Edge è una rivista statunitense on line che si occupa di scienza e tecnologia. Ogni anno propone un argomento di discussione. La domanda del 2010 è: "l'uso della rete ha cambiato il nostro modo di pensare?". Un paio di centinaia tra scrittori, scienziati, filosofi e artisti hanno risposto finora. Tra questi, mi ha colpito l'intervento di Richard Dawkins, biologo evoluzionista. Il motivo è semplice: la sua vista globale del fenomeno mi ha ispirato intriganti paralleli e considerazioni che vorrei condividere con voi.
La prima considerazione è sulla genesi di Internet: non progettata da un singolo personaggio geniale nè da una grande azienda, ma da una comunità anarchica anonima, fatta da singoli o gruppi sparsi in tutto il mondo.
Ciononostante, ha dimensioni sovrumane, collega computer di dimensioni diverse, che funzionano a velocità diverse, progettati da aziende diverse. Ma la cosa più sorprendente è che non è stata progettata da nessuno eppure...funziona secondo principi non solo biologici, ma specificatamente ecologici.
Ecco allora una metafora sulla quale meditare per i responsabili di governo delle nostre comunità, grandi (paesi interi) o piccole (aziende) che siano. Un "funzionamento", o meglio, un comportamento funzionale, se deve avere a che fare con una intrinseca complessità, data dalla dimensione ma anche dalle differenze e dall'essere sparpagliati nello spazio, va fatto emergere più che progettato nel dettaglio. Poche regole, protocolli semplici e chiari e lasciare spazio ai singoli.
Internet ne è l'esempio.
Dawkins non sottace la qualità di alcuni contenuti, pessimi, volgari, a volte atroci, favoriti dall'anonimato che, prima o poi, bisognerà risolvere. Ma che dire della ricchezza e qualità di un contenitore come Wikipedia che, pur non essendo controllato da nessuno, continua ad essere una fonte attendibile, aggiornata e ben fatta di informazioni? Certo, a volte vi è qualche errore, ma la sua vita è più breve del meccanismo di correzione che lo eliminerà in poco tempo. Dunque bisogna esser ottimisti riguardo la rete che ha questa incredibile capacità di autocorreggersi con una sorprendente voglia di "prendersi sul serio", laddove ne viene data la possibilità. Spazi di rappresentazione di identità, aggiungo io, che sono talmente importanti che nessuno si sognerebbe di barare o non considerarli. Ecco un altro esempio da replicare nei campi più disparati: dare fiducia permettendo di soddisfare la voglia di autorappresentazione. Qualcuno ne abuserà, ma i benefici saranno di gran lunga superiori e a vantaggio di tutti. L'errore è in agguato, ma va tenuto in conto come costo da sostenere, non come elemento che inibisce il tutto.
Internet ne è l'esempio.
Sorprende l'esistenza di una sorta di "sistema immunitario" sulla rete. Se esiste un virus, un attacco, un qualsiasi acciacco che il nostro computer può prendersi, di sicuro la rete stessa ha da qualche parte la soluzione. E' il sistema stesso che se ne è dotato, per la sua sopravvivenza, nessuno lo ha progettato. Ancora una volta, assistiamo all'eterna lotta tra il bene e il male? Non lo so, so solo che bisogna dare fiducia ai sistemi che evolvono, prima o poi trovano un equilibrio e qualsiasi intervento esterno, oltre che inutile, risulterebbe anche dannoso, perchè rallenterebbe l'emergere della sua soluzione naturale, che sicuramente funzionerà.
Internet ne è l'esempio.
Conclude il suo intervento con considerazioni sull'unificazione mondiale che il web sta realizzando e su congetture sulla creazione di un singolo individuo, più che di una collettività umana. Siamo ben distanti da questo scenario, per certi versi, raccapricciante, vista l'incapacità di leggerci nel pensiero, ma il sistema Internet è un sistema che evolve, si aggiusta da solo, cresce, a beneficio di tutti. Non esiste in Internet qualcosa di troppo grande da cui dipende, eppure qualsiasi contributo può migliorarlo. Perchè non prenderlo ad esempio, studiarlo per comprenderne i principi con i quali progettare interventi sulle comunità umane che abbiano maggiori possibilità di successo di quelli che vengono imposti dall'alto oggi?
