lunedì 10 gennaio 2011

Costruite stille di Rinascimento …altro che competitività e riforme.

di
Francesco Zanotti

Credo che uno degli articoli più belli del Sole 24 Ore del 2010 sia quello,a firma di Parag Khanna, Senior ResearchFellow presso la New America Foundation,  apparso il 29 dicembre dal titolo “Cina, India, America tra Bisanzio e Medio Evo". Il titolo non lascia capire la profondità del messaggio. L’autore, sinteticamente, sostiene che come la romanità si è andata spegnendo nel Medioevo, all’interno del quale, però, sono nati i germi del Rinascimento, così la società industriale si sta spegnendo nel suo medioevo, che è la nostra società attuale. Ovviamente, la speranza e l’impegno è che in questa società vi siano i germi di un secondo Rinascimento.

Ovviamente, un nuovo Rinascimento non può essere ottenuto da nessuna pianificazione centrale, come, spero, tutti riconoscano. Ma non può essere generato neanche attraverso i due miti del nostro tempo (miti medioevali, io credo) della competitività e delle riforme istituzionali. Ambedue queste strategie sono, come abbiamo detto spesso, strategie di conservazione che, di fonte alla esigenza di costruire una nuova società, non possono essere che esiziali.

La strategia della competitività, oltre ad essere perdente dal punto di vista strategico, sta creando un crescente conflitto sociale, come è dimostrato dal caso FIAT. Vorrei essere chiaro: non sto sostenendo che ha ragione la FIOM, cioè che la FIAT sta calpestando diritti fondamentali. Dico che le ragioni strategiche che hanno spinto la FIAT lungo la strada che ha scelto sono risibili, banali, sbagliate.

Chi credesse ancora nelle riforme istituzionali pensi che anch’esse si ancorano alla strategia della competitività, si giustificano come strumenti per aumentare la competitività del nostro Sistema Paese. E noi non abbiamo bisogno che il nostro Sistema Paese diventi competitivo in questa economia, ma ne crei un’altra. E, per favore, non sostenibile, ma etica ed estetica, capace di far evolvere insieme Natura e Umanità.

Per lettori estremamente concreti: se una piccola fabbrichetta produce scarpe al costo, franco fabbrica, di cinque volte il costo (compresi i costi di trasporto) di scarpe analoghe che vengono dalla Cina, mi dite che beneficio ha dalle riforme istituzionali? Diciamocelo: le riforme istituzionali hanno l’obiettivo di giustificare l’esistenza delle attuali classi dirigenti politiche: il fatto che devono farle giustifica la loro esistenza.

Come scatenare un nuovo Rinascimento? Attivando quella nuova imprenditorialità aumentata di cui racconto nel nostro blog imprenditorialitaumentatadedicato più specificatamente alle tematiche dello sviluppo del nostro sistema economico. Imprenditorialità aumentata è la capacità di progettare, dal basso, nuovi mondi e, poi, di riassumerli nel modello di una nuova società. Imprenditorialità aumentata è lo spazio di progettualità e di azione che è disponibile per tutti. Tutti voi che leggete e, ovviamente, noi che scriviamo.


E come si attiva questa nuova ed intensa “imprenditorialità aumentata”? Buttando nella società risorse finanziarie e nuove cognitive. Per attivare una nuova ricerca e sviluppo capace non solo di costruire giocattoli tecnologici, ma di generare una nuova Società, una nuova Natura ed una nuova Umanità.

Noi abbiamo avviato un progetto di ricerca che ha l’obiettivo di rendere disponibile un sistema di conoscenze e di metodologie capaci di abilitare persone, imprese, attori sociali, politici, istituzionali e culturali a praticare una nuova imprenditorialità aumentata  a livello personale, organizzativo, sociale, politico, istituzionale, culturale.

Il testo del Progetto di Ricerca che proponiamo è scaricabile dal blog Documento di ricerca: Verso una nuova società

Chiediamo a tutti di partecipare a questo progetto di ricerca per iniziare a produrre mille stille di un nuovo Rinascimento.

Nessun commento:

Posta un commento

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.