di
Francesco Zanotti
Leggo sul Sole 24 Ore un articolo di Leonardo Maugeri su “Sette fronti d’azione per invertire la rottadel declino …"
Ecco … non sono d’accordo.
Ed ovviamente propongo alternative.
Primo fonte d’azione: liberiamo da tante vessazioni i fondi di Private Equity,
Venture Capital etc. … Per carità, mica
voglio sostenere che occorre mantenere
le vessazioni. Ritengo, però, più rilevante che tutti questi fondi imparino a
valutare Business Plan. Oggi si parte dall'ipotesi che siano i migliori al
mondo a farlo. Non è vero! Lo dimostrano, innanzitutto, gli insuccessi istituzionalizzati.
Ad esempio, si parte dal considerare naturale che le operazioni di Venture Capital abbiano successo solo nel 25% dei casi (come più avanti cita l’Autore). Ma come
si fa a sostenere che si sa valutare un Business Plan se, poi, si istituzionalizza il
fatto che si può sbagliare otto volte su dieci? Che non sappiano valutare Business Plan lo dimostra, soprattutto, il fatto
che non dispongono del “Corpus Cognitivo” che serve a farlo: le conoscenze e le
metodologie di strategia d’impresa.
Secondo fonte d’azione: incentivi fiscali. Beh se chi investe soldi ha come
criterio di scelta dove si paga meno tasse e non dove si producono capolavori …
Tutti gli altri fonti d’azione: riguardano la ricerca. Ed è su tutti questi fronti che sono
particolarmente in disaccordo.
Occorre scegliere le “tecnologie
lasciate dagli altri” dice l’Autore. Cioè dove non sono presenti gli altri. Ma il
problema non è quello di scegliere un campo tecnologico o un altro. Il problema
è che in tutti i campi tecnologici occorre generare nuove prospettive. Che
nascono solo da una nuova visione del mondo. Prendiamo ad esempio la genetica e
le neuroscienze. Dobbiamo scegliere se continuare sull’approccio riduzionistico
attuale o scegliere altri approcci. Il mondo anglosassone segue la visione
riduzionistica che sta diventando sempre più anacronistica. Noi li
surclasseremo (se proprio vogliamo surclassare e non collaborare) rileggendo tutti
gli ambiti tecnologici con una visione del mondo quantistico-emergente.
La ricerca deve essere collegata al mercato. Deve capire di cosa ha bisogno il mondo. Ma il mondo non sa di cosa
ha bisogno. Abbiamo di fonte la necessità di creare nuovi mondi. La ricerca
deve raccontare di tutti i mondi possibili e scatenare una nuova progettualità
di popolo per realizzare il mondo che sceglieremo.
La ricerca deve essere
misurata dal valore che riesce a produrre. Ma occorre definire di che valore si
tratta. Possiamo pensare al valore “economico” ed allora dovremo misurarlo in
termini di capacità di produrre cassa (quando e quanto). Ma forse in tutta la
storia una grande capacità di produrre cassa è sempre stata generata dalla capacità
di creare e condividere sogni-capolavoro.
Lo Stato deve finanziare la
ricerca di base, ma solo dopo che si sono individuate le direzioni lungo le
quali indirizzare questa ricerca. Ma è una contraddizione in termini. La ricerca
di base, per definizione, non sa dove andrà sbattere. Se lo sapesse sarebbe per
definizione ricerca applicata. Ma al di là della contraddizione logica … lo
Stato non può indirizzare la ricerca di base perché oggi la complessità (per
fortuna) è tale che esistono mille alternative di ricerca tra le quali oggi nessuno
può scegliere. Un esempio: vogliamo che sia lo Stato a decidere se la fisica
fondamentale deve sviluppare solo la teoria delle stringhe o la gravità
quantistica a loop? O debba, invece, ricercare qualche altra teoria che oggi
non è immaginabile? Magari uscendo dal riferimento metrico ed usando un
riferimento topologico?
La ragione per cui l’innovazione
langue è che non abbiamo idee.
Ma, come si fa a rilanciare
l’innovazione? Come si è fatto nel Rinascimento: “buttando nella società un
nuovo patrimonio di risorse cognitive”. Soprattutto buttando nella società una
nuova visione del mondo. Proprio quella che libera la ricerca da tutti i lacci
e lacciuoli che nascono dal disporre solo della visione del mondo della società
industriale.
Insomma, volete veramente
innovare? Fate corsi di teoria quantistica dei campi e sul come usandoli si
capiscono fino in fondo i processi di creazione imprenditoriale e se ne possono
moltiplicare l’efficacia per arrivare finalmente a costruire un nuovo sviluppo etico
ed estetico.
Nessun commento:
Posta un commento