giovedì 5 giugno 2014

Le fette di salame davanti agli occhi

di
Francesco Zanotti


… davanti agli occhi delle classi dirigenti e, purtroppo, non nella bocca di troppe persone …
Se leggete l’articolo di fondo di Fabrizio Forquet sul Sole 24 Ore troverete una disanima drammatica della crisi. Condivido, ma mi scandalizza il fatto che le risposte a questa drammatica crisi non si vedano. Non è che si conoscono e ci sono i cattivi che non vogliono metterle in pratica.
Il problema è che proprio le proposte da tutti decantate sono del tutto irrilevanti. Come fanno a non accorgersene?
Lo stesso Forquet parla di riforme, ma senza specificare quali: ci immaginiamo Senato, legge elettorale, PA etc. Carlo De Benedetti, sullo stesso Sole, sulla stessa prima pagina, indica quale, secondo lui, è il bazooka contro la crisi: l’unione fiscale e bancaria.
Ripeto: sono, purtroppo, proposte irrilevanti.
Mettetevi nei panni di un imprenditore, si uno di quei signori che guidano una delle tanto decantate PMI e che, tutti sostengono, siano i signori che mantengono l’Italia. Dovete pagare tasse, dipendenti e fornitori. Ovviamente subito. Pena il sequestro dei beni aziendali, il fallimento etc.
Se qualcuno vi viene a dire che non vi dovete preoccupare perché si faranno (usando una espressione semplicistica, ma che ha il pregio di sintetizzare, così nessuno si chiede cosa siano e a cosa servono) le riforme, allora possono accadere solo due cose. O siete creduloni oppure lo mandate via a calci là dove non batte mai il sole.
Tutti questi imprenditori (sperando che non siano creduloni) hanno bisogno di soldi subito e le banche (anche giustamente) non glieli danno perché sarebbero solo una cura compassionevole.
Ed allora?
A me sembra che la risposta possa essere solo questa.
Questi signori, per tornare a produrre cassa il più in fretta possibile, hanno bisogno di rivoluzionare il loro sistema d’offerta (le cose che vendono) perché quelle che sono abituati a produrre non glielo comprano più e glielo compreranno sempre meno. Questo vale non solo per i signori delle PMI, ma anche per i signori delle grandissime imprese.
Per poter rivoluzionare i loro sistemi d’offerta, tutti gli imprenditori di questo Paese hanno bisogno, innanzitutto, di conoscenza (in particolare delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa) per attivare una intensa e profetica (niente di meno che profetica) progettualità strategica. E i soldi solo dopo. Per realizzare il nuovo progetto che la nuova conoscenza gli ha permesso di sviluppare.
Le banche dovrebbe farsi carico di stimolare e diffondere progettualità strategica. E gli converrebbe di molto farlo: salvano i clienti. Senza clienti muoiono anche loro.
Perché non lo fanno?

La risposta è una sola: le fette di salame davanti agli occhi delle classi dirigenti sono veramente spessissime.

1 commento:

  1. Parole sacrosante ma non possiamo trasferire ad altri i ns doveri e a terzi gli oneri. le banche devono valutare un soggetto. non più su come si è fino ad oggi comportato: si vedono gli attuali risultati belli rispetto a 30 anni , cosa sono riusciti a costruire e a produrre ma fondamentalmente obsoleti per l'era dell'iphone e le banche cjhe non hanno competenze sulla prospettica non posso guidare l'imprenditore morto mentalmente che pensa solo a ridurre i costi . tutti si soldi che dsi sono dati e si daranno come lei dice giustamente sono persi se non si cambia il prodotto, la sua idea , il bisogno e se non cambiano i consumatori che anche oggi al momento sono latitanti . fabscalma

    RispondiElimina

...continua

Ce ne stiamo accorgendo a colpi di crisi ricorrentesi in ogni dimensione dell'umano. E' evidente che dovunque guardiamo c'è qualcosa che, gravemente, non va: lo sviluppo economico, la povertà, il rapporto con la natura, la soddisfazione sul lavoro e le profonde esigenze di realizzare una vita degna... E allora vogliamo smetterla di denunciare il passato? Sta diventando stucchevole cercare l'ennesimo cantuccio della stanza della società industriale e scoprire ancora una volta l'accumularsi di una polvere. E' il momento di lasciar riposare per un po' la denuncia e la protesta anche perché, se siamo onesti, dobbiamo chiederci: ma noi dove eravamo in questi anni?

