di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC
L’esecrazione
da parte di classi dirigenti che non fanno nulla per capire è esecrabile.
Che
tristezza (indignante) vedere classi dirigenti che si rifiutano di guardare approfondire
… Che si rifiutano di cercare di capire perché qualcuno (sempre più spesso)
imbraccia un mitra e spara crudelmente e irragionevolmente.
Proviamo
a fare vedere come approfondendo si creano scenari diversi …
Oggi
l’esigenza fondamentale delle persone è quella di autorealizzarsi socialmente.
Quali
spazi di autorealizzazione vi sono oggi per i giovani soprattutto?
Esiste
l’autorealizzazione competitiva del fare carriera nei diversi ambiti (economico,
politico, istituzionale) che, però, strutturalmente, include pochi (i
vincitori) e emargina molti.
Purtroppo
questa modalità di autorealizzazione non funziona neanche per i pochi. I pochi
vincenti sono le classi dirigenti che, però, per il modo in cui si sono formate
non possono che chiudersi auto referenzialmente. Ad esempio, non possono
attribuire rilevanza alle risorse cognitive perché il loro vincere deve per
forza essere dovuto a loro caratteristiche intrinseche che li rendono
ontologicamente migliori. Ne fanno dei talenti. Se esistessero fattori esterni come
le conoscenze che potessero migliorare la qualità intrinseca delle persone, il
mito dell’essere speciali dei talenti naufragherebbe. I meccanismi di selezione
privilegiano personaggi narcisistici, incapace di crescere in virtù e
conoscenza.
Ma
almeno gli appartenenti alle classi dirigenti sono pienamente autorealizzati? sono
felici? Credo di no perché la competizione è continua e posso sempre essere
emarginati. Esiste la difesa collusiva: si creano reti di relazioni che
proteggono e perpetuano. Ma non sono eterne.
Dal
punto di vista della vita della collettività, del servizio alla collettività queste
classi dirigenti sono un disastro. I problemi della collettività sono solo una
ulteriore occasione di auto rappresentazione. Una ulteriore occasione di auto
rappresentazione della propria eccellenza che non può che manifestarsi in
retorica.
Il
sistema dei media rende ancora veloce e definitivo il processo di auto
isolamento delle classi dirigenti perché premia il narcisismo e lo copia.
E per
le moltitudini che perdono o non vogliono giocare la competizione della
carriera?
Il
desiderio di autorealizzazione rimane … come soddisfarlo? La via regia è
quello della partecipazione alla costruzione del futuro, ma essa è preclusa per
le seguenti ragioni
La prima
è il continuo “complessificarsi” della realtà. Per comprenderla, primo passo
per progettarne il cambiamento, occorrerebbe disporre di risorse cognitive più
avanzate. Ma oggi la conoscenza è considerata solo uno strumento per vincere la
competizione scolastica ed acquisire qualche punto nella competizione
carrieristica. Oppure come gloria museale.
La seconda
è che le classi dirigenti non sanno governare progettualità. Pensano che l’essenza
del governare sia il potere e, quindi, pensano che il coinvolgimento
progettuale coincida con la perdita di potere.
Tutto
questo porta ad una società dove non solo non vi nessuno spazio di auto realizzazione
positiva, ma il disagio aumenta continuamente per l’ignavia sostanziale di
classi dirigenti auto riferite che vedono i problemi come occasione di auto realizzazione.
E che ora, essendo spaventate, cercano solo di difendersi.
Ed
allora cosa rimane per auto realizzarsi? Per un crescente numero di giovani che
dispongono di risorse cognitive scarse e vivono disagi profondi quella di prendere
il mitra e sparare contro un mondo che non li educa, ma li emargina.
Forse
anche con un inconsapevole piacere di primitiva giustizia ispirata alla legge
del taglione.
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