Lo so! Il dire “ripartiamo” significa comunicare che ci si era fermati. Ma è inutile fingere: così è stato.
Anche giovedì sera abbiamo avuto un segnale di questa “sosta” nell’impegno: abbiamo invitato le 172 persone del Gruppo di Facebook sull’Expo della conoscenza ad un aperitivo per comunicare la volontà di ripartenza e chiedere collaborazione creativa e responsabile verso la costruzione di una nuova società, ma praticamente non è venuto nessuno.
Allora nessuno vuole ripartire? A nessuno interessa il percorso verso la costruzione di una nuova società? Non credo. Anche perché, mentre nessuno partecipa attivamente al gruppo di Facebook, questo gruppo cresce: altre cinque persone si sono aggiunte negli utlimi cinque giorni.
Siamo, allora, di fronte a segnali contrastanti …
Provo una interpretazione: esiste una voglia di un altro mondo. E’ profonda, ma è confusa. Certo non è ancora così forte da scatenare impegno responsabile e creativo …
Se questa interpretazione è corretta, allora esiste davvero uno spazio per una nuova ripartenza. Forse, addirittura, la ripartenza sarà una costante del nostro cammino futuro perché indica che ogni passo evidenzia la necessità di un ulteriore salto di qualità dell’impegno …
Ripartenza, dunque, ma come?
Inizio con l’indicare le attività che intendiamo avviare con, attraverso questo blog.
La seconda è quella di organizzare serate di riflessione profonda sui linguaggi, sui modelli e sulle metafore che possono permettere di costruire una nuova società.
La terza è quella di cercare una collaborazione costruttiva con tutti coloro (persone, attori sociali, politici, istituzionali e culturali ) che sono interessati al rilancio dell’Expo 2015.
La quarta è quella di costruire un network di alleanze con tutti gli attori sociali, politici, istituzionali che stanno contemporaneamente a noi cercando di avviare la costruzione di una nuova società partendo dalla stessa convinzione che questo è possibile solo partendo da una nuova visione del mondo.
Per dare slancio a queste iniziative lanciamo una proposta: costituire una vera e propria Associazione che si faccia carico di continuare, in forma più strutturata e socialmente visibile, l’impegno di costruire una nuova società partendo da quella nuova visione del mondo che “sostiene” i linguaggi, i modelli e le metafore della complessità.
Ovviamente, continueremo la nostra presenza assidua sul blog con commenti riguardanti l’attualità economica, politica e sociale, usando come “griglia” di giudizio e di proposta i modelli e le metafore della complessità.
Accanto alle iniziative di questo blog, continueremo le iniziative, più “specialistiche” dei nostri altri due blog:
Due brevi parole su ambedue i blog.
Imprenditorialitaumentata
Questo blog è dedicato allo sviluppo di una nuovo sistema economico come ologramma di una nuova società.
Abbiamo condotto e pubblicato un primo gruppo di interviste ad imprenditori chiedendo loro di individuare quali, secondo loro, sono le linee di sviluppo futuro del sistema industriale italiano. Da esse ricaveremo un primo Rapporto di Ricerca che presenteremo in ottobre con la presenza degli Intervistati. Esso racconterà di una inedita strategia di sviluppo.
Avvieremo, poi, una seconda fase della nostra Ricerca Progettuale per coinvolgere altri imprenditori. Ed avvieremo un nuovo ramo di ricerca: il disegno del futuro sistema bancario italiano. E’ chiaro che il sistema bancario è una risorsa fondamentale per il sistema economico, ma oggi sembra essere in una situazione di stallo: più interessato a consolidarsi che a trasformarsi profondamente per diventare davvero un nuovo catalizzatore di sviluppo del sistema economico.
