di
Francesco Zanotti
Ma perché ci impicciamo della Fields Medal, quindi della matematica, con il rischio di dire sciocchezze?
Perché l’idea di fondo dell’Expo della
Conoscenza è quello di raccogliere i diversi modi di pensare che sono stati
sviluppati dall'uomo e cercare di capire come essi ci permettono di immaginare
e costruire una nuova economia ed una
nuova società.
E la matematica è una delle fonti più ricche di
modi di pensare.
Allora, cogliendo l’occasione dell’assegnazione
della Fields Medal (che è un po’ il Nobel, anche se meno ricco, della matematica)
a Maryam Mirzakhani, mi è sembrato doveroso cercare di capire quali modi di
pensare sviluppa questa dolce Signora. Sono la geometria iperbolica, la teoria
ergodica e la geometria simplettica.
Cerchiamo di guardarci dentro.
La geometria
iperbolica.
Noi tutti abbiamo come riferimento la geometria
euclidea. Essa ci immette in un mondo “tutto dritto”.
Ma non c’è solo la geometria euclidea. Ve ne
sono altre. Una di queste è la geometria iperbolica. Essa ci immette in un
mondo curvo. Ma curvo negativamente, quasi a rivolgersi dentro se stesso.
Se voi immaginate una sella, ecco questo è un
buon modello per una geometria che si rintana in se stessa.
La differenza fondamentale è nelle prospettive.
Lo spazio Euclideo è uno spazio senza sorprese. Un mondo ordinato, ma passivo, che
non apre prospettive. Se si disegna una parallela, essa si proietta in tutto lo
spazio: una infinità di parallele che mai si incontrano.
Lo spazio iperbolico è … tutto un infinito. Se
disegnate una retta, scoprite che ogni punto fuori di essa contiene infinite
rette parallele a quella che avete disegnato. Se guardare due triangoli
potreste scoprire che la somma dei loro angoli interni è diversa.
L’esplorare cosa accade in un mondo che si
rinchiude su se stesso e, per proprio per questo, è molto ricco, è l’obiettivo
di chi studia la geometria iperbolica.
La teoria
ergodica
Tentando di dirla semplicemente, un sistema (meccanico)
è ergodico se non fa differenza tra spazio e tempo.
Guardate quali stati (modalità di essere) può
assumere un sistema. Se il sistema è ergodico la sua evoluzione nel tempo è
semplice: assumerà, prima o poi, ognuno di questi stati.
Detto diversamente e un po’ audacemente, se un
sistema è ergodico, so cosa accadrà nel suo futuro
Il problema è capire quali sistemi sono ergodici
e quali no …
La geometria
simplettica
Se volete andare avanti nello studio degli spazi
non piatti, vi si aprono davanti due vie. La prima via è quella “più analitica”
di studiare vettori ed angoli. E’ la via di Riemann. La seconda è quella "più
sintetica” di studiare aree: è la geometrica simplettica.
Cosa hanno in comune queste tre aree di studi?
Il cercare di capire i sistemi complessi: la loro struttura e la loro dinamica.
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