di
Francesco Zanotti
Oggi è uscito, in prima pagina sul Sole24Ore, un
editoriale di Adriana Cerretelli che, commentando il 45° summit Europeo, denuncia l’immobilismo
dei leader europei. Manco più la “foto di famiglia” conclusiva hanno fatto, commenta
amaramente. La denuncia è documentata, ma poi il nulla.
L’editoriale di Adriana Cerretelli
indica con grande completezza e consapevolezza, tutte le questioni politiche ed
economiche aperte (problemi epocali) che richiederebbero risposte immediate e,
possibilmente unitarie, da parte del leader Europei. Il problema è che le risposte
a queste vengono, invece, vertice dopo vertice rimandate. Non tedio il lettore
ripetendo i contenuti dell’articolo.
Voglio soffermarmi, però, sulla
“chiusa” che mi sembra più preoccupante delle stesse gravisime questioni
aperte.
Conclude il suo editoriale
Adriana Cerretelli: “C’è solo da sperare che, finita la febbre elettorale, ritrovi
(il soggetto è: l’Europa) in un modo o nell’altro se stessa.”:
Ritengo questa chiusa più preoccupante
dei problemi stessi perché, innanzitutto, porta a riflettere che se davvero il
momento chiave della democrazia, cioè le elezioni, sono così dannose
(impediscono che si affrontino i problemi), tra le questioni aperte c’è anche quella
del senso e della funzione della democrazia rappresentativa.
Ma, soprattutto, mi sembra
preoccupante perché denuncia che non sappiamo da dove viene questa incapacità
ad affrontare le questioni aperte. E tanto meno sappiamo come eliminarla. Se si
dice “c’è da sperare” si dichiara impotenza.
Risuona con questa tesi l’opinione
espressa dal Ministro Orlando, sempre sul Sole24Ore di oggi: “ … rischiamo (all’interno
del PD) di avere più candidati che idee. “.
Conclusione: alla impotenza
dei politici si affianca l’impotenza dei commentatori …
Esistono tentativi di
reazione, ma conducono a soluzioni che sono peggio del problema.
La prima soluzione è nasce
dal pensare che le classi dirigenti hanno il loro bell’interesse all’immobilismo.
Così ragionando, però, si finisce nel complottismo e in violente derive rivoluzionarie.
La seconda soluzione è
quella delle risposte semplificanti che, però, conducono a populismi che possono
anch’essi diventare aggressivi generare le stesse violente derive
rivoluzionarie.
E noi che disertiamo intorno
all’impotenza, che facciamo per superarla?
La risposta è semplice:
basta seguire il nostro blog ed emerge la nostra risposta. Il problema consiste
nelle risorse cognitive usate da politici e commentatori: non bastano. Sono così
anguste che non permettono una visione complessiva della situazione attuale, ma
costringono all’impotenza o alle derive complottiste o populiste che sono
parenti stretti.
La soluzione non è cambiare
le classi dirigenti, ma dare loro nuove risorse cognitive. Il primo risultato
dell’usare nuove risorse cognitive sarebbe quello di accorgersi che le
questioni aperte appaiono come problemi perché sono la conseguenza di non aver
ascoltato le mille potenzialità di futuro (i Segni dei Tempi futuri) che si
stanno alzando alti e forti. La conseguenza dello snobbare quelle risorse “poietiche”
per potrebbero far emergere una nuova economia ed una nuova società. Infatti, le
potenzialità non sfruttate si trasformano inevitabilmente in problemi. I
problemi, le questioni che stiamo affrontando.
Ma quali sono queste risorse
cognitive? Davvero in questo blog ne parliamo continuamente e diffusamente …
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