di
Francesco Zanotti
Ieri sera ho sentito alla Tv un impacciatissimo
Renzi che cercava di spiegare il provvedimento sulla scuola. Incerto nell'uso
delle parole, alla continua ricerca della frase ad effetto che non trovava perché
doveva spiegare un provvedimento articolato, sforzandosi di usare la meta comunicazione
per sopperire ad una comunicazione esitante: si vedeva che non era pane per i
suoi denti.
E già questo sarebbe un grosso problema: il capo
di un Governo che considera la scuola lo strumento principe di rilancio di
questo paese e poi dimostra di non saper bene cosa sia la scuola.
Ma veniamo ai contenuti. E così si cade dalla
padella nella brace.
Sono circa trent'anni che si cerca di utilizzare
la cultura manageriale in organizzazioni diverse dalle imprese. E sono trent'anni
che si fanno disastri.
Le ragioni sono così tante che solo una
incompetenza profonda di governo può giustificare questa scelta scellerata.
La prima è che la managerializzazione non ha
funzionato neanche nelle imprese. Ha generato una foresta pietrificata di
burocrazie con manager pretenziosi e, senza alcun fondamento, pagati
scandalosamente. Le imprese che hanno fatto e fanno soldi sono imprese imprenditoriali.
E la prassi di governo imprenditoriale è quasi all'opposto di quella
manageriale. Di più: si sta affermando una nuova generazione di imprese che non
hanno manager. Si è scoperto che un sistema così complesso come una organizzazione
umana non può essere governata direttivamente. Di fonte a tutte queste evidenze,
arriviamo noi a proporre quella filosofia manageriale che non ha mai funzionato
da nessuna parte proprio nella scuola che è certamente un sistema umano ancora
più complesso di una impresa.
Ma, chiediamoci, cosa è questa prassi di governo
manageriale che non ha funzionato? Ne trovate una sintesi nel titolo di prima
pagina del Corriere di oggi “Scuola, più potere ai Presidi”. Se volete,
aggiungete anche un’altra parola: merito. Le metafore del potere e del merito
sono quelle più dannose per governare un sistema umano qualunque. Il “merito”,
poi, è un concetto che non ha alcun senso scientifico. Funziona per le macchine
e si chiama “performence”, ma non ha senso per esseri umani e organizzazioni
umane. Attenzione non sto dando un giudizio etico. Non dico che usare il merito
non è giusto. Dico che è scientificamente insensato.
Volete approfondire la “cultura manageriale”
prevalente e la sua insensatezza? Vi consiglio un libro The management Mith di Matthew Stewart. Editore: W.W. Norton Company.
Vi consiglio anche il nostro blog http://ettardi.blogspot.it dove
leggerete del nostro sforzo di denunciare la cultura e le prassi manageriali
che oggi vogliamo imporre alla scuole e la proposta di una nuova cultura e prassi
di governo.
Invece della managerializzazione della scuola
cosa propongo? Leggete il post precedente a questo sulla “Scuola Progettuale”.
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