mercoledì 27 giugno 2012

Alta “intensità cognitiva” … non di cemento!


di
Francesco Zanotti
Presidente Associazione per l’Expo della Conoscenza

Io credo proprio che il successo dell’Expo 2015 sarà proporzionale alla sua “intensità cognitiva” e non a quanto cemento sparge per l’Interland milanese. Ed oggi a intensità cognitiva stiamo a zero. Infatti, se provate ad attivare Google Alert con la parola chiave “Expo 2015” vi troverete segnalate mille notizie, dibattiti, eventi sostanzialmente sul cemento e non certo sul tema dell’Expo.

Successo… Intendo un successo, prima di tutto, sostanziale. L’Expo avrà un successo sostanziale se, grazie ad esso, si intraprenderà una nuova strada per nutrire il pianeta perché quelle fino ad oggi esperite non hanno portato a un grande successo. E, poi, anche un successo economico duraturo che non potrà che essere direttamente proporzionale al tasso di profezia che l’Italia, attraverso l’Expo, avrà diffuso nel mondo.

Allora lasciamo il cemento ai mandarini del cemento. Dimentichiamocene. Tanto sono così inconcludenti che riusciranno a spargere pochissimo cemento. E, forse a qualcosa servirà.

Noi occupiamoci della sostanza (della conoscenza) se vogliamo che l’Expo sia un successo mondiale e avvii un nuovo cammino senza soluzione di continuità di sviluppo per l’umanità.

Prepariamo un Libro Bianco progettuale. Un Libro Bianco Progettuale che proponga una grande domanda: secondo voi, cittadini del mondo, che tipo di sviluppo scientifico, tecnologico, economico, finanziario, sociale, politico, istituzionale è necessario per arrivare a nutrire (biologicamente, ma non solo … ) il Pianeta? Che tipo di nuova visione del mondo è necessaria per riuscire ad immaginare questo nuovo e necessario sviluppo? Un Libro Bianco Progettuale che contenga, poi, tutte le conoscenze che sono necessarie ai cittadini del mondo per dare un contributo alla risposta a questa domanda.
Per produrre questo Libro Bianco organizziamo subito un grande Evento dove i profeti del nostro mondo nei diversi ambiti di conoscenza presentino il loro pezzo di conoscenza.
Invitiamo tutti i cittadini del mondo a questo Evento. Poi mandiamo a tutti coloro che non sono venuti questo Libro Bianco con un invito: vediamoci a Milano a parlarne. E dove ci si vede non è importante. Ci si può vedere nelle piazze, nelle case, nei luoghi di ritrovo che già ci sono.
Vediamoci anche in rete, costruendo un social network a banda cognitiva larga. Capace di supportare un processo di creazione sociale di conoscenza intenso.

Insomma, mobilitiamo i cittadini del mondo in un grande sforzo progettuale. E, poi, i Governi seguiranno. E li faremo assistere al racconto di quello che non sono neanche stati capaci di desiderare, impegnati a “leticare” su quali e quanti muri costruire per soffocare la città di Leonardo e non certo per nutrire il pianeta.

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...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.