di
Francesco Zanotti
Ieri ho provato a parlare
della malattia come tratto esistenziale ineludibile. Per inciso oggi Mauto Covacich sul Corriere si augura
addirittura che si possa avere qualche grande leader malato perchè la realtà
dell’essere umano arrivi al potere. Un leader malato, aggiungo io, ha molte più
probabilità di non essere un leader egoista ed approfittatore rispetto ad un leader che rincorra una umanità “salutista e
nosofobica” (espressione di Covacich).
Oggi vorrei proporre un
altro bagno nella umanità profonda: quella del migrante. Una persona che viene
banalizzata come semplice creatore di flussi migratori.
La storia che propongo mi
viene da una piccola antropologia locale dove per forza il migrante è una
persona umana.
“Penso spesso al divario che c'è fra "macro"e
"micro" e a come questo divario crei 'il problema'. I grandi
dibattiti allontanano il focus dalla persona.
La persona è una pedina su cui si giocano partite immorali e
dis-umane.
Penso a Fares il ragazzo egiziano che è in pericolo di vita per un
tumore: alla mattina alle 8 la mamma lo chiama al telefono ed insieme pregano
Allah, la mamma gli legge versetti del Corano e lui ascolta accucciato nel suo
letto e di rimando intona sommessamente un canto arabo. Non hai idea di
quanto questa situazione inaspettata mi abbia ancor più avvicinata a questo
suo mondo..che ha gesti del mio mondo.
Per l'amore che ha per la sua famiglia si mette in contatto con
loro solo quando si sente un po' meglio e dice loro di stare tranquilli perchè
siccome è in un ospedale italiano sicuramente guarirà...Quando gli ho detto che
ho visitato due volte l'Egitto si è illuminato 'tu sei venuta da noi?'
Viene da una regione del sud, insieme abbiamo “fatto Skype” ho visto
quattro volti e quattro generazioni, è stato uno scambio molto semplice di
gesti e di parole ma immensamente carico di emozioni....e da lontano la piccola
nipotina mi manda un 'I love you'..anch'essa diventerà cittadina del mondo!
Ti dico di Sadìa che è scappata dalla 'sua' Somalia dopo che le
hanno ammazzato la sorella con un colpo alla tempia dopo averla stuprata. Lei,
nascosta si è salvata ma non può dimenticare e scappa scappa dal suo
dolore.
Ti dico di Aruna che viene dal Mali che vuole imparare bene
l'italiano ma così bene che si scarica da internet il vocabolario di italiano
per 'conoscere' più parole possibili e che mi chiede di spiegargli il
congiuntivo ed il condizionale, gli dico di lasciar perdere ma cedo alla sua
insistenza. Gli è costato così tanto, in termini di soldi e di rischi, essere
qui che non si permette alcun cedimento. Ci tiene Aruna ad avere amici e ora ne
ha.
Ti dico di Salìa che viene dalla Nigeria, sposato con 5 figli
piccoli, mi guarda l'anello che ho al dito. Gli chiedo perché lui non ce
l'abbia....è stato l'ultimo 'dazio' che ha dovuto pagare per salire sul
barcone.
Ti dico di due ragazzoni che prima di arrivare con un barcone
hanno lavorato in Libia. Dico 'Bene!' mi guardano stupiti. Usano questi ragazzi
per lavori saltuari, finito ciò o loro riescono a salire sul barcone o li
ammazzano perché non vogliono pagarli. Altri si danno ad una fuga a ritroso che
non ha vie d'uscita.
A chi mi dà della buonista rispondo che questo è quello che mi
riesce di fare, non mi riesce di fermarmi alle apparenze spingo avanti la mia
curiosità e 'li guardo negli occhi'.
Sono sempre più disgustata dal gioco che si fa sopra le loro
teste, le loro famiglie, le loro nazioni ... che è poi il gioco che si fa sopra
le nostre teste, le nostre famiglie, le nostre nazioni...
Mi si permetta uno sfogo: siamo ancora qui a parlare di nazioni e
nazionalismi, niente sembra fermare la nostra stupidità.
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