giovedì 19 aprile 2012

Ieri a Roma … Un grande progetto che è iniziato …


di
Francesco Zanotti
francesco.zanotti@gmail.com   f.zanotti@cse-crescendo.com


Ieri, 18 aprile 2012, abbiamo presentato a Roma l’APEC (Associazione per l’Expo della Conoscenza) e il progetto che questa Associazione si prefigge di realizzare (l’Expo della Conoscenza) presso la Camera dei Deputati. Mi sento in dovere di ringraziare l’Onorevole Elisabetta Zamparutti, membro della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, per aver reso possibile la presentazione della nostra Associazione in quella sede.
La cronaca dell’evento è essenziale. Ha introdotto Antonio Stango, politologo e membro del Comitato Nazionale dei Radicali Italiani che ha dichiarato la curiosità della politica per un progetto al contempo ambizioso ed inusuale.
Cesare Sacerdoti, CEO di CSE-Crescendo, Sponsor dell’APEC, ha raccontato il significato dell’impegno suo e di CSE-Crescendo nei confronti dell’APEC: il continuare la storia di impegno della sua famiglia per lo sviluppo del nostro Paese. Suo nonno, Cesare Sacerdoti, è stato Presidente della Deltec che era la delegazione tecnica italiana per il Piano Marshall. L’Expo della Conoscenza vuole essere Il piano Marshall per costruire la nuova società prossima ventura.
E’ toccato a me, quale Presidente dell’APEC, la presentazione del Progetto dell’Expo della Conoscenza. Le slides che ho utilizzato sono scaricabili da questo blog. Ho raccontato dello spirito e dei dettagli dell’Expo della Conoscenza in molti post di questo blog. Essi sono presentati anche nel manifesto di fondazione dell’APEC e del libretto sull’Expo della Conoscenza che sono scaricabili da questo blog.
In sintesi? Non cercare di aggiustare il televisore con il martello, convinti che sia il teatrino delle marionette …
Oggi dobbiamo progettare una nuova società perché quella industriale ha esaurito la sua funzione storica. Non possiamo delegare questo compito ad una classe dirigente che conosce solo il martello e vede burattini dappertutto. Dobbiamo dare alle classi dirigenti ed a noi tutti nuovi strumenti, una nuova conoscenza, nuove chiavi di lettura della realtà e nuovi linguaggi per scrivere nuove sceneggiature del futuro. L’Expo della Conoscenza intende raccogliere, raccontare e sintetizzare la nuova conoscenza che è nata in tutte le scienze naturali ed umane. Ed intende avviare il processo di rilettura della realtà con i nuovi “occhiali” e di progettazione di una nuova società con i nuovi linguaggi.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.