Vivevamo su Marte e improvvisamente siamo tornati sulla terra ed abbiamo scoperto che quegli inetti di terrestri, dopo la nostra denuncia, non aveva fatto nulla. E tocca ancora a noi risvegliare le coscienze? Certo che no! Noi abbiamo vissuto immersi in questa società. Sono anche le nostre azioni che hanno mantenuta chiusa la stanza. Lasciando accumulare e incancrenire polvere. Viene quasi da dire: l’accumularsi e l’incancrenirsi ci fa comodo perché la nostra unica competenza era il contestare. Visto che sul costruire abbiamo dato tutti pessima prova.
E non si dica che qualche potere forte, da qualche parte ha impedito che le nostre folgoranti idee liberassero la stanza dalla polvere dell’ingiustizia, del privilegio … Quelli che sembrano poteri forti lo sono solo di fronte alla nostra incapacità di costruire alternative.
Cara e vecchia società di tutti noi, dunque. Che ci ha permesso di superare secolari infelicità … Certo non tutte, certo non a tutti, certo non ugualmente, ma molto.
Cara e vecchia società dalla quale ora dobbiamo allontanarci con un pizzico di nostalgia. Portandoci dentro lo zaino che accompagna ogni viaggio tutto quello che di buono ha prodotto.
E con il passo che diventa sempre più baldanzoso a mano a mano che diventa chiaro il luogo, la nuova società verso la quale siamo diretti ..
Ma verso quale luogo vogliamo dirigerci? Quale nuova società vogliamo costruire?
Noi certo non lo sappiamo! Sappiamo solo come fare a costruirla!

Allora la nostra proposta è strana. Non abbiamo soluzioni, linee politiche, idee originali. Ma un metodo con il quale generarle.
Primo passo di questo metodo: cambiamo i linguaggi. Secondo usiamo questi nuovi linguaggi per progettare insieme .. Accidenti, mi rendo conto che mi sto avventurando in un sentiero accidentato …
Allora provo con una storiella. Pensiamo di indossare occhiali verdi e di dover dipingere una parete di un nuovo colore: il verde ci ha seccati. Ai nostri piedi abbiamo una vasta gamma di barattoli di vernice. Ma tutti i colori ci sembrano gradazioni del verde. E, così, piano piano ci sembra inutile ridipingere una stanza di un nuovo colore che potrà essere solo una gradazione di verde. Accidenti ai poteri forti che ci costringono a dipingere sempre e solo di verde …
Ma poi arriva qualcuno che ci convince che un certo barattolo contiene il rosso. Ma apparirà rosso solo quando lo stendiamo sulla parete … Così, spinti da nuova fiducia e dalla voglia di avere nuova fiducia, cominciamo a dipingere. Ma, anche dopo averlo steso sulla parete, quel colore continua ad essere l’ennesima gradazione del verde. Allora la nostra collera e massima: certo solo un grande complotto di qualche potentato molto potente ci può costringere a naufragare in un mare di verde …
Maledetti poteri forti .. .
Così attiviamo un Gruppo antiverde. Che, innanzitutto, continua ossessivamente a dimostrare che tutto è di quel verde che, oramai invece di speranza, sta a segnalare schifezza. E poi cerca di buttare via tutti i barattoli …
Cosa significa partire dai linguaggi e dal metodo per usarli?
Significa togliersi gli occhiali verdi. E riuscire così a scoprire che tutti i barattoli sono effettivamente di mille colori. Riuscendo a vedere mille colori rinasce davvero la speranza di poter dipingere diversamente la stanza. Ma non possiamo stare senza occhiali ed ogni tipo di occhiale, anche il più sofisticato, altera i colori … Anche il rosso più sfavillante sarà, poi, sempre, ideologicamente, rosso … Ed allora che fare? Impariamo a cambiare occhiali quando vogliamo vedere cose diverse. Ma, poi, come dipingiamo quella stanza? Inevitabilmente tutti insieme con occhiali diversi. Perché ognuno può portare un solo tipo di occhiali per volta. E per fare della stanza un capolavoro, sono necessari tutti i colori. Quando il dipinto a mille mani sarà finito potremmo vedere un miracolo che piacerà a tutti e che tutti potranno vederlo in modo sempre diverso. Basterà indossare gli occhiali degli altri e se ne scoprirà un bellezza diversa.
Allora il nostro programma è molto semplice. Apparirà forse banale e ininfluente: diffonderemo nuovi linguaggi ed attiveremo gruppi progettuali che li useranno per progettare i mille aspetti di una nuova società.
I linguaggi sono i modelli e le metafore che nell'ultimo secolo, provenendo sostanzialmente dalle scienze della natura, si sono aggiunti a quelli tipici della società industriale.
Il metodo con il quale li useremo sarà Sorgente Aperta …
Ma perché “balbettanti”? Perché nel progettare un nuovo mondo ci rendiamo conto che il primo esprimersi non sarà che un balbettio. E, perché “poietici”? Perché il balbettio dovrà essere fecondo. Si trasformerà certamente in storie che cominceranno ad essere vissute.
Allora anche questo manifesto è un balbettio poietico? Certamente. Speriamo di doverlo riscrivere al più presto meno balbettante e più fecondo.