Ettardi
Questo blog ha come obiettivo quello di costruire e diffondere una nuova visione delle organizzazioni, della sfida del cambiamento, del rapporto tra persona ed organizzazione. La nostra tesi è che sarà possibile una nuova stagione di sviluppo di tutti i tipi di organizzazioni complesse, di benessere e sicurezza all’interno delle organizzazioni, solo se le persone diverranno attori attivi nel progettare il futuro cambiamento delle stesse organizzazioni nelle quali vivono ed operano. Se il management riuscirà a far assumere questo nuovo ruolo alle persone si scioglieranno tutti i conflitti, le resistenze, le tensioni che oggi, sempre di più, ostacolano ogni cammino di sviluppo.
Anche in questo caso abbiamo condotto, pubblicato e una prima serie di interviste che sintetizzeremo in un rapporto di ricerca e che presenteremo insieme agli Intervistati.
Anche i contenuti di questo rapporto sono “straordinari”: abbiamo raccolto opinioni nettamente contrapposte e sviluppato alcune tesi che rivoluzionano la visione del ruolo delle persone all’interno delle organizzazioni.
Anche in questo caso avvieremo una seconda fase della nostra Ricerca Progettuale. Essa riguarderà tre temi chiave. Il primo consisterà nel rapporto tra lavoro e capitale, proponendo una soluzione ovvia e di semplice applicazione, ma di difficile accettazione a problemi come quelli che il caso Pomigliano ha evidenziato. Affronteremo, poi, il difficile tema della sicurezza sul posto di lavoro, indicando anche qui una soluzione inedita, ma risolutiva. Da ultimo, affronteremo il tema dell’aggiornamento del tipo management. Questa esigenza non viene in alcun modo soddisfatta dalle attuali proposte così che il top management si sta abituando ad un “aggiornamento zero” …
Da ultimo, stiamo progettando la nascita di un quarto blog. Non ne abbiamo ancora deciso il nome. Esso si occuperà forse del problema fondamentale che sta all'origine di tutti i problemi del nostro sistema economico: il tema del significato del fare impresa. E’ evidente che il vecchio e semplicistico significato di impresa (una monade che bada solo a fare soldi) non basta più. Non foss’altro (ma vi sono anche molti altri motivi) perché grande parte del nostro sistema economico sopravvive solo con l’immissione di risorse pubbliche: incentivi, cassa integrazione etc. E in queste condizioni non è proprio il caso che difenda il vecchio concetto di impresa che produce autonomamente ed orgogliosamente valore.
Oggi questo tema viene affrontato da pochi specialisti che si occupano di Corporate Social Responsibility, ma si tratta di una metafora troppo limitata, anche fuorviante. Occorre che si costruisca un nuovo senso del fare imprese e questo nuovo senso ispiri una nuova modalità e nuovi contenuti alla progettualità strategica.
Non mi emoziono.
RispondiEliminaForse è questa la risposta, unica, terribile, che taccia tutto e tutti. Non mi interessa a cosa porterà, se allo sfascio della società o del mio corpo, ma ho bisogno di emozioni come l'aria, ne ha bisogno il mio corpo, tutta me stessa. Seguo il vostro blog, condivido i contenuti, il cervello lavora a mille leggendo le vostre provocazioni, scoprendo parti di sè che non lavoravano da altri. Ma il cuore, la "pancia" rimangono indifferenti. Colpa mia, e di tanti come me, che sono irrimediabilmente perduti nell'abisso dell'indifferenza, o vostra che siete troppo razionali e freddi?
Un Amica
Non credo che un gruppo facebook faccia testo, di per sè.
RispondiEliminaI contenuti sono molto interessanti ma vanno veicolati adeguatamente..il mondo della ricerca scientifica, gli studenti sono gruppi più sensibili ai primi semi di questi messaggi...ma bisogna incontrarli di persona, avere pazienza, lasciarsi provocare, costruire luoghi di interazione continua a situazioni di azione delle idee.
avanti quindi...con fiducia e concretezza.
la gente su facebook (internet) è superficiale per definizione....cercateli altrove, e fatevi trovare.
abbiamo tutti bisogno di innovazione, ma il cambiamento è difficile nell'Uomo.