lunedì 20 settembre 2010

Ripartiamo verso una nuova società


Lo so! Il dire “ripartiamo” significa comunicare che ci si era fermati. Ma è inutile fingere: così è stato.
Anche giovedì sera abbiamo avuto un segnale di questa “sosta” nell’impegno: abbiamo invitato le 172 persone del Gruppo di Facebook sull’Expo della conoscenza ad un aperitivo per comunicare la volontà di ripartenza e chiedere collaborazione creativa e responsabile verso la costruzione di una nuova società, ma praticamente non è venuto nessuno.
Allora nessuno vuole ripartire? A nessuno interessa il percorso verso la costruzione di una nuova società? Non credo. Anche perché, mentre nessuno partecipa attivamente al gruppo di Facebook, questo gruppo cresce: altre cinque persone si sono aggiunte negli utlimi cinque giorni.
Siamo, allora, di fronte a segnali contrastanti …
Provo una interpretazione: esiste una voglia di un altro mondo. E’ profonda, ma è confusa. Certo  non è ancora così forte da scatenare impegno responsabile e creativo …
Se questa interpretazione è corretta, allora esiste davvero uno spazio per una nuova ripartenza. Forse, addirittura, la ripartenza sarà una costante del nostro cammino futuro perché indica che ogni passo evidenzia la necessità di un ulteriore salto di qualità dell’impegno …
Ripartenza, dunque, ma come?
Inizio con l’indicare le attività che intendiamo avviare con, attraverso questo blog.

La prima è quella di una riscrittura collettiva del libro “ Un Expo della conoscenza per fare emergere una nuova società”. Chiediamo a tutti coloro che vogliano fare osservazioni, proporre nuovi contenuti etc. di farlo liberamente. Ci poniamo l’obiettivo di due mesi: prima di Natale pubblicheremo una nuova edizione facendo il bilancio dei contributi che sono arrivati dalla Comunità di Facebook e da tutti i lettori di questo blog.

La seconda è quella di organizzare serate di riflessione profonda sui linguaggi, sui modelli e sulle metafore che possono permettere di costruire una nuova società.

La terza è quella di cercare una collaborazione costruttiva con tutti coloro (persone, attori sociali, politici, istituzionali e culturali ) che sono interessati al rilancio dell’Expo 2015.

La quarta è quella di costruire un network di alleanze con tutti gli attori sociali, politici, istituzionali che stanno contemporaneamente a noi cercando di avviare la costruzione di una nuova società partendo dalla stessa convinzione che questo è possibile solo partendo da una nuova visione del mondo.

Per dare slancio a queste iniziative lanciamo una proposta: costituire una vera e propria Associazione che  si faccia carico di continuare, in forma più strutturata e socialmente visibile, l’impegno di costruire una nuova società partendo da quella nuova visione del mondo che “sostiene” i linguaggi, i modelli e le metafore della complessità.
Ovviamente, continueremo la nostra presenza assidua sul blog con commenti riguardanti l’attualità economica, politica e sociale, usando come “griglia” di giudizio e di proposta i modelli e le metafore della complessità.
Accanto alle iniziative di questo blog, continueremo le iniziative, più “specialistiche” dei nostri altri due blog:

Due brevi parole su ambedue i blog.

Imprenditorialitaumentata
Questo blog è dedicato allo sviluppo di una nuovo sistema economico come ologramma di una nuova società.
Abbiamo condotto e pubblicato un primo gruppo di interviste ad imprenditori chiedendo loro di individuare quali, secondo loro, sono le linee di sviluppo futuro del sistema industriale italiano. Da esse ricaveremo un primo Rapporto di Ricerca che presenteremo in ottobre con la presenza degli Intervistati. Esso racconterà di una inedita strategia di sviluppo.
Avvieremo, poi, una seconda fase della nostra Ricerca Progettuale per coinvolgere altri imprenditori. Ed avvieremo un nuovo ramo di ricerca: il disegno del futuro sistema bancario italiano. E’ chiaro che il sistema bancario è una risorsa fondamentale per il sistema economico, ma oggi sembra essere in una situazione  di stallo: più interessato a consolidarsi che a trasformarsi profondamente per diventare davvero un nuovo catalizzatore di sviluppo del sistema economico.

