di
Francesco Zanotti
Brevemente … perché è interessante e perché mi permette di fare un discorso generale sul fare scienza.
L’occasione è l’articolo di Eduardo Boncinelli sul Corriere di oggi (pag. 37) dal titolo “Il vero albero (laico) della vita”.
E’ un articolo che propone un visione duramente riduzionista della scienza. Il problema non è se questa visione sia giusta o sbagliata. Il problema è che viene spacciata come l’unica possibile. E questo non è vero! Ve ne sono altre che portano a conclusioni opposte di quella proposte da Boncinelli.
Egli considera metafisicamente decisivo che sia la materia animata sia quella inanimata siano fatte delle stesse “cose”, tanto da arrivare ad usare l’aggettivo laico per definire questa scoperta, quasi che essa togliesse legittimità ad ogni discorso religioso. Ora, le obiezioni esistenti alla sua “ideologia” sono moltissime. Il fatto che materia animata e materia inanimata siano fatte delle stesse cose, non significa che siano ontologicamente uguali. La loro diversità radicale può essere data dal fatto che le cose di cui sono fatte si sono organizzate diversamente fino a far emergere, nella materia vivente, “prestazioni” che non sono riducibili alle proprietà delle singole parti di sui sono costituite. Questa obiezione non è una mia scoperta, ma è nota ed arcinota.
Ma ve ne è un’altra più “divertente”: certamente è vero che la materia vivente e non vivente sono fatte delle stesse cose. Il problema è che non sappiamo quali siano. Ma dai, mi dirà qualcuno, ma sono fatte di protoni, neutroni ed elettroni … Certo, ma non sono questi gli elementi ultimi: sono strutture complesse. E si vuole veramente dimostrare che si può comprendere il mondo attraverso i suoi componenti elementari, occorre andare a scovarli e scoprire le leggi che li governano. Cosa che siamo lontanissimi dall’aver fatto. I protoni e i neutroni sono fatti di quark che, però, non hanno la caratteristica fondamentale che un riduzionista deve trovare in essi per poter dire che ha scoperto le componenti ultime del mondo. La caratteristica che manca loro è che non stanno mai da soli. Di più: non hanno senso da soli. Forse i quark sono fatti di stringhe che si sviluppano in nove/dieci dimensioni. Ma solo “forse”, tanto “forse”.
Infine, certo la materia è fatta di protoni elettroni e neutroni. Ma quella che conosciamo. Peccato che essa sia solo il 4% della materia presente nell’universo, almeno se diamo retta alle visione del mondo proposta dalla Teoria Generale della Relatività.
Vi sono poi altre obiezioni evidenti al suo discorso. La prima è che il mondo non è calcolabile. Ecco Boncinelli non usa questa espressione, ma quando suggerisce che il mondo è comprensibile partendo dalle condizioni inziali e dalle leggi fondamentali sostiene che è comprensibile attraverso quel “calcolare” che è egregiamente compiuto dal computer digitale. Quasi letteralmente quanto sosteneva Laplace nel ‘700 e che, per usare un eufemismo, è stato da tempo giudicato ingenuo.
La seconda è che, in realtà, non conosciamo le leggi fondamentali che governano la materia. La teoria del tutto è cercata spasmodicamente, ma non è ancora stata trovata. E, secondo me, non lo sarà mai per la buona ragione che non esistono leggi universali della natura. Per inciso, tanto meno esistono leggi generali dell’economia e dei sistemi umani in genere.
A me piacerebbe avere una risposta a queste obiezioni, ma non è scatenare questo tipo di dibattiti che mi interessa prioritariamente. Il tema che mi interessa, la meta obiezione che voglio proporre è che conoscenze che hanno mille obiezioni (conosciute, straconosciute) vengono spacciate come verità assolute. E queste verità vengono, in un modo che giudico subdolo, definite laiche. Quasi a dire: vedi che la scienza (il tipo di scienza che racconta Boncinelli, correggo io) spiega tutto?
In sintesi, credo non si possa condividere un articolo che vende come assolute idee che non lo sono. E che, per di più, da queste idee assolute ricava considerazione filosofiche che, proprio perché sono fondate su verità assolute, sono assolute anch’esse. Ma davvero Dio fa così paura?
Ma voglio andare al di là. E lo faccio con una espressione semplicissima: riprendiamoci in mano la scienza. E più in generale, la conoscenza. Non accettiamo più che esitano scienziati che ci spacciano per verità assolute idee che non lo sono, solo per paura di Dio o perché queste “verità” fanno guadagnare loro un sacco di soldi (è il caso di Craig Venter, sì, quello del genoma). Tanto meno accettiamo che esistano scienziati sociali che ci spaccino per naturali leggi economiche che sono solo banali sovrastrutture nelle quali abbiamo ingabbiato l’agire umano. E che potremmo cambiare (dovremmo farlo) domani mattina.
Riprendiamoci in mano la scienza e la conoscenza: è il passo fondamentale per riprenderci in mano la nostra vita dalle macerie di una crisi che, secondo me, è stata generata proprio dall’abdicare agli specialisti questa nostra vita.
Nessun commento:
Posta un commento