(Lettera aperta al Presidente di RCS Libri Paolo Mieli)
di
Luciano Martinoli
Gentilissimo Presidente
Ho letto e molto apprezzato il suo commento sull'ultimo libro di Rodney Stark La vittoria dell'Occidente che lei ha ampiamente recensito nell' articolo sul Corsera di oggi dal titolo "La rivoluzione del Medioevo"; lettura certamente stimolante che provvederò ad effettuare. Tra i vari spunti mi ha colpito un suo passaggio che, immagino, sia una delle idee centrali del saggio:
"Il merito di tutto quello che è accaduto in materia di sviluppo della civiltà... va attribuito alla circolazione delle idee. Sono le idee, più che le forze economiche e materiali, all'origine della modernità."
Sono perfettamente d'accordo con questa affermazione, ma se così è accaduto da sempre in occidente, ed oggi abbiamo bisogno di una "nuova modernità", quali sono i meccanismi di "circolazione delle idee" che oggi dovrebbero concimare il necessario sviluppo della nostra civiltà?
Certo abbiamo potenti media, internet in testa, che potrebbero veicolarle, ma sono purtroppo ridotti a condividere stupidaggini quotidiane (i social network) o stimolare pruriti inconfessabili (i siti porno). Non sono messi meglio i giornali (oggi sono dovuto arrivare a pagina 39, quella del suo articolo, per leggere di una opinione sulle idee) o le televisioni, appiattite sulle sterili polemiche della politica, alle quali fanno da amplificatore, o a dar risalto ai chiacchiericci da bar.
Ma forse il vero problema è nella mancata individuazione delle fonti di idee potenti e originali che non possono venire da classi dirigenti ignoranti o dai pettegolezzi sui fatti quotidiani, drammatici o faceti che siano.
Tali sorgenti, spero sia d'accordo, sono gli ambiti della conoscenza umana che pure hanno contribuito in maniera importante alle idee.
Purtroppo oggi la conoscenza è così dispersa e specializzata da renderla incomprensibile e impraticabile per quel "miglioramento delle condizioni di esistenza" che pure viene da lei citata.
Ad esempio: cosa ha scoperto la fisica, la matematica, la biologia come "idee" per arrivare alle scoperte scientifiche di cui ci raccontano solo gli effetti spettacolari (e neanche tanto bene) che potrebbero essere utili per affrontare le sfide della comunità umana del III millennio?
Cosa ha da dire la filosofia, le scienze sociali, la psicologia, l'antropologia su cosa è, ma sopratutto cosa non è, l'essere umano e il mistero che lo circonda?
Come queste e altre discipline possono aiutarci a convivere con questo mistero senza rinunciare alla nostra voglia di sviluppo e di dare una direzione a tale sviluppo?
Dopo tanti secoli, che immagino siano ben descritti da Stark nel suo libro, possiamo fare un salto di qualità nel meccanismo base del nostro successo, la circolazione delle idee, in maniera tale che non sia solo spontaneo, come accaduto finora, ma progettato verso mete che sorprenderanno gli stessi progettisti?
Sono interrogativi che dimostrano la necessità di un urgente dibattito, sconosciuto ai media e certamente derubricato dalle agende delle classi dirigenti politiche, economiche, istituzionali, forse anche culturali, occupati tutti, con poche eccezioni, a difendere i piccoli interessi di bottega.
Abbiamo provveduto, nel nostro piccolo, a farci carico di questo problema centrale che è la causa dello stallo sociale complessivo che proprio il mondo occidentale sta vivendo.
Abbiamo creato una "Associazione per l'Expo della Conoscenza", dove la parola Expo è strumentale al prossimo evento milanese che, temiamo, abbia perso l'occasione di essere motore di idee (di tutto si è parlato in questi anni preparatori tranne che di "idee").
Troverà una descrizione dei progetti e le motivazioni sul nostro sito (www.expoconoscenza.org) , i commenti ai principali eventi in un ottica di necessità di nuove "idee" sul nostro blog (http://balbettantipoietici.blogspot.it/).
Volendo fare un parallelo con ciò che riporta Stark a proposito dei Greci, noi intendiamo fare sulla conoscenza ciò che loro fecero sul senso della vita: non essere i primi ad occuparcene, ma essere i primi a farlo in modo sistematico.
Mi congedo con la notizia di un evento, al quale parteciperemo, che è di buon auspicio.
Il PAM, Assemblea Parlamentare del Mediterraneo con la quale collaboriamo da tempo, insieme con l'Università di Catania, organizza per il prossimo 11 e 12 Dicembre proprio a Catania il lancio di una "Piattaforma accademica del Mediterraneo" il cui scopo è proprio quella "circolazione delle idee" che, guarda caso, fu proprio all'origine del nostro sviluppo ed esattamente partendo dallo stesso mare dei Greci.
Cordiali Saluti
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