Ettardi
Questo blog ha come obiettivo quello di costruire e diffondere una nuova visione delle organizzazioni, della sfida del cambiamento, del rapporto tra persona ed organizzazione. La nostra tesi è che sarà possibile una nuova stagione di sviluppo di tutti i tipi di organizzazioni complesse,  di benessere e sicurezza all’interno delle organizzazioni, solo se le persone diverranno attori attivi nel progettare il futuro cambiamento delle stesse organizzazioni nelle quali vivono ed operano. Se il management riuscirà a far assumere questo nuovo ruolo alle persone si scioglieranno tutti i conflitti, le resistenze, le tensioni che oggi, sempre di più, ostacolano ogni cammino di sviluppo.
Anche in questo caso abbiamo condotto, pubblicato e una prima serie di interviste che sintetizzeremo in un rapporto di ricerca e che presenteremo insieme agli Intervistati.
Anche i contenuti di questo rapporto sono “straordinari”: abbiamo raccolto opinioni nettamente contrapposte e sviluppato alcune tesi che rivoluzionano la visione del ruolo delle persone all’interno delle organizzazioni.
Anche in questo caso avvieremo una seconda fase della nostra Ricerca Progettuale. Essa riguarderà tre temi chiave. Il primo consisterà nel rapporto tra lavoro e capitale, proponendo una soluzione ovvia e di semplice applicazione, ma di difficile accettazione a problemi come quelli che il caso Pomigliano ha evidenziato. Affronteremo, poi, il difficile tema della sicurezza sul posto di lavoro, indicando anche qui una soluzione inedita, ma risolutiva. Da ultimo, affronteremo il tema dell’aggiornamento del tipo management. Questa esigenza non viene in alcun modo soddisfatta dalle attuali proposte così che il top management si sta abituando ad un “aggiornamento zero” …
 
Da ultimo, stiamo progettando la nascita di un quarto blog. Non ne abbiamo ancora deciso il nome. Esso si occuperà forse del problema fondamentale che sta all'origine di tutti i problemi del nostro sistema economico: il tema del significato del fare impresa. E’ evidente che il vecchio e semplicistico significato di impresa (una monade che bada solo a fare soldi) non basta più. Non foss’altro (ma vi sono anche molti altri motivi) perché grande parte del nostro sistema economico sopravvive solo con l’immissione di risorse pubbliche: incentivi, cassa integrazione etc. E in queste condizioni non è proprio il caso che difenda il vecchio concetto di impresa che produce autonomamente ed orgogliosamente valore.
Oggi questo tema viene affrontato da pochi specialisti che si occupano di Corporate Social Responsibility, ma si tratta di una metafora troppo limitata, anche fuorviante. Occorre che si costruisca un nuovo senso del fare imprese e questo nuovo senso ispiri una nuova modalità e nuovi contenuti alla progettualità strategica.

2 commenti:

  1. Non mi emoziono.
    Forse è questa la risposta, unica, terribile, che taccia tutto e tutti. Non mi interessa a cosa porterà, se allo sfascio della società o del mio corpo, ma ho bisogno di emozioni come l'aria, ne ha bisogno il mio corpo, tutta me stessa. Seguo il vostro blog, condivido i contenuti, il cervello lavora a mille leggendo le vostre provocazioni, scoprendo parti di sè che non lavoravano da altri. Ma il cuore, la "pancia" rimangono indifferenti. Colpa mia, e di tanti come me, che sono irrimediabilmente perduti nell'abisso dell'indifferenza, o vostra che siete troppo razionali e freddi?
    Un Amica

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  2. Non credo che un gruppo facebook faccia testo, di per sè.
    I contenuti sono molto interessanti ma vanno veicolati adeguatamente..il mondo della ricerca scientifica, gli studenti sono gruppi più sensibili ai primi semi di questi messaggi...ma bisogna incontrarli di persona, avere pazienza, lasciarsi provocare, costruire luoghi di interazione continua a situazioni di azione delle idee.
    avanti quindi...con fiducia e concretezza.

    la gente su facebook (internet) è superficiale per definizione....cercateli altrove, e fatevi trovare.


    abbiamo tutti bisogno di innovazione, ma il cambiamento è difficile nell'Uomo.

    RispondiElimina

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.