di
Francesco Zanotti
Stamattina ho comprato, come sempre d'altronde, il Sole 24 Ore che contiene lo splendido inserto culturale “Domenica”. Ed ho subito visto che proponeva un doveroso commento alla medaglia Fields per la matematica assegnata a Maryam Mirzakhani.
L’ho subito cercato per verificare quante sciocchezze
avessi detto nel mio commento di qualche giorno fa.
Ed ho scoperto con sorpresa che non si parlava
di contenuti: solo sociologia di genere spicciola.
Credo che il rifiuto di esporre i contenuti
(cosa studia Maryam Mirzakhani e perché i suoi studi sono importanti) all’inclito volgo sia, da parte dei matematici, come da parte di
troppi scienziati, una presunzione che svilisce la ricerca.
Il tentare di illustrare i contenuti non è solo
divulgazione. Anzi, non deve essere divulgazione. E’ una nuova forma di ricerca
fondamentale. Una ricerca che si avvale di due nuovi armi: l’utilizzo di nuove
linguaggi e la ricerca di senso.
Mi spiego.
Le conoscenze, la scienze in particolare, la
matematica in particolarissimo, si stanno chiudendo sempre di più in specializzazioni
del tutto autoreferenziali che non comunicano neanche più tra di loro, all'interno
della stessa scienza. Si dice che l’ultimo matematico che sia stato in grado di
padroneggiare tutta la matematica sia stato Poincarè, morto nel 1912.
E’ il naturale approdo dell’approfondimento
della ricerca? No! E’ il risultato di usare solo linguaggi specialistici.
Sempre più specialistici che portano a creare isole di pensiero incomprensibili
all'esterno. E sempre più aggrovigliate. Il voler tradurre i temi di ricerca in
un nuovo linguaggio potrebbe funzionare come una sorta di liberazione che
riuscirebbe ad indicare nuovi percorsi di ricerca. Proprio la matematica e la
fisica stanno sperimentando la fecondità della trasgressione: impicciarsi di
altre scienze e lasciare che altre scienze si impiccino della propria ha
portato negli ultimi decenni a risultati importanti. La teoria delle stringhe
ne è la prova. Una nuova teoria fisica che ha permesso lo sviluppo di una nuova
matematica. Tanto che Edward Witten (forse il massimo teorico delle stringhe) è
stato il primo ed unico fisico a vincere nel 1990 la Fields Medal.
Il senso. Intendo dire che si possono immaginare
nuovi percorsi di ricerca che abbiano come orizzonte di senso l’umano. Le diverse
scienze sono anche (solo?) serbatoi di modi di pensare che possono permettere
di ampliare la nostra capacità di parlare dell’umano. In un altro nostro blog
ho cercato di dimostrare che contributo potrebbe dare il ”pensare topologico”
alla riflessione sulle organizzazioni.
Allora decisivo è istituzionalizzare questo
filone di ricerca: esplorare i diversi modi di pensare delle diverse scienze
per capire come esse possano permettere lo sviluppo di nuovi sistemi
umani. Lo abbiamo definito: Expo della Conoscenza.
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