di
Francesco Zanotti
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Ma tutti si accorgono che ha un atteggiamento strano. Se ne sta tutto da
solo, non frequenta la biblioteca. Chi ha sbirciato sul suo tavolo di lavoro, non
ha trovato né copie della “Physical Review”, né stampe da ArXiv. Tanto meno fogli
con formule o un computer. Solo, sembra incredibile a dirsi, un testo antico: “Zymotechnia fundamentalis
sive fermentationis theoria generalis”.
E’ un libro, uscito nel 1697,
di Georg Ernst Stahl nel quale l’autore espone la teoria del flogisto.
Ora il Centro di Ricerca
organizza periodicamente un incontro plenario nel quale i diversi ricercatori
espongono i risultati del loro lavoro per avere giudizi, per confrontarsi.
Anche perché tutti sono consapevoli che la fisica è sempre di più un’opera
collettiva. E tutti i progetti che vengono portati avanti nel Centro sono
progetti di ricerca che impegnano gruppi di persone.
Il primo incontro a cui
partecipa il nostro neo-ricercatore avviene un venerdì pomeriggio, quindici
giorni dopo il suo arrivo. Tutti sono curiosissimi di capire cosa dirà.
Parlano i due fisici più
autorevoli del Centro di ricerca e poi tocca a lui. Egli esordisce annunciando
che proporrà una teoria rivoluzionaria. Ed inizia a contestare la teoria del
flogisto, riscoprendo, dopo almeno 250 anni, la teoria della combustione.
Sconcerto e silenzio. Ma fino
ad un certo punto: il tempo di convincersi che quello che era accaduto
riguardava la realtà e non il sogno. Poi il Direttore del Centro, con tutto il
garbo possibile, gli fa notare che quella teoria era già stata scoperta e che,
da allora, la fisica aveva fatto qualche progresso ed ora si occupava di
tutt’altre cose.
Il nostro ricercatore non si
scompose minimamente. Risponde immediatamente: ma a me la teoria non interessa.
Io mi fondo sulla mia esperienza, sull’esperienza che ho fatto in almeno tre
esperimenti di combustione. Ed essa mi dice che la combustione non avviene come
sosteneva Stahl. In nome delle mie esperienze e della mia competenza nel
progettare questi esperimenti, vi chiedo di assegnare a me un gruppo di ricerca
e i fondi adeguati per continuare la mie esperienze sulla combustione.
Ovviamente il fisico non solo
non raccoglie il consenso desiderato per i suoi folli progetti, ma viene
buttato fuori subito dopo, lasciando tutti interdetti al pensiero che un fisico
così assurdo sia stato assunto come ricercatore …
Storia impossibile, più
assurda dell’assurdo? Nel mondo della fisica, sì.
Ma è quello che accade ogni
giorno alle classi dirigenti politiche e manageriali. Esse hanno fatto una
religione del rifiuto della teoria e del rifugiarsi nell’esperienza. E
propongono nuove idee (programmi politici, strategie per uscire dalla crisi)
che ritengono nuove, ma sono addirittura peggio delle “nuove” idee del nostro
fisico. Sono come l’affermazione della teoria del flogisto oggi quando tutti
(ma non le classi dirigenti) sanno che è sbagliata, e non ci pensano neanche
più. Sono idee che prescindono dalle conoscenze sistemiche strategiche, sociali,
politiche etc. Ma non vengono buttati fuori. E se qualcuno ci prova, non lo fa
certo in nome della conoscenza.
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