Riceviamo e con piacere pubblichiamo un contributo del Prof. Gianfranco Minati in relazione al post Galileo e riforme e del successivo commento del Prof. Andrea Ichino La risposta del Professor Ichino e poi del Dott. Rizzi.
Vorrei
contribuire portando alcune idee al dibattito ad integrazione di quanto già
elaborato.
Vorrei
partire dal noto fenomeno fisico delle transizioni da fase. Accenniamo a
quelle del primo ordine in cui vi è possibile convivenza tra le due fasi della
materia (prima e dopo) come per transizioni di fase liquido-solido-gasoso e
quelle del secondo ordine per cui tale convivenza non avviene come
paramagnetico-ferromagnetico.
Nei
sistemi socio-economici avvengono processi di crescita e sviluppo spesso non
chiaramente distinti ed intesi condizione necessaria o conseguenza l’uno
dell’altro.
Processi
di crescita sono da intendersi come processi di variazione quantitativa
positiva come:
- lineare, y = ax + b
- fattoriale, y = x!
- esponenziale, y = ex .
E’
stata introdotta anni fa la crescita
logistica del tipo in figura:
caratterizzata da una
fase iniziale di crescita crescente e
una seguente di crescita decrescente.
La
crescita
può essere intesa data da eventuali estensioni della stessa curva di crescita (spostando l’asintoto verso l’alto magari
con aiuti statali o attivando nuovi cicli consumistici in realtà equivalenti) coincidente con stabilità incapace di affrontare la
saturazione se non drogando il
consumo. Tali situazioni possono
prepotentemente sopraffare la possibilità di nascita di nuove curve di crescita
alternative e sostitutive diventando una gabbia asfissiante.
Lo
sviluppo
può essere inteso in vari modi come introduzione di nuove non-equivalenti curve
di crescita come operatori trasformativi
e nuove coerenze tra crescite e sequenze di crescite.
I
cambiamenti di curva avvengono con innovazioni tecnologiche e variazioni di
modalità. Sono intendibili come transizioni
di fase sociali, a volte con coesistenza a volte no. Si tratta di
transizioni di fase usualmente conviventi con precedenti fino al loro
esaurimento (es. sviluppo fotografico e videotapes).
Lo
sviluppo avviene (emerge) impostando e creando coerenze come stili di vita
riconosciuti di qualità crescente.
Ora
interventi riformativi di contesto possono essere per estendere e
mantenere crescite. In tal caso da mentalità industriale.
Oppure
posono essere introducenti non-continuità normative adeguate a facilitare
nuove sperimentazioni riguardanti ad esempio modalità di start-up, politica
fiscale, finanziamento, gestione della conoscenza, concetto di lavoro e
retribuzione, periodi sperimentali protetti.
Tuttavia
facilitare non significa causare.
Si tratta di svegliare
generazioni formate colpevolmente al consumare, subito e in modo facile.
La
transizione di fase è attivabile da motivi di contesto come riduzione o
cambiamento di risorse disponibili o strutturali come stili alimentari, abitativi
e di vita. Si spera in motivi
tecnologici innovativi (es. sostituire oggetti come le chiavi, le carte, gli
occhiali, ecc.).
Si
tratta di usare finalmente concetti della scienza moderna come coerenza,
molteplicità, sovrapposizione, uso dinamico di modelli, non-equivalenza, e
quasi-. Come renderli fruibilità e trasformati in cultura generale (è un
business questo stesso…) facendo in modo che aziende smettano di buttar via
soldi in piani e ricerche inutili in principio vista la non-linearità del
contesto?
Il terreno è dato dal
materializzare in modo imprenditorialmente nuovo i verbi attuali (come
comunicare, trasportare e abitare) o introducendone di nuovi con innovazioni
(come è stato per fotografare e registrare).
Viene in mente il motto ‘Gentlemen, We Have
Run Out Of Money; Now We Have to Think’ attribuito a Winston Churchill.
Il
vero problema credo sia chi comincia, chi rischia, dove e come?
Diceva
Peter Drucker (1909 -2005) che in una strategia di sviluppo non si tratta di
fissare nuovi obiettivi, ma prima di tutto decidere che cosa abbandonare.
Anche
in economia si ripete una situazione di questo tipo:
1)
fenomeno
reale (come economia reale) e sue rappresentazioni (es. il denaro);
2)
si
opera usando le rappresentazioni dopo un po' acquisenti proprietà proprie (es.
del mercato finanziario);
3)
le
proprietà e i problemi del rappresentante (denaro) agiscono sul rappresentato;
4)
le
proprietà e i problemi del rappresentato (economia reale) agiscono sul
rappresentante solo per quanto può essere rappresentato in tal modo;
5)
quando
le proprietà e i problemi del rappresentato (economia reale) non sono
rappresentabili con gli strumenti disponibili sono comunque rappresentati con
approssimazioni spesso inefficaci oppure sono ritenute dovute a cause esterne
oppure si cercano nuove azioni sul rappresentato evitando di
rappresentare in un altro modo (si pensa che quello attuale sia l'unico
possibile).
E'
il caso della rappresentazione termodinamica con la quale non si agirà mai
sulle proprietà elettromagnetiche.
E'
il caso della rappresentazione elettromagnetica con la quale non si agirà mai
su proprietà quantistiche e nano.
E
così per le proprietà emergenti ...
Si
potrebbe pensare ad una nuova rappresentazione con cui i problemi dell’economia
reale vengono rappresentati con corrispondenze diverse da quelle permesse da
quella finanziaria e capace di aggregare vari spetti di cui quello finanziario
sia un caso particolare (metaforicamente equazioni di Maxwell per l'economia...).
Si
tratta di considerare nuovi spazi, come spazi delle fasi dell'economia.
E
si tratta di un fatto di creatività non di calcolo…
Gianfranco Minati
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