di
Samira Tasso
Samira Tasso
s.tasso83@gmail.com
Un nuovo motto molto in voga in vari ambiti (dal design, al
teatro, alla creatività in generale) dice: “Less is More”. L’essenza di questa frase sta
nel saper essere semplici e provare meraviglia per quello che si vive. Un
principio molto valido che, però, a volte, è difficile da applicare. A volte per
trovare un'identità ci si riempie di cose, di informazioni, di emozioni... Ma ci
serviranno davvero tutte?
Oppure forse sono troppo poche e stiamo perseguendo ogni
giorno la filosofia del “Less” svuotandoci di quel “More” che ci
permetterebbe di progredire e di ripensarci. Credo siano vere entrambe le cose
e che il segreto sia tutto nella selezione, nelle scelte e nello sguardo... nell’arte,
nel design, nel teatro, nell’economia e nella vita. Credo che la risposta, la
liberazione che tutti cerchiamo sia già dentro di noi, ma abbiamo paura ad
accettarla.
Qualche passante si è anche
preoccupato, pensando volessi buttarmi giù per qualche strana ragione...
Io passo da quel posto ogni giorno, ma quella sera avvevo
deciso di soffermarmi a guardarlo bene.
Mi è sembrato un posto diverso, quasi magico... Come una metafora della vita. L’ho guardato bene quel ponte e tutto
quello che c’era intorno. Nel Naviglio scorreva un'acqua verde su cui si rifletteva la luce dei lampioni e sul fondale dei detriti. In lontananza dei palazzi che non avevo mai notato prima.
Poi, alzando lo sguardo ho visto il cielo, di un blu intenso
e coperto di stelle. Sul lato
del ponte c’erano dei ragazzi che si
ritrovano lì tutte le sere a bere birra,
fumare, chiacchierare, ridere e litigare.
Ho pensato a quanto sarebbe stato diverso e allo stesso
tempo facile cadere giù sul fondo del Naviglio, in mezzo ai detriti, oppure
stare lì sul bordo della strada con quei ragazzi, oppure sul balcone
di una delle case che
vedevo in lontananza e che non avevo mai notato prima... oppure, come me, star
lì sul ponte da sola a osservare in giro.. oppure ancora in cielo, in mezzo
alle stelle.
Ognuno aveva deciso di sua volontà dove voleva trovarsi. Basta cambiare lo sguardo, i pensieri e ci si ritrova da un'altra parte... Non c’è niente di più facile. Sono scelte, sono i luoghi che decidi di visitare, sono le persone che scegli di incontrare, quelle che scegli di rendere felici, quelle che scegli di deludere e quelle da cui scegli di restare deluso… Sono i sorrisi che decidi di regalare, attimi unici e irripetibili che decidi di vivere... Puoi scegliere di essere l'allievo o il maestro, la vittima o il carnefice, il medico o l'ammalato. Sono ruoli che sembrano condanne fino a quando non decidi di abbandonarli o di giocarci. Sono mondi che decidi di costruire con un solo sguardo e che non sarebbero mai esistiti senza la tua volontà e la tua immaginazione.
Ognuno aveva deciso di sua volontà dove voleva trovarsi. Basta cambiare lo sguardo, i pensieri e ci si ritrova da un'altra parte... Non c’è niente di più facile. Sono scelte, sono i luoghi che decidi di visitare, sono le persone che scegli di incontrare, quelle che scegli di rendere felici, quelle che scegli di deludere e quelle da cui scegli di restare deluso… Sono i sorrisi che decidi di regalare, attimi unici e irripetibili che decidi di vivere... Puoi scegliere di essere l'allievo o il maestro, la vittima o il carnefice, il medico o l'ammalato. Sono ruoli che sembrano condanne fino a quando non decidi di abbandonarli o di giocarci. Sono mondi che decidi di costruire con un solo sguardo e che non sarebbero mai esistiti senza la tua volontà e la tua immaginazione.
E’ la responsabilità che ti assumi di decidere cosa guardi,
dove guardi e cosa decidi di costruire.
Mentre tu lo guardi puoi essere in un luogo qualunque di
quello scenario oppure cambiarlo e inventarne uno diverso. Puoi essere un
indifferente, oppure un osservatore o ancora un creatore di mondi.
Sono le storie che ci costruiamo e che decidiamo di vivere
insieme agli altri. Sono i ponti che collegano vite, emozioni, momenti in cui
il “less” e il”more“, la consapevolezza
e la meraviglia, la razionalità e l’emotività si uniscono magicamente e tutto
sembra improvvisamente avere un senso. L'attimo in cui questo accade è sufficiente
a riempire l’intera vita di un uomo. Perché in questo modo egli si ricorda di
avere qualcosa di divino e bellissimo dentro di sé. Si ricorda di arrivare da
un posto luminoso e che la vita non ci impone sofferenze, dolori e costrizioni,
ma siamo noi a privarci delle cose che amiamo.
Come fare a perpetuare questi momenti di felicità, quando si
perdono le speranze e la realtà sembra tutt’altro che luminosa? Quando si cerca
disperatamente qualcosa che non si riesce a trovare nella tastiera di un
computer o nella schermata di un telefono? Quando i paesaggi improvvisamente
diventano luoghi orribili?
La cosa che personalmente mi riesce a risollevare è proprio
il ricordo di questa esperienza del ponte. Ognuno ha il suo ponte nella vita a
cui può fare riferimento... Ogni esperienza e ogni ricordo servono a far
diventare lo sguardo più profondo e intenso, a capire cosa è importante... A
capire che si è degni di vivere una vita che molte volte si ha la sensazione di
non meritare... O alle volte sembra sia il mondo a non meritare noi. Altre volte
ci si estrania vivendo in altre dimensioni o si è troppo egoisti e ci si
costruisce degli ideali che non esistono a cui tutti dovrebbero obbedire e
quando questo non accade perché la vita va da un'altra parte ci si dispera. L’importante
è vivere i ponti, vivere la propria solitudine e la propria felicità, imparando
ad ascoltare anche le storie e le passioni degli altri e a condividerle. Il
sole può apparire come una palla infuocata, ma tutti i bambini lo disegnano
come una faccia sorridente, perché la sua luce mette allegria e ci fa ricordare
quanto la vita può essere bella.
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