di
Francesco Zanotti
Se conosco la metodologia degli elementi finiti, riesco a progettare strutture; se non conosco l’anatomia, non posso fare il medico… Se non conosco, non riesco a gestire.
Ma perché la sto menando con queste banalità? Per affermare un concetto che sembra banale, ma è di gran lunga dimenticato: per gestire un sistema occorre conoscere come “funziona” (meglio: come si sviluppa). Per affermare che la conoscenza di quello che si vuole gestire è essenziale per gestirlo con successo.
Tutti d’accordo vero? Ovviamente no!
Nelle relazioni internazionali, questo principio è negato. Si pensa che si possano tranquillamente gestire e commentare le complesse dinamiche internazionali ignorando bellamente tutte le conoscenze che ne spiegano le dinamiche fondamentali. Mi è arrivato stamattina sulla scrivania un libro dal titolo “New System Theories of World Politics”. Esso propone una nuova visione sulle relazioni internazionali che nasce da una nuova teoria dei sistemi (allo sviluppo della quale anche noi stiamo dando il nostro bel contributo). Usa la teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann, arriva ad usare il pensare quantistico che lo porta a considerare gli stati come realtà olografiche. Ragionando su questa conoscenze si può prevedere quali saranno processi di evoluzione ”naturale” degli stati. E quale forma di governo potrebbe governare questa evoluzione senza essere costretti a progredire solo attraverso le rivoluzioni.
Pensate che politici e commentatori ne sappiano qualcosa? I politici certamente no perché non hanno alcuna finestra temporale per studiare. E così si trovano a gestire sistemi giocando con modelli di riferimento banali: lo stato come oggetto, gli interessi come riferimento chiave.
Mentre si sarebbe potuto essere certi che quello che sta accadendo nel Nord Africa non poteva non accadere: è frutto della chiusura autoreferenziale del sistema delle classi dirigenti. E si potrebbe immaginare come governare diversamente. Usando Sorgente Aperta.
I commentatori … non so cosa sanno. Certo, se conoscono come può contribuire la nuova teoria dei sistemi alla comprensione ed alla gestione delle relazioni internazionali, lo nascondono bene. Dai loro commenti non traspare proprio nessuna di questa conoscenze.
Siccome la banalità è la parola più usata in questo articolo, allora concludo con un esempio banale. Politici e commentatori indossano da troppo tempo gli stessi occhiali che sono appannati, deformati e sfuocati. Immaginate come possono guidarci verso nuovi paesaggi di relazioni internazionali con occhiali di questo tipo. Hanno a disposizione nuovi microscopi e nuovi telescopi, ma li lasciano nelle vetrine degli “ottici dei sistemi”. Perché non hanno né il tempo né la voglia di passare davanti alle loro vetrine …
L’esempio è proprio banale perché usa la vecchia epistemologia che la moderna teoria dei sistemi vuole sostituire (sostituire il guardare col costruire), è l’unica epistemologia che politici e commentatori conoscono. Per parlare di loro e con loro mi sono sentito costretto ad esprimere idee nuove nella loro epistemologia.
questa volta,Zanotti, la proposta da farsi è un'altra....visto l'alto debito ed il non utilizzo delle consocenze, coerentemente bisognerebbe chiduere ministero dell'istruzione, scuole ed università..e coi soldi risparmiati, fare strade, palazzi e quant'altro..per coerenza se l'intangibile non serve, non buttiamoci soldi!
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