giovedì 17 luglio 2014

Abbiamo già realizzato la prima tappa dell’Expo della Conoscenza. Ne parliamo il 10 ottobre

di
Francesco Zanotti


L’obiettivo fondamentale dell’Associazione è lo sviluppo etico ed estetico di una nuova società.
L’Expo della Conoscenza è il processo (un evento senza soluzione di continuità) attraverso il quale raggiungere l’obiettivo.

Infatti, attraverso di esso si cerca di distribuire una nuova infrastruttura cognitiva trans-disciplinare in tutta la società.
Pensiamo che basti questo distribuire per attivare il processo di attivazione di un nuovo Rinascimento in ogni ambito della società.

Per poter  fornire una nuova struttura cognitiva occorre costruirla.

Per costruirla il primo passo è quello di interrogare le diverse fonti di conoscenze (che oggi ancora sono discipline) per conoscere quali sono le risorse cognitive che ognuna mette a disposizione di tutti coloro che vogliono assumersi l’onere della progettazione collettiva di una nuova società nelle sue diverse angolazioni.

Partendo da questo patrimonio di risorse cognitive se ne cerca una sintesi che risponda alle seguenti domande.
La prima domanda: quali sono i processi di evoluzione autonoma dei sistemi umani che sono sistemi caratterizzati da attori dotati di sistemi cognitivi e facenti parte integrata nella Natura.
La seconda domanda: come è possibile governare consapevolmente questi processi affinché il frutto di questi processi di evoluzione autonoma sia una nuova società etica ed estetica?

L’insieme delle risorse cognitive e della sintesi costituisce la infrastruttura cognitiva che può dare l’avvio al processo di sviluppo etico ed estetico di una nuova società.
Quando la si è costruita occorre diffonderla come atto di provocazione progettuale perché sia ulteriormente sviluppata, innanzitutto attraverso sperimentazioni.

Perché solo noi possiamo guidare questo processo?
Perché siamo gli unici ad avere già percorso questa strada.
Perché abbiamo, quindi, già realizzato la prima tappa dell’Expo della Conoscenza.

Abbiamo già interrogato le diverse discipline. Almeno ad un primo livello di approfondimento.
Abbiamo già costruito una prima risposta complessiva alle due precedenti domande.
La prima risposta: abbiamo costruito un modello che cerca di descrivere l’evoluzione autonoma dei sistemi umani.
La seconda risposta: abbiamo sviluppato una metodologia di governo del processo di evoluzione autonoma dei sistemi umani

In più, abbiamo già sviluppato prime sperimentazioni, primi ologrammi di una nuova società che sono già stati pubblicati su di una rivista autorevole.

Altri hanno costruito solo risposte parziali.
In particolare, risposte che riguardano specifici sistemi umani e non sono state generalizzate, che usano solo parte delle risorse cognitive transdisciplinari esistenti, che, quindi, rispondono solo parzialmente alle due domande che riteniamo centrali.

Il processo dell’Expo della Conoscenza si innesca distribuendo la nostra risposta.

L’Evento del 10 ottobre è la prima occasione di distribuzione di questa proposta.
Il nostro blog è lo strumento per una illustrazione e distribuzione continua.

Per il futuro occorre sviluppare manufatti che raccontino il primo livello dell’Expo della Conoscenza che abbiamo già costruito.
Occorre cercare presenze espressive in tutti i luoghi possibili.
Occorre cercare ambiti di sperimentazione nello sviluppo della persona, delle organizzazioni di ogni tipo, delle istituzioni.

Benvenuti coloro che ci vogliono dare una mano.


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Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.