lunedì 19 dicembre 2016

La saggezza in un film di Bisio

di
Francesco Zanotti

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Si tratta del film “Benvenuto Presidente”. E’ la parodia di un intero universo politico. Ci sono tutti: i Poteri forti, la mafia, i servizi deviati, tre politici corrotti a capo delle tre aree politiche che contano si combattono in pubblico, ma poi costituiscono una cupola affaristica … E, poi, il finale è saggio.

Si tratta della storia di un povero pescatore che ha la fortuna (o la sfortuna) di chiamarsi Giuseppe Garibaldi. Si tratta di eleggere il Presidente della Repubblica, ma  questa volta i tre politici corrotti non riescono a mettersi d’accordo.  Per fare vedere i “muscoli” ognuno agli altri, decidono, ognuno per contro proprio, di far votare a tutti i loro deputati e senatori un nome simbolico. Purtroppo (o per fortuna) scelgono tutti lo stesso nome che sembra loro davvero solo simbolico: Giuseppe Garibaldi, appunto.
Giuseppe Garibaldi supera il quorum per essere eletto e si scopre che in realtà un Giuseppe Garibaldi eleggibile c’è davvero. E’ il Bisio pescatore di montagna. L’elezione di Giuseppe Garibaldi alla Presidenza della repubblica diventa effettiva.
Bisio\Garibaldi viene portato al Quirinale e qui inizia una serie di gustosi eventi che, come dicevo poco sopra, costituiscono una sottile parodia di tutto un universo politico.
Per dare qualche idea di quanto sia scoperta e di buon gusto la parodia, si pensi che i Poteri forti sono persone. Quando i politici corrotti vengono convocati da questi poteri forti arrivano in una grade sala al centro della quale vi è una tavola imbandita i cui commensali sono: Pupi Avati, Lina Wertmuller, Steve Della Casa e Gianni Riondino. Essi certo non cercano di comunicare il mistero dei poteri forti. E finisce tutto in farsa sussurrata, sorrisa, mai gridata.
Bisio Garibaldi smonta tutta la vecchia politica, raccoglie un consenso inusitato, ma alla fine si dimette. E la ragione è cristallina, quasi profetica. “Uno come me - dice Bisio-Garibaldi va bene per rompere gli equilibri. Ma poi per ricostruire ci vuole gente molto più preparata …”.
Salvini, Grillo, Renzi (sociologicamente non c’è differenza), nel passato Berlusconi, ancora più indietro il Guglielmo Giannini dell'Uomo qualunque, vanno forse bene per smontare il presente e farsi eleggere. Poi quando devono costruire dimostrano loro e i loro seguaci, quasi ogni giorno, che per riuscirci ci vuole davvero gente molto più preparata …  


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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.