Ieri sera (16 Dicembre 2010) durante “Anno zero” si è assistito a vere sceneggiate da piazza di un Ministro della Repubblica (La Russa) e del Capo del secondo partito di opposizione (Di Pietro). Urla e strepiti, liti con insulti personali …
Contemporaneamente, alcuni giovani stavano sostenendo le stesse tesi che hanno portato, anni fa, a costruire un decennio di drammatica violenza politica: “A noi la riforma Gelimini non va bene perché uccide la scuola pubblica. Abbiamo provato a farci ascoltare, ma non ci siamo riusciti. Allora siamo scesi in piazza, costretti ad urlare così forte da riuscire a soverchiare l’assordante silenzio che viene dalle istituzioni.”.
Stamattina, facendo colazione al bar, ho sentito alla radio un commentatore di cui non ho riconosciuto la voce, dire con tono enfatico banalità e riproporre false alternative. La ovvia osservazione che occorre mettere in galera chi ha fatto disastri e non qualcuno ad ogni costo. La riproposizione dell’alternativa tra Stato e Mercato, dichiarandosi a favore di quest ultimo: ruolo dei privati, meritocrazia. E, ovviamente, opponendosi ai giovani che hanno parlato di “Scuola Pubblica”.
Credo davvero che siamo alla sbando più totale. Non solo non riusciamo a fare proposte, ma siamo scomposti, banali, ripetitivi anche nei dibattiti e nei conflitti.
Provo a proporre una via alternativa. Ragazzi e ragazze, uomini e donne, istituzioni lasciate stare il vecchio dibattito tra scuola pubblica e privata, tra Stato e Mercato che ci portiamo dietro da decenni. Non c’entrano. Il problema della Scuola e della Ricerca è lo stato dell’arte della conoscenza. Sta cambiando la visione del mondo e la visione della scienza ed abbiamo una scuola ed una ricerca (siano esse pubbliche o private) che riposano sulla vecchia concezione del mondo della società industriale. Dobbiamo portare a termine il cambiamento di questa visione. Essa ci porterà ad immaginare una nuova società e, al suo interno, una nuova visione della scuola e della ricerca. La scuola e la ricerca che non devono rimanere due momenti separati (la scuola che insegna, la ricerca, fatta da pochi eletti, che amplia le conoscenze da insegnare, tutti gli altri che applicano le conoscenze apprese). Questa nuova visione della scuola e della ricerca renderà inutili le diatribe tra pubblico e privati, sforzi di managerializzazione come la meritocrazia e tutti i dibattiti che infiammano oggi piazze e cuori. Allora, ragazzi e ragazze, uomini e donne, istituzioni iniziamo un grande sforzo di riflessione sulla visione del mondo che sta cambiando … Meglio: partecipiamo a costruire la nuova visione del mondo e della scienza prossima ventura. Ci scopriremo un popolo in cammino che guarda al fratello come ad un compagno di viaggio per il cosmo, per la vita. E arriveremo davvero ad una nuova società.
Se continuiamo ad insultarci e a rompere vetrine …
Lunedì pubblicherò un nuovo post su questo tema, presentando un vero e proprio progetto di ricerca e chiedendo pubblicamente uno sforzo per portarlo avanti.
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