di
Francesco Zanotti
C’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ed è chi non riesce a vedere, sentire, ascoltare perché guarda solo al vuoto … basta che sia firmato.
Egregio Direttore,
certo l’incipit della mia
lettera è un po’ criptico, ma alla fine, se avrà la cortesia di leggerla, le
sembrerà una sintesi efficace del pensiero che voglio comunicarle.
Inizio con una apparente
distrazione, un po’ autocelebrativa, ma poi vedrà che c’entra.
Due giorni fa su questo blog
scrivevo: “il no
vincerà se Renzi troverà appoggio (al si, ovviamente) dalla grande stampa e
dagli opinion leader. Come è accaduto a Hilary Clinton nelle ultime elezioni
americane.” Dal suo pezzo sulla Repubblica di oggi è evidente il suo rammarico
che Renzi non abbia vinto. A conferma della mia previsione: la grande stampa è
riuscita ad arruolarlo nell’establishment e, così, l’ha fatto perdere.
Sono
un fan di Renzi? No, ma neanche un detrattore.
Se
vuole conoscere la mia opinione, dia una occhiata qui
Fine
della digressione che, però, è in realtà il contesto della mia comunicazione.
Scrive
alla fine del suo articolo di oggi: “Questi italiani (quelli che sono andati a
votare), non importa se hanno votano sì o no, si meritano una proposta di Paese
credibile, che parli di un futuro e non di salti nel buio.
Sono
d’accordo, ma le faccio notare che le proposte credibili ci sono. E’ che la
grande stampa sembra non le possa sentire, vedere e ascoltare. E credo che la ragione
sia che le manca la conoscenza per farlo. Ed allora è costretta a leggere prima
la firma che le proposte. Se la firma è nota allora la grande stampa ci va a
nozze. Se poi due firme note la pensano diversamente, ci va a “nozzissime”. Ma
le firme note non possono che riproporre le idee di sempre.
Le
propongo qualche nota a dimostrazione di questa mia affermazione. L’attuale
teoria macro-economica (non vi sono teorie diverse, vi è una sola macroeconomia
che poi si declina in dialetti non sostanzialmente diversi gli uni dagli altri)
è del tutto insignificante. E non le sto parlando di
pinzillacchere, le sto parlando di matematica. Supponiamo di prendere sul serio
che sia necessario ricercare posizioni di equilibrio (ma che senso ha cercare
un equilibrio, che si intende come stabilità, in un mondo straziato dalle
ingiustizie e che sta distruggendo il Pianeta?). Bene gli ecomomisti propongono
equazioni dalle quali emergono certamente punti di equilibrio. Il problema è che
questi punti di equilibrio sono infiniti. Questo significa che i dibattiti
economici non si rendono contro che quando vi è discordanza è perché si cerca
di raggiungere punti di equilibrio che sono diversi, ma ambedue matematicamente
insensati. E di posizioni alternative ulteriori ve ne sono infinite.
Sono dibattiti senza senso, portati
avanti col furore insano di Orlando, ma che la stampa riprende compiacendosene.
Le conoscenze che mancano e
impediscono di vedere, ascoltare e sentire? Le conoscenze matematiche senza le
quali oggi pubblicare qualcosa di macroeconomia è come firmare una cambiale in
bianco all’economista di turno.
Tutti gli sforzi per salvare
il sistema bancario sembrano una insensata danza della pioggia che pretende
irragionevolmente di far piovere. Si sta parlando di patrimonializzare, ma
nessuno ha qualche idea alta e forte per far tornare a guadagnare le banche. Le
cito il caso BPM-Banco Popolare http://imprenditorialitaumentata.blogspot.it/2016/11/lo-strano-caso-della-fusione-tra-banco.html
Quali sono le conoscenze che
mancano e impediscono di vedere, ascoltare e sentire? Sono le conoscenze e le
metodologie di strategia d’impresa
Potrei continuare a lungo,
ma le propongo un luogo dove sistematicamente e con lo sforzo di essere
scientificamente seri, cerchiamo di raccogliere sia le proposte per “un Paese
credibile” che le conoscenze che servono per comprenderle, migliorarle
svilupparne altre.
E’ proprio questo nostro
blog e gli altri due
Mi piacerebbe molto se desse
loro una occhiata e ci onorasse di una sua risposta.
Un caro saluto
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