di
Francesco Zanotti
Un uomo, come lo è stato il mio
amico Giovanni. Un marito esemplare da settant’anni. Forse il mio amico Giovanni
lo è stato per meno tempo, ma vi giuro che lo è stato almeno altrettanto …
Carlo Azeglio, un uomo come
il mio amico Giovanni. Degni entrambi della più grande stima, degni della
preghiera e della riconoscenza. Viva Carlo Azeglio e Giovanni.
Carlo Azeglio fu, però, un
grande statista, mi si può osservare. E su
questo mi permetto di non essere d’accordo. Egli governò con diversi ruoli il
nostro Paese, ma ispirato ad una visione troppo primitiva della società e dell’economia.
Sacrificò tutto all’obiettivo della una moneta unica. E qualcuno dirà: così salvo
l’Italia. Invece io credo che bloccò altre vie. La via di costruire socialmente
un grande Progetto di sviluppo per il nostro Paese. La via non della
concertazione, ma della progettualità sociale. Un grande progetto di sviluppo
del nostro Paese avrebbe generato quella ricchezza che avrebbe reso inutile l’ombrello
della moneta unica. E un grande progetto di sviluppo europeo, ancora di più!
Purtroppo, invece di pensare
a costruire un nuovo mondo, ci siamo lasciati trascinare a pensare che
il futuro fosse creare un nuovo strumento di scambio lasciando intatto un
vecchio mondo dove stavano maturando tutte le tragedie odierne. Immigrazione compresa. Come a dire: continuate
pure a scambiare le cose di sempre tra i soliti noti, basta che usiate un’altra
moneta. E i Giovanni di tutto il mondo non soffriranno più. Carlo Azeglio, certamente buono e degno,
certamente animato da un’eticità profonda, però ci ha guidati (e noi ci siamo
pigramente lasciati guidare) su una strada, dopo tutto troppo banale.
E non pensate che la mia opinione
sia isolata. Tra i mille panegirici dei giornali vi sono degli articoli che
criticano profondamente il sistema di conoscenze dei tempi di Carlo Azeglio. Non
si fanno certo riferimenti espliciti. E questo è un male perché, invece di
avviare un discorso serio sul significato delle scelte politiche dei tempi di
Ciampi, si lascia lo spazio a volgari insulti.
Non si fanno riferimenti
espliciti, ma quando Luca Ricolfi sul Sole 24 Ore critica le regole europee (non
certo scritte oggi) che propongono di mettere in secondo piano il rapporto
debito/PIL rispetto al deficit, mentre i mercati finanziari sembrano interessati
al rapporto debito/PIL, certo contesta le scelte di quel tempo.
Quando Michele Salvati
sostiene, come sul Corriere di oggi, che è necessaria una nuova teoria
politica, certo, almeno, relativizza quella visione dell’economia e della società
che ha ispirato l’azione di Ciampi.
Da ultimo, mi lasciate uno
sfogo? Ma non vi sembra stucchevole e infantile cercare di far passare un uomo
come la perfezione vivente? Se l’uomo fosse tale, non sarebbe un uomo. Anche l’uomo
Carlo Azeglio quale volta avrà sbagliato, sarà stato vile, sarà stato ingiusto …
Sarà stato desideroso e bisognoso di Perdono. Amici agiografi, raccontateci
anche Carlo Azeglio l’uomo e non solo il Ciampi icona. Sarete anche più
simpatici.
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