domenica 6 novembre 2016

Papa Francesco, finanza e migranti

di
Francesco Zanotti

Risultati immagini per papa francesco sulle banche

Tutti hanno ascoltato le parole di Francesco al proposito. Si può dire tutto quello che si vuole, ma, innanzitutto, ha rivelato un dato sperimentale. Non possiamo ignorarlo. Di fronte ad esso vogliamo, forse,  sostenere che per ragioni sistemiche è giusto e inevitabile salvare prima le banche? Io credo che, oltre che crudele, sia stupido sostenere questa tesi. Le ragioni sistemiche spingono in tutt’altra direzione.

Innanzitutto, mi permetto di precisare il dato sperimentale: non salviamo le banche, ma i top manager delle banche. E quel sottobosco di finanzieri presuntuosi che moltiplicano i danni creati dai top manager. Questa precisazione rende ancora più crudele questa scelta. E rende emotivamente più difficile sostenere che è giusta.

Ma questo potrebbe anche portare qualcuno a sentirsi eroe: ho il coraggio di imporre sacrifici oggi per un domani migliore.

Allora bisogna contestare che si tratta di una scelta utile, forse necessaria. Non lo è. E’, invece, stupida. E, come tutte le volte che la stupidità genera vittime, è criminale.

E’ stupida perché, da un lato, le banche sono un intermediario di scambio non più necessario. Gli scambi potrebbero funzionare attraverso infrastrutture pubbliche.
Dall’altro lato, possono essere giudicate necessarie perché immettono intelligenza nello scambio: indirizzano gli impieghi verso utilizzatori che garantiscono sviluppo. Ma è proprio qui che l’attuale classe manageriale ha fallito. Si è dimostrata capace di selezione avversa: è andata a finanziare solo sopravvivenza e non sviluppo. Generando una gigantesco spreco di risorse.

Allora non occorre salvare questo sistema finanziario. E’ necessario costruire quello del futuro. Un sistema, che va dalle banche centrali fino all’ultimo sportello, che è veramente capace di usare il risparmio per finanziare sviluppo. Un sistema finanziario alla ricerca dei migliori luoghi dove allocare il risparmio. Se così fosse si scoprirebbe che le migliori potenzialità di sviluppo vi sono proprio nei territori da cui la gente fugge … Fugge perché non c’è sviluppo. Se le persone muoiono in mare è perché grandi progetti di sviluppo non ci sono e, se ci fossero, non vorremmo (“non vorremmo”, non “non potremmo” perché potremmo tranquillamente) finanziarli. Ma questo rifiuto sarebbe un chiaro tirarci la zappa sui piedi perché il mancato sviluppo di una parte del mondo non può non generare guai a chi pensa di potersi sviluppare da solo a spese di altri usando egoisticamente risorse comuni.
Detto tutto questo, la conclusione potrà sembrare paradossale, ma è, invece, feconda: salveremo realmente le banche se risolveremo il problema dell’immigrazione. In una società complessa solo un egoismo profondo è sinonimo di altruismo.



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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.