mercoledì 6 giugno 2012

Una cosa da fare subito .. dal basso

di
Francesco Zanotti


Voglio provare a fare una proposta. Ovviamente non può che essere “controcorrente” perché la “corrente” attuale ci sta portando verso un precipizio.
Una proposta semplice, realizzabile subito ed a costi bassissimi. E’ controcorrente perché parte dal basso. E’ molto controcorrente perché oggi la tentazione di spostare il “luogo politico” della soluzione sempre più in alto è quasi irresistibile. Oramai non è più il Governo: è l’Europa. I giornali sono pieni di cose “decisive” che solo l’Europa può fare. Magari sono cose utilissime, ma, prima che le faccia, campa cavallo. E il cavallo non campa: non campano le imprese e, quindi, non campano le famiglie.
Ecco la proposta dal basso.

Innanzitutto, l’obiettivo da raggiungere: occorre far sì che le imprese aumentino non solo il fatturato, ma anche il margine e la cassa. Ed occorre farlo subito. Ma perché questo accada non serve che il Governo e l’Europa facciano tutte le belle cose che tutti vorrebbero facessero? No! Occorre che le imprese aumentino la loro capacità progettuale. E per far sì che aumentino la loro capacità progettuale occorre fornire loro conoscenze e metodologie avanzate di strategia d’impresa. E’ come moltiplicare la “forza” imprenditoriale delle imprese. Per aiutare le imprese ad acquisire nuove conoscenze e metodologie di strategia d’impresa è necessario l’intervento del sistema bancario. Le banche per prime devono acquisire conoscenze e metodologie avanzate di strategia d’impresa. Così spingeranno le imprese a costruire progetti strategici di grande innovazione imprenditoriale. Mentre oggi le spingono verso processi di ristrutturazione (riduzione di costi e persone) perché sono gli unici progetti che sanno vedere.
Se il sistema bancario ci si mette, non solo salva la nostra economia, ma se stesso. E’ alle porte la vera crisi profonda: dopo i derivati e i debiti sovrani, i debiti delle famiglie e delle imprese che le stesse famiglie ed imprese riusciranno a rimborsare sempre meno. E’ inutile procedere a continue capitalizzazioni. Non c’è capitalizzazione che possa sopportare la crisi di famiglie ed imprese. Le banche devono impegnarsi ad aiutare le imprese non solo con i denari, ma anche con la conoscenza. Nello specifico: nuove conoscenze e metodologie avanzate di strategia d’impresa.
La vera difficoltà di questa proposta? Che parte da un cambiamento di noi stessi e delle nostre conoscenze. E’ una soluzione faticosa: imparare “cose” nuove. E la tentazione di lasciarsi andare a chiedere il cambiamento degli altri è davvero irresistibile.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.