Perchè perpetuare un' atteggiamento di pianificazione e controllo di ogni dettaglio, valido per sistemi semplici o complicati ma fatti di parti elementari banali, invece di utilizzare principi più efficaci, come i contenuti della rete dimostrano?
E anche quì Internet ne è l'esempio.
La prima considerazione è sulla genesi di Internet: non progettata da un singolo personaggio geniale nè da una grande azienda, ma da una comunità anarchica anonima, fatta da singoli o gruppi sparsi in tutto il mondo.
Ciononostante, ha dimensioni sovrumane, collega computer di dimensioni diverse, che funzionano a velocità diverse, progettati da aziende diverse. Ma la cosa più sorprendente è che non è stata progettata da nessuno eppure...funziona secondo principi non solo biologici, ma specificatamente ecologici.
Ecco allora una metafora sulla quale meditare per i responsabili di governo delle nostre comunità, grandi (paesi interi) o piccole (aziende) che siano. Un "funzionamento", o meglio, un comportamento funzionale, se deve avere a che fare con una intrinseca complessità, data dalla dimensione ma anche dalle differenze e dall'essere sparpagliati nello spazio, va fatto emergere più che progettato nel dettaglio. Poche regole, protocolli semplici e chiari e lasciare spazio ai singoli.
Internet ne è l'esempio.
Dawkins non sottace la qualità di alcuni contenuti, pessimi, volgari, a volte atroci, favoriti dall'anonimato che, prima o poi, bisognerà risolvere. Ma che dire della ricchezza e qualità di un contenitore come Wikipedia che, pur non essendo controllato da nessuno, continua ad essere una fonte attendibile, aggiornata e ben fatta di informazioni? Certo, a volte vi è qualche errore, ma la sua vita è più breve del meccanismo di correzione che lo eliminerà in poco tempo. Dunque bisogna esser ottimisti riguardo la rete che ha questa incredibile capacità di autocorreggersi con una sorprendente voglia di "prendersi sul serio", laddove ne viene data la possibilità. Spazi di rappresentazione di identità, aggiungo io, che sono talmente importanti che nessuno si sognerebbe di barare o non considerarli. Ecco un altro esempio da replicare nei campi più disparati: dare fiducia permettendo di soddisfare la voglia di autorappresentazione. Qualcuno ne abuserà, ma i benefici saranno di gran lunga superiori e a vantaggio di tutti. L'errore è in agguato, ma va tenuto in conto come costo da sostenere, non come elemento che inibisce il tutto.
Internet ne è l'esempio.
Sorprende l'esistenza di una sorta di "sistema immunitario" sulla rete. Se esiste un virus, un attacco, un qualsiasi acciacco che il nostro computer può prendersi, di sicuro la rete stessa ha da qualche parte la soluzione. E' il sistema stesso che se ne è dotato, per la sua sopravvivenza, nessuno lo ha progettato. Ancora una volta, assistiamo all'eterna lotta tra il bene e il male? Non lo so, so solo che bisogna dare fiducia ai sistemi che evolvono, prima o poi trovano un equilibrio e qualsiasi intervento esterno, oltre che inutile, risulterebbe anche dannoso, perchè rallenterebbe l'emergere della sua soluzione naturale, che sicuramente funzionerà.
Internet ne è l'esempio.
Conclude il suo intervento con considerazioni sull'unificazione mondiale che il web sta realizzando e su congetture sulla creazione di un singolo individuo, più che di una collettività umana. Siamo ben distanti da questo scenario, per certi versi, raccapricciante, vista l'incapacità di leggerci nel pensiero, ma il sistema Internet è un sistema che evolve, si aggiusta da solo, cresce, a beneficio di tutti. Non esiste in Internet qualcosa di troppo grande da cui dipende, eppure qualsiasi contributo può migliorarlo. Perchè non prenderlo ad esempio, studiarlo per comprenderne i principi con i quali progettare interventi sulle comunità umane che abbiano maggiori possibilità di successo di quelli che vengono imposti dall'alto oggi?
Perchè perpetuare un' atteggiamento di pianificazione e controllo di ogni dettaglio, valido per sistemi semplici o complicati ma fatti di parti elementari banali, invece di utilizzare principi più efficaci, come i contenuti della rete dimostrano?
E anche quì Internet ne è l'esempio.
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