichiariamo disponibili a tutti gli approfondimenti che ci saranno richiesti.

In questo primo Expo 1.0 abbiamo deciso di esplorare due fonti specifiche di nuovi modelli e di nuovi linguaggi: la matematica e la fisica. Ed un luogo specifico di  “impiego” legato: l’impresa economica che è certamente uno degli attori rilevanti sia nella costruzione della società prossima ventura, sia per trovare una soluzione al problema dell’alimentazione.

Questo primo Expo 1.0 sarà strutturato in tre fasi: preparazione, evento e comunità

Gli obiettivi della fase di preparazione saranno i seguenti:
· Creare una base di conoscenza che dovrà una visione di sintesi della situazione attuale della matematica e                                    della fisica capace di indicare: quali nuovi linguaggi & modelli queste discipline rendono disponibili per comprendere i processi di sviluppo autonomo di quel particolare sistema umano che è l’impresa. Ovviamente non si immagina che questi linguaggi & modelli vengano trasferiti automaticamente, ma si è convinti che essi vadano “trasfigurati”, “embodied” nella specificità dell’impresa. O indicare quali modalità (processi e metodologie) di Governo dell’impresa queste discipline suggeriscono per gestire i processi di sviluppo autonomo dell’impresa.
· Individuare e contattare i Protagonisti attuali dello sviluppo della matematica e della fisica che più di altri siano rivolti ad un uso transdisciplinare dei risultati conseguiti nel loro specifico campo di indagine.

Alla fase di preparazione seguiranno una serie di Eventi che avranno l’obiettivo di illustrare i risultati ottenibili nella comprensione dei processi di sviluppo dell’impresa e nei sui meccanismi di governo del suo sviluppo a tutti gli stakeholders del sistema economico italiano.

I risultati della fase di preparazione e il resoconto degli incontri di presentazione dei risultati saranno pubblicati sui Blog e sul Wiki che saranno descritti più avanti e che costituiscono il primo nucleo del portale di comunità che dovrà garantire che il processo dell’Expo si sviluppi senza soluzione di continuità.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.