martedì 22 febbraio 2011

Il nord Africa e la conoscenza inutile.

di
Francesco Zanotti

Se conosco la metodologia degli elementi finiti, riesco a progettare strutture; se non conosco l’anatomia, non posso fare il medico… Se non conosco, non riesco a gestire.
Ma perché la sto menando con queste banalità? Per affermare un concetto che sembra banale, ma è di gran lunga dimenticato: per gestire un sistema occorre conoscere come “funziona” (meglio: come si sviluppa). Per affermare che la conoscenza di quello che si vuole gestire è essenziale per gestirlo con successo.
Tutti d’accordo vero? Ovviamente no!

Nelle relazioni internazionali, questo principio è negato. Si pensa che si possano tranquillamente gestire e commentare le complesse dinamiche internazionali ignorando bellamente tutte le conoscenze che ne spiegano le dinamiche fondamentali. Mi è arrivato stamattina sulla scrivania un libro dal titolo “New System Theories of World Politics”. Esso propone una nuova visione sulle relazioni internazionali che nasce da una nuova teoria dei sistemi (allo sviluppo della quale anche noi stiamo dando il nostro bel contributo). Usa la teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann, arriva ad usare il pensare quantistico che lo porta a considerare gli stati come realtà olografiche. Ragionando su questa conoscenze si può prevedere quali saranno processi di evoluzione ”naturale”  degli stati. E quale forma di governo potrebbe governare questa evoluzione senza essere costretti a progredire solo attraverso le rivoluzioni.

Pensate che politici e commentatori ne sappiano qualcosa? I politici certamente no perché non hanno alcuna finestra temporale per studiare. E così si trovano a gestire sistemi giocando con modelli di riferimento banali: lo stato come oggetto, gli interessi come riferimento chiave.

Mentre si sarebbe potuto essere certi che quello che sta accadendo nel Nord Africa non poteva non accadere: è frutto della chiusura autoreferenziale del sistema delle classi dirigenti. E si potrebbe immaginare come governare diversamente. Usando Sorgente Aperta.

I commentatori … non so cosa sanno. Certo, se conoscono come può contribuire la nuova teoria dei sistemi  alla comprensione ed alla gestione delle relazioni internazionali, lo nascondono bene. Dai loro commenti non traspare proprio nessuna di questa conoscenze.

Siccome la banalità è la parola più usata in questo articolo, allora concludo con un esempio banale. Politici e commentatori indossano da troppo tempo gli stessi occhiali che sono appannati, deformati e sfuocati. Immaginate come possono guidarci verso nuovi paesaggi di relazioni internazionali con occhiali di questo tipo. Hanno a disposizione nuovi microscopi e  nuovi telescopi, ma li lasciano nelle vetrine degli “ottici dei sistemi”. Perché non hanno né il tempo né la voglia di passare davanti alle loro vetrine …

L’esempio è proprio banale perché usa la vecchia epistemologia che la moderna teoria dei sistemi vuole sostituire (sostituire il guardare col costruire), è l’unica epistemologia che politici e commentatori conoscono. Per parlare di loro e con loro mi sono sentito costretto ad esprimere idee nuove nella loro epistemologia.

1 commento:

  1. questa volta,Zanotti, la proposta da farsi è un'altra....visto l'alto debito ed il non utilizzo delle consocenze, coerentemente bisognerebbe chiduere ministero dell'istruzione, scuole ed università..e coi soldi risparmiati, fare strade, palazzi e quant'altro..per coerenza se l'intangibile non serve, non buttiamoci soldi!

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.