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Geronzi e Zapatero sono due mondi completamente diversi.
Il primo, superati i settant’anni da quel dì, combatte strenuamente per mantenere un potere che è il suo idolo da una vita. Non dubito che lo faccia con una grande afflato etico: è certamente convinto di essere l’unico capace di governare i piani alti della finanza.
Zapatero, poco più che cinquantenne, decide che di gestire il potere ne ha abbastanza e sceglie di non ricandidarsi.
Quale dei due mondi scegliere?
Ricordiamo, come fa Alberoni sul Corriere di oggi, la storia della caduta dell’impero romano. Roma: una economia in declino, un esercito sempre più costoso per puntellare una società stanca, senza coraggio e senza visione. Nel confronto con Roma ha vinto la vitalità, brutale, ma intensa dei barbari. La strenua difesa che Roma ha fatto del suo impero, ne ha reso sempre più paradossale l’ultima sopravvivenza e rovinosa la caduta. La leggenda narra di Romolo Augustolo che aveva come incombenza somma a Ravenna l’allevamento delle galline.
Oggi, la nostra società sta mostrando tutta la sua decadenza in mille modi. Forse, il principale è quello di farsi guidare da una classe dirigente desiderosa di mantenere il potere su questa società, invece di promuovere l’avvento di una nuova società.
Ci attende un futuro simile a quello dell’impero romano distrutto dalla vitalità dei barbari? Beh, quelli che bussano alle nostre porte non sono barbari, ma parte di una intera ed interconnessa ecologia di civiltà che hanno costruito da sempre il futuro insieme a noi. Negli ultimi secoli, abbiamo rotto questa ecologia e costruito unilateralmente la società industriale. Abbiamo, poi, cercato di esportarla, generando l’illusione che questa sia la società ideale, ma creando dovunque un progresso squilibrato a nostro favore. Oggi, la società che abbiamo costruito sta dimostrando la sua obsolescenza, perché non è più feconda: sta mortificando l’uomo e la natura. Contemporaneamente essa viene aggredita da tutti coloro che vivono nelle aree che abbiamo devastato con modelli di sviluppo innaturali per loro (ma ora anche per noi): vogliono venire da noi perché lo squilibrio che abbiamo generato è diventato insostenibile e perchè sono convinti che è solo da noi che si possono davvero raccogliere i benefici della società industriale. Arrivano ed arriveranno con tutta la loro rabbia e giovanile energia.
Noi che facciamo? Ci difendiamo. E lo facciamo perché comanda ancora la generazione dei Geronzi che non è interessata a costruire una nuova società, ma solo a governare quella attuale.
Io ho una età a metà strada tra Geronzi e Zapatero. Mi piace di più lo stile di vita di Zapatero. Ma dobbiamo andare oltre. Se non vogliamo che i nostri figli subiscano una caduta rovinosa della società industriale, dobbiamo buttarci all’aria. Dobbiamo buttare all’aria i nostri valori e le nostre conoscenze. Dobbiamo rinunciare alla difesa dei nostri privilegi, spaventati da una vecchia che cerchia di puntellare con sicurezze economiche invece che con amore. Dobbiamo rimettere in moto la nostra energie progettuale. La nostra eredità dovrà essere una nuova conoscenza ed una nuova modalità di governo del presente e di costruzione del futuro. L’Expo della Conoscenza è progetto per fare tutto questo.
Ma vi immaginate un Geronzi che smette di “leticare” per il comando delle Generali e si occupa dell’Expo della Conoscenza?
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