martedì 2 febbraio 2016

Expo della Conoscenza: il primo passo è stato fatto!

di
Francesco Zanotti
Presidente ApEC


Il nostro Progetto dell’Expo della Conoscenza di ApEC (Associazione per l’Expo della Conoscenza) era ed è ambizioso. Pensiamo sia necessario fare emergere una nuova società. Per riuscirci è necessario rendere disponibile un nuovo sistema di risorse cognitive che permettano di attivare una nuova progettualità sociale. L’attuale desiderio di partecipazione sembra non essere fecondo, ma finire solo in confusione e litigi solo perché nessuno parte da un personale bagno di innovazione. Ma si presenta al dialogo progettuale solo con la zavorra del suo passato.

La buona notizia è che nella realizzazione dell’Expo della Conoscenza abbiamo fatto finalmente il primo passo. Ne abbiamo realizzato un ologramma.
Abbiamo cercato un patrimonio di nuove risorse cognitive. Le abbiamo trovare nel pensiero di Niklas Luhmann. Ne abbiamo trovato una rappresentazione efficace e sintetica nel libro di Hans-Georg Moeller: “Radical Luhmann”. Abbiamo (il dott. Luciano Martinoli e suo figlio Lorenzo), quindi, tradotto il libro di Moeller in italiano. E abbiamo avuto l’audacia di tentare di integrare il pensiero di Luhmann con un altro insieme di grandi idee: il pensiero quantistico. Aggiungendo “incoscienza” ad audacia (l’incoscienza dell’ultimo passo è solo mia mentre l’audacia è di tutti noi dell’ApEC) abbiamo cercato di costruire, partendo da queste nuove risorse cognitive, una proposta per una nuova modalità di governo del sistemi umani che abbiamo definito Sorgente Aperta.
Abbiano trovato un Editore (Pietro Condemi e la sua IPOC) che ha accettato di pubblicare conoscenza (il libro del prof. Moeller), audacia (di tutti noi dell’ApEC) e incoscienza (come dicevo, mia) nel libro la cui copertina è rappresentata nella figura.
E, poi, abbiamo organizzato un Evento (11 Febbraio 2016 ore 15,30 – 18,00 Foro Boario via Jacopo Berengario, 51- Modena) con la Sponsorizzazione di Bper (Banca Popolare dell’Emila Romagna) e il Patrocinio dell’Università di Modena e Reggio Emilia dove presenteremo il libro. Sarà presente l’Autore di “Radical Luhmann”, il prof Moeller. Lo aiuterà nel presentare il pensiero di Luhmann il prof. Giancarlo Corsi, professore associato dell’Università di Modena e Reggio Emilia, introdurrà l’Evento il dott. Martinoli. Completerò la presentazione illustrando l’ipotesi della nuova metodologia di Governo dei Sistemi Umani che ho immaginato (e sperimentato) cercando di fondere il pensiero di Luhmann e il pensiero quantistico. Seguirà un dibattito al quale parteciperà un qualificato gruppo di esperti e manager (dott. Massimo Annicchiarico, Direttore Generale AUSL Modena, dott. Giuseppe Corni, Direttore HR Bper, dott.ssa Isabella Covili Faggioli, Presidente Nazionale Ass. Direttori del Personale, prof. Gianfranco Minati, Presidente Unione Europea per la Sistemica).
Tutta la nostra storia non sarebbe stata possibile senza il costante supporto economico, logistico e di fattiva partecipazione alla produzione di idee e progetti dell’ing. Cesare Sacerdoti (socio fondatore di ApEC) e della sua CSE Crescendo che cura anche l’organizzazione dell’Evento.
Un grazie particolare al prof. Gianfranco Minati (Socio Fondatore di ApEC) che da anni ci accompagna con conoscenza e saggezza che qualche volta a noi difetta. E al dott. Martinoli (Vice Presidente e Socio fondatore di ApEC) che ha avuto l’idea di questa iniziativa e l’ha portata avanti con quello spirito di cocciutaggine imprenditoriale senza il quale non si fa nulla.
Il grazie finale a tutti i Soci dell’Associazione dell’Expo della Conoscenza, certo che condivideranno la nostra soddisfazione nel veder realizzato un ologramma del nostro progetto dell’Expo della Conoscenza.
E l’invito a immaginare altri ologrammi dell’Expo della Conoscenza.

Nessun commento:

Posta un commento

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.